La via per la città intelligente passa dall’efficienza e dalla condivisione di risorse

Smart city, tra efficienza e capacità di fare sistema 

Smart%20City%20 %20Anci%20Lombardia%20Promuovere una gestione strutturata in grado di mettere a sistema le competenze e le risorse degli enti in ambito innovazione sfruttando le opportunità finanziarie derivanti dall’efficientamento energetico.  E’ questa una possibile opzione a disposizione dei Comuni per promuovere lo sviluppo della smart city nel nostro Paese secondo quanto emerso dall’incontro “Smart City e Sensibile City: Tecnologie, Partecipazione e Governance” che si è tenuto ieri a Milano. L’iniziativa, organizzata da Anci lab e Siami (Società in house di Anci Lombardia), è stata l’occasione per fare il punto sullo sviluppo delle città intelligenti nel nostro Paese. In particolare secondo Paolo Testa, Direttore di Cittalia e Responsabile Osservatorio nazionale Smart City  i driver per lo sviluppo del settore sono legati all’adozione di una “visione strategica” in ambito big data, alla loro gestione “trasversale e integrata” , ma anche alla scelta di modelli operativi condivisi e alla “ricerca di finanziamenti nella logica del blended founding”. Un approccio, quest’ultimo, che, unendo risorse pubbliche e private in maniera proficua, deve essere in grado di superare i classici schemi di private-public partnership favorendo progetti di più ampie dimensioni attraverso l’aggregazione delle esigenze di più amministratori locali.

Efficienza a servizio delle città intelligenti: il project financing  

Tra i settori su cui puntare per promuovere la smart city, secondo Giorgio Pucci presidente Enerqos, c’è quello dell’efficientamento energetico, un percorso che, attraverso il ruolo delle esco, costruisce il primo passo verso lo sviluppo di soluzioni innovative. Ma qual più in dettaglio il modello operativo adottato? In questo iter di innovazione della città la parola chiave secondo il manager è project financing, una forma di partenariato pubblico privato per la realizzazione e gestione di opere pubbliche o di pubblica utilità che si basa sull’utilizzo di capitali privati, remunerati attraverso i proventi derivanti dalla gestione dell’opera per un determinato periodo di tempo e sul coinvolgimento di operatori economici privati sin dalla fase di progettazione degli interventi. Questa forma di finanziamento dell’innovazione, che nel nostro Paese è ancora agli albori, ha spiegato Pucci, si basa in maniera specifica sulla validità economica e finanziaria del progetto che deve essere potenzialmente in grado di generare flussi di cassa positivi, sufficienti a ripagare i prestiti ottenuti per il finanziamento del progetto stesso ed a garantire un’adeguata remunerazione del capitale investito, che deve essere coerente con il grado di rischio implicito nel progetto stesso. In  altre parole, ha sottolineato il manager, con il risparmio ottenuto da interventi di efficientamento, un 50% e più all’anno, “si finanzia l’intervento industriale che il Comune ripaga con una sorta di noleggio operativo, in realtà è project financing, in un certo numero di anni. Il ritorno è, quindi, garantito dal risparmio ottenuto attraverso gli impianti nuovi”. 

Accesso ai progetti in ambito smart city: l’importanza di mettere a sistema le competenze 

In generale, secondo Claudio Russo, del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico  di Milano, quello della smart city è un tema a  cui nel nostro Paese viene dedicata molta attenzione sia nel settore pubblico sia nel settore privato. In particolare gli enti pubblici, al centro di “una rilevante trasformazione nel proprio assetto istituzionale” si trovano secondo Russo, a gestire “grosse difficoltà nel finanziare operazioni in ambito smart city”. Criticità a cui si far fronte ricorrendo ai finanziamenti pubblici legati alla nuova programmazione europea. 

“I fondi diretti, gestiti direttamente dall’Europa, possono finanziare su scala italiana circa 3,5 miliardi di euro in progetti di questuo tipo su diversi programmi. Su scala nazionale i programmi operativi nazionali possono finanziare circa 2,7 miliardi di euro di progetti per smart city, anche in questo caso  articolati su diversi PON (programmi operativi nazionali). La quota più rilevante a livello nazionale è di circa 5,7 miliardi di euro e in realtà deriva dai POR, programmi operativi regionali, che dipendono da regione a regioni con propri obiettivi e  con propria dotazione economica”, ha spiegato Russo

In questo contesto un elemento chiave per “poter accedere a queste risorse è la presenza di competenze precise”. “Bisogna sapere dove sono queste risorse, bisogna sapere scrivere e candidare le proprie proposte e i propri progetti. In questo senso i piccoli Comuni  devono  mettere a sistema le competenze e le risorse degli enti con il supporto indispensabile di associazioni come Anci che si fanno promotrici degli interessi di questi Comuni”.  

Nel corso dell’incontro sono state presentate una serie di best practice legati all’implementazione di progetti in ambito smart city. Nei video pubblicati qui di seguito il caso di Cascina Merlata (Milano) e del Comune di Pegognaga. 

Da Smart City a Smart District, il caso di Cascina Merlata – Eugenio Kannés, Direttore generale di EuroMilano.

http://www.youtube.com/watch?v=dW6WiUlrJME

Pegognaga: il Comune su misura – Dimitri Melli, Sindaco di  Pegognaga.

http://www.youtube.com/watch?v=Vvt60BDnVUQ

 

 

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Giornalista professionista e videomaker con esperienze in diverse agenzie di stampa e testate web. Laurea specialistica in Filosofia, master in giornalismo multimediale.