Il mondo è diventato un posto peggiore e il cambiamento climatico è la prima causa

Crisi climatica, guerra e pandemia queste le cause individuate nell'indagine "La percezione dei cambiamenti degli ultimi 10 anni e l'orientamento verso le donazioni e i lasciti solidali” realizzata da Walden Lab-Eumetra per il Comitato Testamento Solidale

Il mondo è diventato un posto peggiore e l’Italia non è da meno. Questo quanto ritengono 4 italiani su 10 secondo l’indagine La percezione dei cambiamenti degli ultimi 10 anni e l’orientamento verso le donazioni e i lasciti solidali” realizzata da Walden Lab-Eumetra per il Comitato Testamento Solidale su un campione rappresentativo di italiani di 25+ anni (circa 46,5 milioni, in base ai dati Istat).

Nel complesso tra le cause principali il cambiamento climatico, la crisi geopolitica internazionale e l’avanzamento di una tecnologia che può sopraffare i lavoratori. Tra le soluzioni principali proposte una maggiore solidarietà, rispetto delle norme e dell’ambiente.

mondo è diventato un posto peggiore

Perché il mondo è diventato un posto peggiore

In dettaglio il 43% degli italiani considera che il mondo si trova in una condizione peggiore rispetto a 10 anni fa. Solo il 10% ritiene che sia migliore. La prima di tutte le preoccupazioni è il cambiamento climatico (86%), seguito da guerre (84%) e pandemie globali (83%).

Anche il tema delle materie prime è al centro delle preoccupazioni con un 78% preoccupato dell’esaurirsi delle risorse naturali (78%) e dalla crescita delle diseguaglianze tra paesi ricchi e poveri (76%).

Altra preoccupazione lo sviluppo delle tecnologie: il 68% teme l’impatto della rivoluzione digitale nella vita quotidiana e il 57% la sempre più rapida innovazione tecnologica dei mezzi e degli strumenti.

La solidarietà per migliorare il mondo

Nello scenario, secondo quasi due terzi degli intervistati, solo il Terzo Settore si sta concretamente impegnando per una società migliore.

Gli italiani ritengono che “per migliorare il mondo serva anche la solidarietà” e lo fanno dando “sostegno a una buona causa tramite il lascito solidale (69%)” o una generica donazione in denaro (66%). Inoltre il 21% del campione, corrispondente a 5,5 milioni di italiani (over 50), ha già previsto un lascito solidale nel suo testamento o è orientato a farlo, mentre aumentano gli indecisi (35% vs 27% nel 2022). Infine, le campagne dedicate ai lasciti solidali piacciono a 7 italiani su 10.

Cosa è migliorato o meno in Italia

Il 47% degli intervistati ritiene che anche in Italia la qualità della vita sia peggiorata. Un trend in crescita rispetto le indagini precedenti.

Mentre 1 su 10 ritiene che sia invece migliorata e il 43% ritiene che sia migliore per alcuni aspetti e peggiore per altri.

Come è cambiata la qualità della vita in Italia e in cosa. Al primo posto per gli italiani si trova la ricerca medico-scientifica (35%) seguita da qualità della comunicazione (33%), tutela dell’ambiente (17%) e rispetto dei diritti civili (11%).

Peggiorati invece: il costo della vita (88%), le prospettive dei giovani (73%), il lavoro e l’occupazione (66%) e la sanità (61%). Diminuisce anche il benessere economico (72%) ma anche la fiducia nel prossimo (66%) e l’equità sociale (62%). Nel complesso, oggi gli italiani vedono intorno a sé una società più preoccupata del futuro (77%) ma anche attenta alla propria salute (48%) e all’ambiente (45%), meno soddisfatta della vita (67%), meno attenta agli altri (48%) e meno tollerante (46%).

Cosa serve per rendere la società migliore

Secondo l’88% degli intervistati il rispetto delle leggi e delle regole e l’impegno nel far bene il proprio lavoro (84%) sono tra le prime azioni utili a migliorare la qualità della vita collettiva. Secondi, ma con poco distacco, l’impegno ambientale (82%), sociale (80%) e culturale (78%), intesi come forme di volontariato.

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