Paesi emergenti, l’impatto del trasporto su strada e come contenerlo

Le conclusioni del report IEA: "Implementing Clean Energy Transitions Focus on road transport in emerging economies"

Quale impatto ha il trasporto su strada nelle economie dei Paesi emergenti rispetto alla domanda di energia, le emissioni di CO2 e l’inquinamento atmosferico? E’quanto si sono chiesti all’IEA, International Energy Agency. L’Agenzia ha messo a confronto quanto stanno facendo in: Brasile, Repubblica popolare cinese, India, Indonesia, Messico e Sudafrica. Individuando nel report: “Implementing Clean
Energy Transitions Focus on road transport in emerging economies”, sei settori politici critici per il raggiungimento delle transizioni nel trasporto su strada e una serie di raccomandazioni e buone pratiche utili a facilitare la transizione.

L’inquinamento non si ridurrà prima del 2040

Perchè focalizzarsi su Brasile, Repubblica popolare cinese, India, Indonesia, Messico e Sudafrica. Nel report emerge come la domanda di energia sia cresciuta dal 14 al 27% in 20 anni. Nello stesso periodo di tempo, quindi 2000-21 il parco veicoli è aumentato di 5 volte da circa 185 milioni di euro nel 2000 a quasi un miliardo nel 2021.Una crescita importante se pensiamo che nel resto del mondo la crescita è stata”solo” del 40%. 

In questo scenario il consumo totale di carburante per il trasporto su strada è previsto che cresca complessivamente nelle aree oggetto del report fino a 725 milioni di tonnellate equivalenti petrolio (Mtoe) entro il 2050. Un dato superiore al picco previsto dagli obiettivi di sostenibilità per queste aree che sarebbe di circa 660 Mtoe entro la fine di questo decennio. In questi paesi, le emissioni dirette di CO2 dal settore del trasporto stradale hanno raggiunto più di 1,5 Gt CO2 nel 2021. Un dato che continua a salire, secondo le previsioni fino a metà 2030 in cui è previsto dagli scenari IEA  un picco di circa  1.8 Gt CO2 negli STEP, diminuendo successivamente a 1.6 Gt CO2.

Dato ancora più preoccupante secondo questo scenario stando alla attuale crescita di veicoli, consumi e relativo inquinamento che  in India e in Brasile le emissioni cominceranno a scendere solo dal 2040, mentre negli altri paesi oggetto di studio solo dal 2050. Cina ed India dovrebbero secondo questo studio raggiungere la neutralità climatica rispettivamente nel 2060 e nel 2070.

Ma non è ancora detta l’ultima parola.

Difatti le principali economie emergenti hanno l‘opportunità di saltare modelli di trasporto stradale esistenti obsoleti mediante l’attuazione di una politica specifica dei trasporti. Intervenendo nel processo decisionale e responsabilizzando le agenzie esecutive le politiche ambiziose negli Scenari di impegno annunciati potrebbero generare circa 13 Gt CO2 cumulative riduzione delle emissioni nel settore del trasporto stradale.

Le automobili delle principali economie emergenti selezionate potrebbero scendere a 140 Mt di CO2 entro il 2050, in calo di circa l’80% dal 2021.

Più critico il ruolo del trasporto merci su strada dove il motore elettrico
o le celle a combustibile non è sempre disponibile o conveniente. In entrambi gli scenari lo IEA prevede che le emissioni di CO2 degli autocarri continueranno ad aumentare fino alla fine di questo decennio. Tuttavia, le principali economie emergenti vedono un calo da 565 Mt CO2 nel 2021 a 400 Mt CO2 nel 2050.

Nonostante ciò i camion rimangono di gran lunga il più grande emettitore nel settore dei trasporti.

La sfida negli investimenti finanziari

Per invertire la rotta delle emissioni inquinanti e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità sono necessari importanti investimenti nei trasporti, nei veicoli elettrici e nelle infrastrutture di ricarica. Si tratta di investimenti nazionali ma anche internazionali perché serve mettere a disposizione tali tecnologie.

Un impegno che al momento non sembra adeguatamente preso in carico dalla politica attuale che soffre anche di bilanci pubblici poco elastici e un sistema finanziario bancario non adeguato a sopperire alle necessità della trasformazione economica. Uno scenario in cui anche il capitale familiare è poco. Tutti elementi che non favoriscono la trasformazione sostenibile dei trasporti.

Secondo gli studiosi IEA servirebbe un rafforzamento delle banche nazionali e della finanza delle famiglie, eliminando le distorsioni del mercato, e l’uso mirato delle imprese di proprietà statale per creare domanda sono elementi chiave per affrontare ostacoli e di incanalare gli investimenti.

Strumenti finanziari internazionali come: aiuti allo sviluppo all’estero, finanza climatica, finanza multilaterale, nonché finanza mista (come il Just Energy Transition Partnership con il Sud Africa e Indonesia), possono contribuire a superare le barriere finanziarie.

Secondo lo studio si tratterebbe di implementare gli investimenti di 110 miliardi di dollari nella seconda metà del 2020 con un ulteriore 40% annuale fino al 2050. Secondo lo scenario annunciato degli investimenti si dovranno raggiungere i 150 miliardi di dollari tra il 2026 e il 2030, con oltre 230 miliardi di dollari fino al 2050. 

La Cina dovrà fare da capofila negli investimenti, a seguire India e Indonesia.

La spesa annuale per i veicoli elettrici nelle principali economie emergenti dovrebbe  aumentare fino a 90 miliardi di dollari nel 2026-2030. Impegno che senza ulteriori sforzi politici si tratta di una cifra non raggiungibile avvisano gli esperti IEA.

