CNA punta il faro sulle Pmi per la transizione ecologica

È necessario favorire il grande sforzo che stanno realizzando le Pmi per adeguarsi al profondo cambiamento della transizione energetica con semplificazioni burocratiche, incentivi fiscali, supporti formativi e quanto altro di utile a favorire un cambio costruttivo.

Un’indagine realizzata da CNA mostra che il 71,3% delle micro e l’80,5% delle piccole si sentono parte in causa nel cambiamento. È quanto emerge dalla confederazione “Artigiani imprenditori protagonisti della transizione ecologica” a cura di CNA.

D’altronde, le Pmi rappresentano l’ossatura del sistema Paese e come tale non è possibile agire senza un loro diretto coinvolgimento, come sottolinea il presidente nazionale di CNA, Dario Costantini, nel corso della giornata.

Secondo la visione di CNA, la transizione deve essere una opportunità e non un ostacolo. Servono quindi obiettivi e target intermedi realistici e concreti attraverso norme coerenti.

Inoltre, il CNA chiede un’adeguata programmazione, norme semplici e chiare, ma anche sostegni agli investimenti. Che sia attraverso misure di fiscalità di vantaggio, misurazione e valorizzazione delle performance di sostenibilità.

CNA nel contesto della giornata ha ribadito come l’installazione di piccoli impianti fotovoltaici sui capannoni delle imprese si potrebbe realizzare attraverso un credito d’imposta pari al 50% dell’investimento.

In questo modo, la proposta di CNA mira a istallare 8.700 MW di nuova potenza riducendo i consumi di gas di 1 miliardo di mc l’anno e soprattutto abbattendo le bollette del 60%. Il tutto con una spesa di 2,5 miliardi in tre anni e il coinvolgimento di 200mila piccole imprese.