Le emissioni causate dagli incendi sono state le più importanti degli ultimi 15 anni

I dati di Copernicus evidenziano un altro effetto del caldo di questa estate.

Un’ondata di tempo caldo e siccitoso ha interessato l’Europa occidentale la scorsa estate. Questa situazione ha favorito un aumento della diffusione e dell’intensità degli incendi nella regione nel periodo. In altre zone del Pianeta, la situazione è stata meno grave ma preoccupante lo stesso.

I dati del fenomeno

L’attività degli incendi nel mese di agosto ha contribuito a una superficie totale cumulata bruciata nell’UE durante i mesi estivi (dal 4 giugno al 3 settembre) di 508.260 ettari. La media 2006-2021 è pari a 215.548 ettari nel periodo.

La superficie totale bruciata nell’UE dal 1° gennaio al 3 settembre ammonta a oltre 750.000 ettari. La media del periodo supera di poco i 260.000.

La portata e la persistenza degli incendi nel sud-ovest dell’Europa, che hanno portato alle emissioni più alte per l’Europa in 15 anni, sono state estremamente preoccupanti per tutta l’estate. La maggior parte degli incendi si è verificata in luoghi dove il cambiamento climatico ha aumentato l’infiammabilità della vegetazione. Come nell’Europa sudoccidentale, e come abbiamo visto in altre regioni in altri anni“. Spiega Mark Parrington, scienziato senior di Cams ed esperto di incendi boschivi.

Le emissioni collegate agli incendi

Questa attività si riflette anche nelle emissioni di fumo (quindi gas di carbonio, particolato e composti organici volatili). Secondo i dati del Global Fire Assimilation System (Gfas), le emissioni totali di incendi nell’UE e nel Regno Unito tra il 1° giugno e il 31 agosto nel 2022 sono stimate a 6,4 mega tonnellate di carbonio, il livello più alto dal 2007.

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A sinistra: potenza radiativa totale giornaliera Cams Gfas per EU+UK nel 2022 (barre rosse) rispetto alla media 2003-2021 (barre grigie). A destra: Cams Gfas giugno-agosto totali stimati delle emissioni di carbonio degli incendi dal 2003 al 2022. Credito: Copernicus atmosphere monitoring service 

 

Gfas si affida alle osservazioni satellitari riguardo gli incendi attivi e la loro potenza radiativa.

I valori eccezionali di Francia e Spagna: mai così alti negli ultimi 20 anni

Ad agosto, un  incendio imponente è scoppiato nel sud-ovest della Francia. Ha distrutto 7.000 ettari in una regione che già a luglio aveva visto andare in fumo più di 20.000 ettari.

Nel Paese transalpino gli incendi hanno distrutto oltre 62.000 ettari dall’inizio dell’anno: sei volte la media dell’intero anno per il 2006-2021.

I dati Gfas, inoltre, sottolineano come Francia e Spagna abbiano registrato le emissioni più elevate, nel periodo da giugno ad agosto, dal 2003. In particolare, la potenza radiativa del fuoco (Frp l’acronimo in inglese) totale giornaliera dall’inizio di giugno 2022 mostra valori significativamente più elevati per Francia, Spagna e Portogallo.

Tuttavia, mentre Francia e Spagna hanno registrato emissioni di carbonio elevate, il Portogallo ha registrato emissioni relativamente inferiori rispetto agli anni precedenti.

Il resto del Vecchio Continente

In Slovenia, Cechia, Ungheria e Germania si è verificata una significativa attività di incendi boschivi.

Addirittura in Germania la superficie cumulativa bruciata è stata pari a 4.293 ettari, vicina a raddoppiare il precedente massimo di 2.437 ettari. Ma anche molto superiore alla media 2006-2021: poco più di 330 ettari.

Incendi boreali eurasiatici

In particolare, il distretto federale degli Urali in Russia ha registrato una significativa attività di incendi, soprattutto nell’okrug autonomo di Khanty-Mansi. Qui la qualità dell’aria è stata gravemente compromessa.

Gli oblast di Ryazan e Nizhny Novgorod, Russia occidentale, hanno patito fenomeni rilevanti nella seconda metà di agosto. L’inquinamento da fumo ha degradato la qualità dell’aria a Mosca per poi raggiungere la Finlandia.

Le emissioni totali stimate degli incendi in queste regioni sono state le più alte dai grandi incendi di torba che hanno colpito la Russia occidentale nel 2010.

In Amazzonia primato da dieci anni

Nel frattempo, la stagione degli incendi ha raggiunto anche la regione amazzonica. Da alcuni rapporti si evince come questa regione ha visto il maggior numero di incendi in agosto dell’ultimo decennio.

L’Istituto nazionale brasiliano per la ricerca spaziale (Inpe) ha registrato 31.513 allarmi antincendio in Amazzonia nei primi 30 giorni del mese. Il risultato peggiore di agosto dal 2010.

I dati Gfas mostrano emissioni quotidiane di incendi superiori alla media in Amazzonia nella seconda metà di agosto. Lo stato di Amazonas, a differenza dell’intera Amazzonia, ha registrato emissioni da incendi significativamente superiori alla media negli ultimi 15 anni, con poco meno di 12 mega tonnellate di carbonio. Circa un mega tonnellata in meno rispetto allo scorso anno.

Negli Stati Uniti e in Canada la situazione è meno preoccupante

Ad agosto, negli USA, il totale giornaliero di Frp e le emissioni totali stagionali sono stati inferiori ai devastanti eventi del 2021.

Tuttavia in Alaska sono bruciati 1,26 milioni di ettari al 25 agosto. Il dato risulta il più alto dal 2015 e il settimo totale più alto dal 1950.

C’è stata anche una significativa attività di incendi in Canada, dove quest’anno i Territori del Nordovest hanno visto 511.236 ettari colpiti. Nello Yukon 273 incendi fino a oggi, con 175.283 ettari bruciati.

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Pubblicista dal 2007, scrive per il Gruppo Italia Energia.