Le regioni italiane amiche delle start up

Conferenza StartupLe regioni italiane sono amiche delle start up. Alcune, come Campania, Friuli Venezia Giulia, Marche e Toscana hanno promosso iniziative legate all’autoimprenditorialità di soggetti a rischio attraverso, ad esempio, bandi dedicati all’imprenditoria femminile. Altre, tra cui Emilia-Romagna, Liguria, Marche, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto hanno stimolato l’innovazione tecnologica supportando l’investimento sia nelle fasi preliminari e di sperimentazione dell’idea che nell’avvio della start up. In altre ancora – Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia – proliferano portali di crowdfunding, acceleratori e incubatori d’impresa, business angels.

È la mappa dell’Italia delle start up descritta oggi nel corso del convegno Strategie, policy e progetti delle Regioni italiane a supporto delle startup innovative organizzato dall’Associazione Italia Startup in collaborazione con la Commissione Attività Produttive della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, in partnership con l’azienda associata Warrant Group e con il patrocinio di Unindustria.

L’indagine condotta dall’Associazione, che ha aggiornato i dati del 2014, delinea un panorama positivo a sostegno delle nuove imprese. “Il ruolo delle Regioni, di supporto alla crescita delle giovani imprese innovative, come anche allo sviluppo delle imprese esistenti, è fondamentale”, ha affermato in sede d’evento Marco Bicocchi Pichi, Presidente Italia Startup. “È infatti nel rafforzamento e nella creazione di condizioni strutturali di vantaggio competitivo e specializzazione che le regioni – ha proseguito Pichi – l’Italia e l’Unione Europea, possono cogliere le grandi opportunità dell’economia della conoscenza e valorizzare la proprie competenze e diversità culturali”.

Cresce il numero di regioni che ha introdotto una definizione univoca di start up innovativa. E tutte presentano interventi a favore della nuova imprenditorialità nella programmazione comunitaria 2014-2020, con all’attivo circa 70 interventi nelle programmazioni 2007-2013 e 2014-2020.

Un sostegno che mostra l’impegno “a difendere e a valorizzare il made in Italy con processi di internazionalizzazione delle aziende, muovendo un volano fondamentale come le startup innovative”, ha rimarcato Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni.

Tra le modalità di intervento più diffuse emerse nella relazione ci sono: i contributi in conto capitale e a fondo perduto e l’acquisizione di una partecipazione al capitale di rischio nelle fasi iniziali (early stage) e nell’attuazione di strategia di crescita (expansion financing). Opzioni adottate soprattutto in  Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Molise, Sardegna, Sicilia, Toscana.

C’è chi poi, come Lazio e Lombardia ha ridotto la pressione fiscale e chi, come Lombardia e Puglia, ha introdotto interventi specifici a favore delle nuove imprese a vocazione speciale operanti nel welfare. E il proliferare dell’auto-mprenditorialità consente di individuare e aprirsi a “nuove nicchie di mercato attraverso nuovi prodotti, servizi e sistemi di produzione ad elevato contenuto innovativo”, ha osservato Manuela Bora, Assessore Regione Marche e Coordinatrice della commissione Attività produttive della Conferenza delle Regioni. Non potendo come Paese “garantire posti di lavoro ai nostri giovani”, ha proseguito, “possiamo offrire, proprio attraverso le startup, opportunità per creare lavoro e per perseguire la loro idea di lavoro”.

Nonostante il panorama propositovo, restano alcuni ostacoli da superare per la piena espansione della nuova imprenditorialità: qualità dei business plan e dei piani finanziari, capacità di autofinanziamento dei proponenti, difficoltà di accesso al credito, problematicità inerenti la chiara individuazione dell’attività di ricerca industrializzabile. Cui si aggiunge una disparità di interventi tra le singole realtà da parte di Camere di commercio, Consorzi e associazioni di categoria nell’erogare contributi, incentivi o sovvenzioni e nel favorire l’accesso al credito.

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