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Foto di Alexey Klen da Pixabay

Le emissioni complessive di gas serra delle 13 più grandi aziende del settore caseario a livello globale hanno registrato un aumento dell’11% nel biennio 2015-2017. A dirlo è un report dell’Iatp – Institute fo agriculture & trade policy. 

Emissioni di gas serra del settore caseario, qualche numero

In particolare l’aumento di 32,3 milioni di tonnellate di CO2 di queste società equivale all’inquinamento derivante dal traffico di 6,9 milioni di autovetture in un anno. Alcune aziende lattiero-casearie – spiega inoltre lo studio – hanno aumentato le loro emissioni di ben il 30% nel biennio”.

Nessun obbligo

Il report evidenzia come nessuna di queste società sia tenuta per legge a pubblicare o verificare le proprie emissioni climatiche. Nè abbia l’obbligo di presentare piani per contribuire a limitare il riscaldamento globale a 1,5 ° C. 

Il settore non è impegnato nella riduzione delle emissioni

Infine, meno della metà di queste società pubblica le proprie emissioni. Nessuna di queste imprese si è impegnata a ridurre in modo chiaro e assoluto le emissioni delle sue catene di approvvigionamento lattiero-caseari o le emissioni degli animali stessi.

Emissioni in aumento nonostante il Coroanvirus

Lasciando da parte il settore caseario, uno studio dello Scripps institution of oceanography dell’università della California di San Diego e Noaa ha evidenziato che la CO2 atmosferica misurata all’Osservatorio di Mauna Loa ha raggiunto un picco mensile delle emissioni globali superiore a 417 parti per milione (ppm) a maggio 2020. E questo nonostante le misure di lockdown.

Riduzione delle emissioni non rilevanti

“Il tasso di aumento durante il 2020 – si legge in una nota – non sembra riflettere una riduzione delle emissioni inquinanti legata al forte rallentamento economico mondiale dovuto alla pandemia di coronavirus”. 

“Il motivo è che il calo delle emissioni dovrebbe essere abbastanza grande da distinguersi dalla variabilità naturale di CO2, causata dal modo in cui piante e terreni rispondono alle variazioni stagionali e annuali di temperatura, umidità, umidità del suolo”.

“Queste variazioni naturali sono grandi e finora le riduzioni delle emissioni associate a Covid-19 non spiccano. Se delle riduzioni delle emissioni dal 20 al 30 percento fossero sostenute per 6-12 mesi, il tasso di aumento della CO2 misurato a Mauna Loa sarebbe rallentato”.

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