Definire i costi della spesa pubblica è il primo passo per poterne contenere le spese o rivedere eventuali voci desuete. Con questo obiettivo nasce lo studio svolto dall’ing. Roberto Gerbo, Esperto in Gestione Energia certificato Secem coadiuvato dal PI Paolo Zanon di cui abbiamo già affrontato l’analisi dal punto di vista dei costi dei rifiuti.

Le spese in ambito energetico nei Comuni Italiani guardando ai combustibili

La spesa nazionale per combustibili per l’Intera Italia è di 1109 milioni €/anno,  un costo di cui abbiamo valutato un saving potenziale 343 milioni €/anno, di queste noi analizzeremo in dettaglio nel seguito del lavoro i dati di 3960 comuni ordinari.

Le voci di spesa e i codici relativi ai combustibili

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A seconda dei codici di spesa che si prendono in considerazione si possono valutare diversi costi ambientali dei comuni. Proviamo quindi a capire cosa succede quando parliamo delle spese in ambito energetico. Prendiamo quindi in esame i codici relativi all’uso dei combustibili

Per farlo si è fatto riferimento alle seguenti voci di spesa:

                            1.03.01.02.002 – Carburanti, combustibili e lubrificanti

                            1.03.01.02.999 – Altri beni e materiali di consumo n.a.c

                            1.03.02.05.006 – Gas

L’analisi è stata sviluppata sulla somma dei dati relativi alle tre voci di spesa indicate i cui dati disponibili coprono il 99,1% dei Comuni.

Gerbo Combustibili1

In considerazione della incidenza sui consumi della fascia climatica l’analisi, per le zone climatiche con maggiore presenza di comuni “ordinari”, è stata approfondita facendo riferimento ai gradi giorno di legge – Zone climatiche:

ZONA C

Gerbo Combustibili2

Gerbo Combustibili3

ZONA D

gerbo combustibili

Gerbo Combustibili5

ZONA E

Gerbo Combustibili6 Gerbo Combustibili7

Quanto emerge dai consumi dei carburanti nei comuni

Nel complesso l’alta percentuale di Comuni con presenza di dati conferma un omogeneo uso del servizio.

La curva di tendenza adottata per rappresentare il valore medio per ogni cluster è:

  • ZONA C e D di scarsa qualità (anche per il numero limitato di Comuni per cluster)
  • ZONA E di ottima qualità (salvo per cluster GRANDE e CITTA’)

come certificato anche dal livello di precisione relativa per l’algoritmo adottato

Il target risultante, è stato ottenuto con una riduzione del 20% rispetto alla linea di tendenza del valore medio adottato.

Nonostante ciò in tutti i cluster, per una media più del 35% dei Comuni in Zona C e D e più del 60% dei Comuni in Zona E, si configura un’ottimizzazione della spesa.

Quale saving di spesa possibile

Il saving potenziale della spesa studiata c’è ed è di ampio impatto. Si tratta 45% nella Zona C, al 34% nella Zona D e al 32% nella Zona E. Si tratta di circa 193 milioni €/anno (con Zona E largamente prevalente come valore assoluto), dato leggermente inferiore a quello calcolato con l’analisi su media area.

La significativa e numerosa area di intervento di miglioramento può riguardare, salvo interessi anche le tariffe (in genere già allineate in ambito Consip), aree a consumi elevati, specie per impianti vetusti (cui intervenire con Conto termico/Epc) o male gestiti.

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Energy manager, Ege ed ex Dirigente presso Intesa Sanpaolo