Acque Reflue, ecco lo smaltimento efficiente

acque reflueDisidratare i fanghi prodotti dagli impianti di depurazione delle acque di rifiuto con un processo di elettroosmosi altamente efficiente: questo il progetto ELECTROSLUDGE finanziato per il 60% dei costi nell’ambito del Programma LIFE dell’Unione Europea.

La tecnologia a cura del Gruppo CAP, del Politecnico di Milano e di AST System Automation, permette di lavorare i fanghi urbani provenienti da impianti di trattamento delle acque reflue fino a un tenore nel contenuto secco del 30%.

Tale riduzione del peso permette favorisce lo smaltimento finale, una diminuzione dei costi di gestione e, soprattutto, di un beneficio ambientale. Ne parliamo con Alessandro Russo, Presidente del Gruppo CAP.

La gestione delle acque reflue rappresenta un tallone di Achille per l’Italia; questa tecnologia potrebbe rappresentare una soluzione importante per il comparto. La sua implementazione nella rete idrica integrata attuale è di semplice esecuzione?

La gestione dei fanghi è sicuramente uno dei temi importanti nel controllo della depurazione (incide per il 30% circa sui costi di gestione complessivi) e di conseguenza la messa a punto di una tecnologia che permette di migliorare la rimozione dell’acqua e ridurre i volumi dei fanghi da inviare allo smaltimento è di fondamentale importanza. L’inserimento dell’impianto nella linea di trattamento dei fanghi di un depuratore è analogo a quello attualmente in uso e ne migliora l’efficienza senza richiedere pertanto modifiche strutturali significative.

In quanto tempo è previsto il rilascio per l’industrializzazione di tale dispositivo? 

La fase di ricerca e sperimentazione in campo ha una durata di 3 anni. È pertanto ipotizzabile ne siano necessari 2 per la successiva industrializzazione.

Che decorso segue il fango disidrato? Ci sono danni per l’ambiente? Può essere riutilizzato?

Il “decorso”, incluso l’eventuale riutilizzo, dipende principalmente dalle caratteristiche del fango e non dal processo proposto che migliora il rendimento della disidratazione. L’utilizzo di questa tecnologia può contribuire  a ridurre l’impatto ambientale della depurazione.

Nel progetto si fa riferimento all’efficienza del processo, potete illustrare più approfonditamente questo aspetto?

Ci riferiamo al miglioramento dell’efficienza di separazione dell’acqua dalla parte solida, rispetto alle tecnologie in uso. Il nuovo processo dovrebbe portare a costi operativi ridotti e all’incremento del contenuto di secco con conseguente riduzione  dei volumi da inviare a smaltimento finale. 

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.