Il concetto di turismo sostenibile racchiude in sé tante dimensioni. Si va da quella etica, a quella ambientale, fino a quella economica. Ambiti che si intrecciano in modo sinergico e puntano a valorizzare i territori e il loro patrimonio. Il tutto creando opportunità per promuovere il miglioramento della qualità della vita di residenti e turisti, lo scambio culturale e, non ultimo, lo sviluppo socio – economico.

Un esempio di questa visione è il campeggio Adria di Riccione. Il progetto, relativo alla ristrutturazione di un campeggio degli anni ’60-’70 attualmente ancora in uso, si inserisce nel quadro più ampio del masterplan realizzato dall’architetto Marino Bonizzato per la rigenerazione urbana e il “rinascimento civile” dell’area sud della città.

In questo contesto il campeggio Adria vuole configurarsi come una sorta di “agorà green” di Riccione. Un centro propulsore per la creazione di sinergie virtuose tra imprese, cittadinanza e pubblica amministrazione, ma anche per la diffusione di un approccio partecipato, avanzato e consapevole alla vita cittadina. Insieme all’architetto Gladis Grossi, che si è occupata del progetto architettonico del campeggio, abbiamo approfondito gli aspetti legati all’ambito della sostenibilità ambientale.

In che fase siamo in questo momento?

CANALE_MENSILE_luglio agosto 2020In questo momento il progetto è al vaglio dell’amministrazione comunale per gli ultimi step previsti dai vari iter amministrativi. Stiamo mettendo a punto gli ultimi aspetti di carattere burocratico. Successivamente ci sarà la presentazione dei progetti attuativi. La realizzazione delle opere avverrà subito dopo. Se non ci sono problemi dovremmo iniziare i lavori il prossimo inverno.

Può darci una panoramica dei sistemi scelti per limitare il consumo delle risorse naturali e gestire in modo efficace fenomeni meteorici estremi così da parlare di turismo sostenibile?

I campeggi per loro natura sono già strutture molto compatibili con l’ambiente, perché si sviluppano per lo più in spazi aperti e verdi e non si caratterizzano per la presenza di un forte costruito. In più, nell’ambito del progetto, sono state messe in atto una serie di strategie per mitigare al massimo l’impatto sul territorio e per gestire al meglio fenomeni meteorici estremi.

Ad esempio, abbiamo voluto contenere i possibili effetti di un’intensa piovosità attraverso la raccolta di acqua piovana all’interno di zone in leggera depressione del terreno, in modo da favorire un rilascio lento e un assorbimento naturale.

Il tutto senza andare a incidere in modo eccessivo sulla pubblica fognatura. Nello specifico la zona più grande destinata a questa funzione è l’area giochi, ovviamente inutilizzata durante eventi di forte pioggia.

Un altro aspetto su cui ci siamo concentrati nel progetto è stato il forte contenimento delle superfici impermeabili, che sono state previste, solo laddove non fosse strettamente necessario. In gran parte la struttura è caratterizzata da superfici permeabili che consentono il filtraggio dell’acqua nel terreno. Inoltre sono state introdotte coperture verdi sugli edifici e l’acqua piovana verrà recuperata per alimentare il consistente patrimonio di verde.

Per quanto riguarda invece la riduzione della temperatura del campeggio?

Anche in questo caso abbiamo optato per una soluzione offerta dalla natura. Abbiamo deciso di valorizzare al meglio la ventilazione naturale. Il posizionamento delle alberature è stato pensato in maniera tale da sfruttare gli effetti benefici della brezza marina.  Organizzare le alberature tal modo consente di raffrescare naturalmente anche le parti più remote dal campeggio, penalizzate da forte assolamento.

Si è poi messo al centro il benessere complessivo ambientale della struttura, attraverso una ridistribuzione molto più equilibrata degli elementi arborei e attraverso una progressiva sostituzione delle piante obsolete con nuovi esemplari di alberi, in parte, nati e cresciuti in un biovivaio interno alla struttura.

Può darci qualche dettaglio in più sul biovivaio e sulla sua funzione nell’ambito del campeggio?

Nel caso del bioviavio è stata fatta di necessità virtù. Avevamo il grosso problema della sostituzione delle alberature di cui parlavo prima. Con la collaborazione dei consulenti che si sono occupati del progetto del verde ci siamo accorti che c’era un’area marginale del campeggio non utilizzata e rimasta nelle condizioni naturali originarie. Abbiamo avuto così l’idea di trasformare questa zona in un’area per l’autogenerazione di nuovi alberi. Ma non ci siamo fermati qui. Visto che tra i principi del progetto c’è anche quello di pensare a zone della struttura in cui ospiti e cittadini sviluppano progetti comuni, abbiamo deciso di far diventare questo biovivaio una delle tre agorà del campeggio, ovvero piazze con valenza pubblica.

Quest’area diventerà un luogo in cui ospitare attività didattiche e ludiche che avranno come tema chiave l’ambiente. Tali attività saranno gestite dal privato in collaborazione con la pubblica amministrazione.

Quando si parla di turismo sostenibile hanno un ruolo centrale le scelte dei clienti ma anche le soluzioni tecnologiche utilizzate. Nel caso del campeggio, quali soluzioni sono state impiegate per limitare i consumi energetici e in generale l’impatto ambientale delle strutture?

Innanzitutto buona parte della produzione energetica avverrà tramite le rinnovabili. In particolare con pannelli fotovoltaici o solari termici. Le architetture hanno caratteristiche tali da sfruttare al massimo l’energia solare. Le coperture dei gruppi bagni, ad esempio, sono orientate per sfruttare al meglio l’irraggiamento solare.

Per quanto riguarda l’illuminazione si è optato per la massima riduzione dei consumi e la mitigazione dell’inquinamento luminoso. Tutti i corpi illuminanti delle aree esterne sono stati scelti e collocati in modo mirato per ridurre al massimo il fenomeno.

Questo progetto ha tra i suoi punti chiave la valorizzazione di una collaborazione proficua tra pubblico e privato. Quanto è importante creare sinergie di questo tipo per promuovere una rigenerazione urbana a servizio della cittadinanza? 

Il tema è fondamentale. Penso che la città sia qualcosa che appartenga a tutti i cittadini. E’ molto importante stringere alleanze tra imprese, cittadinanza (residenti e provvisori), e pubblica amministrazione e lavorare assieme a progetti comuni. Solo in questo modo si può ottenere una vera rigenerazione urbana concreta, seria e duratura. Il tutto nell’ottica di rendere i cittadini protagonisti di un cambiamento capace di migliorare la qualità della vita e concorrere alla definizione e gestione della “cosa pubblica”.

La tutela e la valorizzazione dell’ambiente possono diventare qualcosa di concreto solo quando a prendersene cura saranno sia l’ente pubblico che i cittadini. Altrimenti la tutela ambientale rischia di essere percepita come un qualcosa di estraneo e calato dall’alto.

 

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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.