L’acqua è una risorsa preziosa e in questi lunghi giorni di pandemia e segregazione domestica che ne stiamo accorgendo anche di più. Ed è necessaria anche per difendersi anche dal Covid 19, come ricorda il presidente di fondazione Univerde Alfonso Pecoraro Scanio, nel corso del web in air “Acqua: nessuno sia lasciato indietro” in cui  è stato presentata la traduzione ufficiale in italiano del Rapporto mondiale delle Nazioni unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2019. “Discriminazione, esclusione, emarginazione, asimmetrie di potere profondamente radicate e diseguaglianze materiali sono alcuni dei principali ostacoli che impediscono il rispetto dei diritti umani all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari sicuri per tutti, realizzando così gli obiettivi relativi all’acqua inclusi nell’Agenda 2030” si legge nel rapporto.

Una risorsa che se manca può solo peggiorare stati di povertà e discriminazione che vede le donne tra i più deboli, come sottolinea la Michela Miletto, coordinatrice a.i. del programma Unesco per la Valutazione delle risorse idriche mondiali.

Acqua, un problema anche per l’Italia

“Il Governo abroghi la norma che vieta l’allaccio all’acqua alle persone più povere e dimenticate e sostenga le associazioni che si occupano dei senzatetto” rimarca Pecoraro Scanio. I problemi  sono molto spesso legati a “infrastrutture obsolete” come sottolinea  Renato Drusiani, senior advisor di Utilitalia.


Fissare le tariffe – di norma la principale fonte di finanziamento per le forniture di servizi – richiede il conseguimento di un equilibrio tra diversi obiettivi chiave: recupero dei costi, efficienza e accessibilità economica ed equità. Lo sviluppo delle strutture tariffarie costituisce una sfida proprio perché questi quattro obiettivi sono spesso in contrasto fra di loro, con la conseguente necessità di concessioni reciproche.
Rapporto mondiale delle Nazioni unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2019

“Serve piena consapevolezza dell’acqua come di una risorsa critica e scarsa” sottolinea Alessandro Maggioni, direttore relazioni istituzionali e area tecnica, Anima Confindustria, “e l’unico modo di favorire un uso efficiente è avere una corretta misura dell’acqua”. Per farlo, secondo Maggioni “serve un coinvolgimento delle istituzioni con provvedimenti volti a indirizzare un uso consapevole dei consumi, come è stato fatto per l’elettricità”. Ma è necessaria anche un’attenzione agli investimenti. “La tecnologia c’è” sottolinea Maggioni, facendo riferimento alle potenzialità dell’IoT .“Ad esempio il piano industria 4.0 ha messo un accento sul tema ambientale, ma ha escluso gli investimenti e le applicazioni digitali nel sistema idrico integrato. Sarebbe un segnale importante favorire un intervento e uno sviluppo di IoT nella gestione dell’acqua” conclude Maggioni.

“Un modo per accrescere l’accessibilità economica di questi servizi consiste nel ridurre il costo della loro fornitura. Lo sviluppo e la diffusione delle innovazioni tecnologiche, il miglioramento della gestione attraverso pratiche di buona governance, una maggiore trasparenza e l’attuazione di interventi efficaci dal punto di vista dei costi possono migliorare l’efficienza produttiva, riducendo di conseguenza i costi dei servizi”.
Rapporto mondiale delle Nazioni unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2019

Roberto Morassutsottosegretario al ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, intervenuto all’incontro, ha ricordato come: “Rispetto alla buona governance e all’accesso alla distribuzione dell’acqua ci sono due proposte di legge alla Camera” sottolinea quindi Morassut sono di PD e Cinque stelle. Si è tentato di lavorare a una osmosi e presentare un testo unico, ma l’insorgere dell’emergenza al momento ha impedito di andare avanti”. Una sosta, non un fermo, perché, come rassicura Morassut, è necessario puntare a unsistema che non sia frammentato. Fondamentale anche “L’interrelazione dei sistemi e dei bacini” tema su cui il rappresentante del governo puntualizza che sia “fondamentale aumentare il volume degli investimenti pubblici e la governance con il settore privato”. In piena garanzia di quanto previsto dal referendum sul settore.

La fornitura di infrastrutture igienico-sanitarie urbane si colloca a livelli decisamente inferiori rispetto alla fornitura di infrastrutture idriche nella maggior parte degli ambienti urbani; i residenti più poveri nei quartieri degradati sono quelli più duramente colpiti.  (…) I sistemi per il trattamento decentrato delle acque reflue costituiscono un’alternativa con investimenti e costi di gestione notevolmente inferiori, oltre a poter offrire soluzioni più efficienti in contesti specifici, come ad esempio in talune aree periurbane.
Rapporto mondiale delle Nazioni unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2019

Acqua, un potenziale tra pubblico e privato che può toccare anche altri aspetti come il consumo di suolo e la riqualificazione edilizia

Potenziale, questo tra pubblico e privato, che Morassut cita anche nel caso del consumo di suolo e dell’end of waste in edilizia. Stimolando cioè il recupero di materi edili direttamente nei cantieri, per cui serve l’emanazione di un End of wastespecifico e l’uso della leva fiscale per favorire il recupero dell’edilizia esistente. Un sistema, spiega Morassut che è al vaglio nel collegato ambientale, per limitare il consumo di suolo e magari riqualificare aree cittadine. Un’azione anche qui che vede un potenziale nel dialogo con l’industria. “Se si riesce a costruire una sorta di patto con l’edilizia” spiega Morassut affinché “il settore privato sia in grado di proporre progetti che guardino all’emissioni zero rifacendo interi parti di città senza comprimere i servizi” di fatto lasciando alle imprese anche l’onere della riqualificazione dei servizi cittadini. Azione che vedrebbe “una forte vigilanza dell’Autorità pubblica che” puntualizza va ricostruita e rafforzata” e su cui la PA può “trarre i costi straordinari”, agendo quindi anche qui dietro le quinte sui costi delle imprese.

Sul rafforzamento del sistema di vigilanza Maurizio Montalto, presidente Istituto italiano per gli studi delle politiche ambientali, tornando al tema dell’idrico, propone di istituire una protezione civile specializzata sul settore, con l’intento di duplicare la best practice tutta italiana dell’efficienza di tale servizio.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.