La strada della sostenibilità è ancora percorribile, ecco alcune soluzioni

Miscelare più strumenti è la soluzione secondo gli esperti IEA per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione anche nei Paesi emergenti. Serve quindi effettuare un mix di obiettivi, politiche e regolamenti in grado di allineare il trasporto su strada ai target di sostenibilità. Uno sguardo collettivo al problema può favore anche politiche extranazionali volte alla ricerca e sviluppo di soluzioni innovative e sempre più performanti.

Piano pubblico di gestione dei trasporti e logistica

A cominciare da realizzare un piano globale dei trasporti che guardi in chiave extranazionale al tema e sostenga una transizione che sia anche solidale a livello sociale. Tra le proposte, poco originali ci permettiamo di sottolineare, l’introduzione di una tariffazione del carbonio e un sostegno mirato alle famiglie vulnerabili e a basso reddito.

Un quadro che dovrebbe guardare anche alla armonizzazione rispetto i mezzi pesanti. Le normative e gli standard sui camion a emissioni zero possono incentivare il mercato e la domanda di veicoli elettrici e a celle a combustibile, dando segnali importanti al mercato.

Disincentivare il mezzo privato e favorire mobilità dolce su piccoli percorsi

Politiche di disincentivazione al mezzo privato che guardino ai trasporti pubblici sia nelle aree urbane che in quelle rurali, sono necessarie al fine di incoraggiare una mobilità più sicura e ridurre la congestione dei trasporti. Inoltre l’elettrificazione di autobus e treni accelera la decarbonizzazione dei trasporti pubblici, riducendo l’inquinamento atmosferico.

In questo lo studio cita come cadi di successo il trasporto rapido dei bus Curitiba in Brasile e il TransJakarta in Indonesia. Servono quindi sovvenzioni per l’acquisto di autobus elettrici e realizzare appalti dedicati ai mezzi a emissioni zero.

Inoltre vanno sostenute misure a favorire di trasporto su bicicletta o a piedi che limitino l’uso di trasporto di auto private le brevi distanza.

In questo la Colombia ha adottato una legge nel 2016 che incentiva fortemente i dipendenti ad andare a lavorare in bicicletta. In Città del Messico invece sono stati realizzati circa 50 km di piste ciclabili durante la pandemia e piani per aumentare la lunghezza delle attuali piste ciclabili a 600 km entro il 2024.

Sostituzione di mezzi a combustione con veicoli elettrici

Un grande lavoro andrebbe fatto secondo gli esperti IEA nella sostituzione dei mezzi a combustione interna privati e aziendali con altri elettrici. Per farlo gli studiosi suggeriscono alcuni esempi che vanno oltre la sola sovvenzione economica così da non imporre costi significativi agli Stati.

Ad esempio in Cina e Indonesia sono state ridotte le tasse di acquisto di tali veicoli.

In Cina ed India invece sono state introdotte misure di agevolazione nell’uso come: corsie speciali, parcheggi e zone a emissioni zero. Inoltre il governo di Delhi ha proposto un progetto di regolamento nel luglio 2022 che impone alle imprese di consegna e trasporto di elettrificare parte della loro flotta, con le quote richieste che aumentano nel tempo. Velocizzare la transizione ai veicoli della flotta può anche contribuire a stabilire un mercato di seconda mano per i veicoli elettrici, che a sua volta renderebbe le auto elettriche più accessibili per gran parte della popolazione.

Serve inoltre lavorare per rendere più accessibili e distribuite le ricariche dei veicoli. Molti paesi offrono sovvenzioni o incentivi fiscali per incoraggiare investimenti privati. In India ad esempio è stato introdotto un obiettivo che va fino al 20% dell’uso dei parcheggi per le strutture di ricarica EV. Inoltre molte economie emergenti, utilizzano lo scambio di batterie per abbassare i costi di acquisto iniziali dei veicoli.

Infine lo studio suggerisce di migliorare gli standard di risparmio di carburante e incentivare l’adozione di biocarburanti sostenibili.

Nel primo caso aumentare gli standard di risparmio di carburante può favore la scelta dei produttori di realizzare veicoli a zero e basse emissioni invece di concentrarsi sul miglioramento dell’efficienza del carburante.

Parteneraiati pubblici privati e altri strumenti finanziari

I partenerariati pubblico- provato possono aiutare i privati a investire in questo settore. In Indonesia il governo ha stabilito una politica globale di governance, sostenuta da diversi finanziamenti pubblici, nonché un’unità dedicata al partenariato pubblico-privato  gestione all’interno del Ministero delle Finanze.

Altro strumento per agevolare i finanziamenti è rappresentato dalle tassonomie. La Cina, per esempio, ha emesso un catalogo di progetti approvati da Green Bond per guidare le istituzioni finanziarie e istituzioni societarie sull’emissione di green bond.
Inoltre sviluppare i mercati delle obbligazioni societarie per rendere il finanziamento del debito più accessibile al settore privato.Altra misura i prestiti al consumo auto per l’acquisto di veicoli a emissioni zero anche fare la differenza.

Ad esempio il Sud Africa stabilito il Climate Finance Facility. Si tratta di uno strumento di finanziamento specializzato per aumentare gli investimenti in progetti infrastrutturali connessi al clima.

In questo scenario anche i partenariati di transizione sono esempi di cooperazione internazionale nel finanziamento le transizioni energetiche pulite nelle economie emergenti che potrebbero essere estese alla settore dei trasporti.

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