Oggi l’energia elettrica erogata dalle colonnine installate su suolo pubblico è più cara di quella a tariffa domestica. Una situazione che contrasta con le politiche di incentivazione dell’elettrico e che penalizza gli automobilisti virtuosi che intendono passare all’uso di veicoli a zero emissioni. Per questo la regione Emilia Romagna punta a ridurre il costo oltre che a stimolare la nascita delle cosiddette community charger.

La richiesta di intervento alla giunta regionale

In Emilia Romagna il tema è stato sollevato da Silvia Zamboni, capogruppo Europa verde e vicepresidente dell’assemblea legislativa regionale. La Zamboni ha chiesto alla giunta di intervenire in sede di conferenza Stato-regioni per accelerare il percorso avviato dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente finalizzato ad abbassare al livello della tariffa domestica il costo dell’elettricità applicato nelle colonnine.

“La mobilità elettrica è sicuramente una risposta efficace alla lotta allo smog, tanto più se l’elettricità è prodotta da fonti rinnovabili. Per spingere il mercato dell’elettrico bisogna però abbassare il costo delle ricariche”, ha spiegato a Canale energia Silvia Zamboni. “Alla Regione ho chiesto anche un impegno per favorire la diffusione delle cosiddette community charger autogestite, cioè le colonnine installate e gestite dai Comuni e talvolta direttamente da associazioni di automobilisti, i quali possono ricaricare le loro auto a un prezzo più conveniente rispetto a quello applicato nelle colonnine installate dai fornitori di energia elettrica”. In Emilia-Romagna le colonnine di comunità sono già presenti nei comuni di Medicina e Zola Predosa, in provincia di Bologna, e di Argenta, in provincia di Ferrara.

Zamboni ha interessato della vicenda anche Stefano Bessenghini, presidente dell’Autorità, al quale ha inviato una lettera per chiedere delucidazioni sui tempi dell’accordo che dovrebbe portare alla riduzione delle accise, tra le più alte d’Europa. In questo modo si abbatterebbe il costo di ricarica delle auto elettriche dalle colonnine installate su suolo pubblico.

Una soluzione: le community charger

In risposta all’interrogazione Vincenzo Colla, assessore regionale allo sviluppo economico e a green economy, lavoro, formazione della Regione, ha affermato che la giunta condivide la necessità di operare per la riduzione delle tariffe di ricarica e di diffondere le community charger su tutto il territorio. Colla ha anche accennato al progetto di installare colonnine nei piazzali antistanti le imprese, una scelta che va nella direzione dell’obiettivo strategico della Regione di mettere lo sviluppo della mobilità elettrica al centro del nuovo Piano energetico regionale. La volontà è di aprire la strada alla nuova filiera industriale della mobilità elettrica, che vede già l’Emilia Romagna interessata da grandi investimenti da parte dei giganti mondiali dell’elettrico.

La motor valley emiliano-romagnola

A febbraio, è stata ufficializzata la nascita della joint venture tra la cinese Faw e l’americana Silk Ev che ha annunciato l’investimento di un miliardo di euro nella motor valley emiliano-romagnola per la produzione di auto elettriche.

In Italia il mercato dei veicoli a emissioni ridotte è in crescita. Nel 2020, con 32.538 unità vendute, le elettriche hanno registrato un +207% rispetto al 2019. Considerando anche le auto ibride plug-in, oltre 27.400 unità nel 2020 che si possono ricaricare alla presa di corrente, l’elettrico in totale ha sfiorato 60.000 veicoli venduti in un anno, segnando un più 250% sul 2019. Se invece confrontiamo l’elettrico e l’ibrido con le auto totalmente a combustione, le percentuali si riducono drasticamente: nel 2020 la quota di mercato delle elettriche è stata appena del 4%. In ogni caso, numeri importanti se si contano i rispettivi risparmi economici per la ricarica.

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Silvestro Ramunno, giornalista professionista. Si è occupato a lungo di economia e sindacato. Ha lavorato per radio, agenzie e quotidiani a Bologna. Attualmente lavora nel settore della comunicazione e relazioni pubbliche. È consigliere dell'Ordine dei Giornalisti dell'Emilia-Romagna.