Siamo nel millennio più caldo di sempre. I dati di Copernicus

Pubblicato il rapporto del 2019. In Europa lo scorso anno è stato il più caldo mai registrato

Secondo il Rapporto sullo stato del clima in Europa per il 2019di Copernicus questo è il millennio più caldo di sempre.  Lo studio è frutto della collaborazione con il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio (Ecmw l’acronimo in inglese).

Il 2019 è stato l’anno più caldo per il continente europeo, nonostante le precipitazioni siano state nella media a livello continentale durante il periodo. 11 dei 12 anni più caldi di sempre si sono palesati nel terzo millennio.

I dati forniti dal rapporto indicano che le temperature sono in crescita anche a livello globale: negli ultimi cinque anni le temperature medie sono state di 1,1° C superiore a quelle del periodo preindustriale nel mondo, mentre in Europa di quasi 2° C. Il mese di novembre ha registrato precipitazioni quattro volte superiori alla media in Europa occidentale e meridionale; nonostante nella porzione europea dell’Artico abbia registrato temperature più basse degli ultimi anni, in Groenlandia il forte caldo durante l’estate ha provocato lo scioglimento dei ghiacci superficiali; i gas a effetto serra continuano ad aumentare. Durante il 2019, alcune parti del nostro continente hanno registrato temperature estive di 3 o 4 gradi sopra la media, soprattutto in Francia e Germania tra giugno e luglio.

Più sole durante le nostre giornate

Un fenomeno poco noto è quello dell’aumento delle ore di sole nell’anno: il 2019 ha superato il numero di ore del primato precedente, nel 2015. Questo dato sottolinea la tendenza al rialzo della temperatura che ha distinto gli ultimi 40 anni in Europa, causato dalla riduzione della copertura nuvolosa soprattutto durante il primo semestre. Le zone più soleggiate sono state: la Spagna, alcune aree della Francia, l’Europa centrale e gran parte della porzione orientale.

Ora è più importante che mai che tutti abbiano accesso a queste informazioni per comprendere le implicazioni a lungo termine del cambiamento climatico e ciò che le organizzazioni e gli individui possono fare per ridurne gli effetti” spiega il direttore di C3s, Carlo Buontempo. “Un anno eccezionalmente caldo non costituisce una tendenza al riscaldamento, ma avere informazioni dettagliate dal nostro servizio operativo, che copre molti aspetti diversi del nostro clima, ci permette di collegare i puntini per saperne di più sull’evoluzione. Quest’ultimo rapporto annuale è compilato da C3s dai suoi dati free-to-use, con contributi di una vasta gamma di partner scientifici, tra cui altri servizi Copernicus. Come parte di questa famiglia, siamo orgogliosi di raccogliere informazioni climatiche da dati grezzi che offrono insight di grande valore a tutti i settori della società, dai responsabili politici e imprenditori agli scienziati e agli individui”.

I satelliti, gli strumenti per scoprire lo stato dell’inquinamento sulla Terra

Gli strumenti utilizzati da Copernicus climate change service (C3s) per monitorare clima e cambiamenti atmosferici sono divisibili in due macro gruppi: satelliti e sensori terrestri, atmosferici e marittimi. Il servizio europeo produce dati per 22 delle 54 variabili climatiche essenziali (Ecv l’acronimo in inglese) prodotte dal Global climate observing system (Gcos) e contenute nel Climate data store (Cds). Le Ecv contenute nei Cds comprendono temperature della superficie del mare, livello del mare, concentrazione di anidride carbonica e spessore dei ghiacciai.

Joaquín Muñoz Sabater, scienziato senior della C3s, spiega il lavoro dietro a queste informazioni: “Produciamo ciò che chiamiamo set di dati su griglia di molti Ecv su scala globale, che sono tutti basati su dati satellitari. Non saremmo in grado di ottenere questa immagine globale senza i satelliti – l’alternativa sarebbe sensori in situ sulla superficie terrestre che effettuano misurazioni in luoghi specifici, ma questi sono pochi e lontani tra loro, specialmente in regioni remote come attorno ai poli.” I dati riportati da questa diversificata tipologia di fonti servono per analizzare e prevedere il clima futuro, studiare eventi del passato e creare un archivio di dati che permette di ricostruire il clima degli ultimi decenni. (L’immagine sottostante illustra le variazioni del livello del mare disponibili nel Cds)

Sea Level Anomaly Copernicus Inquinamento

Ecco come fa Copernicus a dirci che è il millennio più caldo 

Come fa Copernicus a studiare i dati e scoprire che questo è l millennio più caldo? Il servizio utilizza in contemporanea di satelliti e strumenti in situ permette di compensare i dati parziali o non chiari, considerando che la brevità delle informazioni fornite dai satelliti è compensata dalla loro diffusione nello spazio intorno al nostro pianeta. I satelliti, infatti, servono per programmare e verificare i risultati delle scelte preposte alla mitigazione dei cambiamenti climatici; per questo l’Europa, tramite il C3s, utilizza i satelliti Sentinel, come spiega il prof. Sabater: “Per produrre un quadro a lungo termine del clima abbiamo bisogno di osservazioni satellitari a lungo termine. I satelliti Copernicus Sentinel sono fantastici perché forniscono continuità e una fonte di informazioni più accurata per il futuro rispetto ad altri satelliti che stanno iniziando a diventare piuttosto vecchi.

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Pubblicista dal 2007, scrive per il Gruppo Italia Energia.