Approccio integrato e disponibilità di dati per la smart city di oggi

Internet Of ThingsDomani a Brescia prenderanno il via i laboratori territoriali “Brescia 2030”. Incentrati su quattro tematiche – istruzione e formazione, salute e benessere, industria e impresa, turismo e cultura – coinvolgeranno 32 soggetti, tra pubblico e privato, con l’obiettivo di produrre “quattro o cinque azioni che consentiranno di sviluppare progetti e attivare servizi per la nostra città, a cavallo tra reale e digitale”, ci spiega Nadia Busato, Project Manager di Brescia Smart City.

Un confronto tra diversi stakeholder – parteciperanno anche “le realtà che si occupano di salute, ambiente e prevenzione, inclusi i responsabili di sviluppo e innovazione delle Arpa che per noi sono preziosissimi nell’espansione delle infrastrutture urbane e della smart city” – che si inserisce in un lavoro pluriennale scandito a novembre dall’aggiornamento dell’agenda digitale urbana-Brescia 2030 e da progetti come: Industria 4.0, BresciaPiù, il tavolo territoriale sull’economia circolare e il progetto di coordinamento delle agende digitali del Comune e della Provincia di Brescia, “perché dobbiamo adottare l’approccio di un’area metropolitana e lavorare su un’area diffusa”, precisa la Busato.

Punto focale del lavoro è la disponibilità dei dati: “I dati sono il punto di partenza per sviluppare nuovi scenari – spiega la Busato – La PA non è pronta a questa apertura, che non è solo una questione di pubblicazione e disponibilità, ma di privacy”. L’organizzazione delle informazioni è la chiave per favorire un “approccio territoriale diffuso”, su cui “Expo ha fatto scuola” e con il quale si può promuovere un turismo sostenibile in cui “città d’arte e borghi lavorano in sinergia senza rubarsi turisti”. Ma “le realtà locali non si organizzano e, a livello nazionale, si vive un ritardo nella disponibilità e nell’organizzazione dei dati che frena il rinnovo della PA”. Il rischio? Che “affermati attori internazionali possano sottrarre i dati sia all’ecosistema delle start up italiane che alle autorità locali, vera memoria storica del territorio e punto di contatto con i cittadini”, precisa la Busato. Un esempio? “Se l’amministrazione non raccoglie dati sul trasporto locale e sulla qualità dell’aria potrebbe arrivare un gigante come Facebook e sfruttarli per fare profitto”.

Rendere Brescia una smart city rappresenta un percorso ineludibile: “In sei anni di lavoro ho notato un cambiamento nell’approccio alla città. A Brescia ci vantiamo di promuovere una smart city che sia tale non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche del coinvolgimento dei cittadini e della fiducia verso l’amministrazione”, ha proseguito la Busato. Difatti, “in questa nuova visione dell’agenda digitale abbiamo messo in rete 105 istituti digitali: ormai l’accesso è chiesto dai genitori e così possiamo educare i bambini all’uso del digitale”. Per non lasciarli “orfani” nel mare di internet, dove “grandi organismi commerciali sono invisibili dall’altra parte dello schermo”.

E rappresenta un’eredità concreta per l’amministrazione che arriverà nel 2018: “Entro un anno l’agenda 2030 di Brescia vuole coordinarsi con l’agenda della Provincia”, spiega la Busato.

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Giornalista professionista e videomaker, attenta al posizionamento seo oriented degli articoli e all'evoluzione dei social network. Si occupa di idrogeno, economia circolare, cyber security, mobilità alternativa, efficienza energetica, internet of things e gestione sostenibile delle foreste