L’urbanizzazione da un forte contributo, in negativo, all’impatto ambientale per le emissioni che produce. Per questo è necessario ripartire dalle città per trasformarle nel cuore pulsante della transizione energetica.

Programmi come la Mission EU “Climate neutral and smart cities’n” della Commissione europea rappresentano un ingranaggio di sviluppo proprio su questa linea guida.  Ne ha fatto oggetto di un incontro oggi, 16 ottobre Apre, Agenzia per la promozione della ricerca europea , proponendo una giornata di confronti su più livelli, istituzionale, regionale e cittadino per distribuire il know how e contribuire a ristrutturare l’ossatura su cui riprogettare spazi urbani e abitudini grazie alla conoscenza degli impatti ambientali e alle tecnologie.

“Serve una logica che non può essere semplice e non può essere organizzata in silos disciplinari, ma che chiede una visione di insieme. Questa logica, chiamiamola europea (quella di partire dalle città sostenibile e smart ndr.), è la stessa che abbiamo messo al centro del Piano nazionale della ricerca” sottolinea il ministro dell’Università e della ricerca, Gaetano Manfredi intervenuto ai lavori. Il Piano, secondo il Ministro “rappresenta lo strumento strategico del Paese e vede due ambiti di ricerca fortemente interessati a questa tematica che sono proprio: clima, energia, e mobilità sostenibile, tecnologia sostenibile, agroalimentare, risorse naturali e ambientali. (…) Orizzontali di per sé e integrati insieme hanno una forte corrispondenza con l’ambito che si sta discutendo oggi”.

Il tema della transizione digitale e ambientale è centrale”. Su cui “l’Italia può dire molto” rimarca il Ministro rivendicando l’impatto di scelte politiche come eco bonus e sisma bonus: “Leve fondamentali per rinnovare in maniera intelligente il patrimonio abitativo di queste città”.

Politica e regioni un ruolo strategico e sinergico per ripartire dalle città

Importante il ruolo della politica “Abbiamo cluster e distretti tecnologici attenti a questa tematica. Le nostre politiche nazionali devono mettere a sistema le esperienze positive fatte, e raccogliere le best practices, ottimizzando l’impatto e creando massa critica” rimarca Manfredi. La giornata di oggi è utile per discutere di questi temi che fanno parte dell’agenda europea e italiana.  “Un grande lavoro collettivo in cui potremmo portare in Europa le nostre esperienze e la nostra competitività” conclude il Ministro.

Nell’ambito di questo progetto le regioni possono essere un modello per le città” sottolinea Irene Priolo, assessora all’Ambiente, difesa del suolo e della costa, protezione civile dell’Emilia Romagna che evidenzia come la sua regione abbia “messo al centro delle proprie politiche dell’impatto per il lavoro e per il clima. Pensiamo sia un modello applicabile anche su altre regioni” spiega l’Assessora. Digitalizzazione, consumo di suolo, mobilità: sono tutte strategie cittadine sono alla base di una trasformazione vincente delle città, secondo la Priolo, come in cambiamenti portati anche dalla pandemia del Covid-19: “Lo smart working sta ridefinendo anche la possibilità di lavorare dal punto di vista di riqualificazione dei nostri ambienti più di quanto accaduto in passato”.

Un ruolo decisamente “fondamentale” quello delle regioni perché strategico nell’assegnazione dei fondi strutturali, come evidenzia Anna Lisa Boni, rapporteur del Mission board “Climate-neutral and smart cities”. “Mandare fondi ai progetti che sono concentrati su questa missione” è l’asset, secondo la Boni, per il successo di questa progettazione europea.

Il ruolo delle smart city per ridurre l’impatto ambientale dell’uomo

“La società del domani è fatta di città che rappresentano un elemento determinante dell’abitare e del vivere.” Per questo “la leva delle smart city oggi è una leva determinante” spiega il ministro Manfredi, sottolineando come le città siano composte da “una rete complessa” di cittadini, tecnologie e abitudini.

Averne il controllo significa poter gestire in modo integrato e intelligente i flussi. Ottenendo una migliore “qualità della vita dei cittadini” e “gestire meglio l’impatto ambientale”. “Il nostro Paese può fare molto rispetto la specificità di questa tematica che mette insieme due aspetti molto importanti: neutralizzazione dell’impatto climatico e smart city. Non si tratta di parlare di due cose separate ma di una strategia integrata che è quasi necessaria”.

Una strategia che non può prescindere, secondo il Ministro, “dall’intelligenza artificiale integrata con l‘efficienza delle città”.

Il ruolo dell’idrogeno nella transizione energetica nei distretti abitativi

“Oggi fare innovazione guardando anche all’idrogeno come tecnologia significa non solo guardare alle tecnologie ma anche all’idea di distretto abitativo e industriale che guardi all’innovazione con l’idrogeno in maniera integrata” sottolinea il ministro Manfredi.

Una tecnologia in transizione essa stessa tra l’idrogeno blu e il verde. Rimarca l’assessora all’Ambiente dell’Emilia Romagna: “La capacità di gestire e inserire queste nuove competenze in questi settori e di sveltire queste innovazioni diventa fondamentale in questa fase. Da un punto di vista delle riposte dobbiamo vedere le risorse ambientali che possiamo mettere a disposizione e che possono essere un fattore fondamentale della qualità urbana che stiamo cercando”.

Transizione per ripartire dalle città e con le città attraverso quello che la Priolo definisce “un patto multilivello orizzontale e verticale in grado di cambiare la qualità della vita dei cittadini.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.