Qualità dell’aria e comportamenti personali, l’indagine di Life Prepair in Pianura Padana

Secondo i cittadini l'aria è più sporca di quanto in realtà sia, ma in pochi rinuncerebbero ai mezzi privati

AriaqualitNelle regioni della Pianura Padana si produce il 50% del Pil italiano, e vi risiede il 40% della popolazione italiana, ma è anche una delle zone con maggior inquinamento dello Stivale.

In parte è dovuto alla attività produttiva dei luoghi in parte è dovuto alla conformazione geografica dell’area che non lascia agevole spazio alla dispersione in atmosfera degli accumuli dati dall’inquinamento. Un territorio su cui bisogna agire in modo sinergico e coeso con iniziative in grado di fare sistema nel combattere l’inquinamento atmosferico.

Ma come è percepita questa situazione dai cittadini del luogo? Quanta attenzione c’è a migliorare i propri stili di vita per migliorare la qualità dell’aria circostante?

Su questo sta lavorando il progetto Life Prepair composto da diciotto partner italiani e internazionali, per la promozione di stili di vita, di produzione e di consumo più sostenibili nel territorio. È di questa estate (luglio 2019 ndr.) la pubblicazione della prima indagine, “Valuta l’aria”, sulla percezione dell’inquinamento atmosferico e sui comportamenti da attuare per contenerli.

La percezione dei cittadini su inquinamento e mezzi di informazione

Dati Indagine
L’area di provenienza degli intervistati

La percezione dei cittadini è che la qualità dell’aria sia in peggioramento. Un dato che è in contrasto con i dati reali che segnalano invece a livello europeo la diminuzione delle emissioni dei principali inquinanti. Da questo si evince una influenza sul giudizio dei fattori emotivi piuttosto che a una valutazione e conoscenza di dati reali.

Disposizione Azioni Di Comportameti

Il sistema di recepimento di informazioni è soprattutto la rete. Realtà che si scontra anche con la proliferazione di fonti non accertate. Un rischio “fake news” di cui una strategia di comunicazione dovrà tenere conto.

I trasporti sono percepiti dal 59% degli intervistati come primaria causa di inquinamento ma nonostante ciò, i cittadini considerano come prioritario intervenire su “processi e prodotti industriali” e solo nell’11,1% valuta dirimente effettuare azioni di limitazione al traffico. Mentre viene percepita come molto rilevante la “responsabilità locale” nel contenimento del fenomeno “inquinamento”.

Questo rende importante per realizzare un effettivo cambiamento degli stili di vita attuare un dialogo basato sulla corresponsabilità delle diverse cause di inquinamento.

Opinioni sulle iniziative e disponibilità a effettuare scelte di mobilità alternativa

Dalla indagine emerge una sostanziale diffidenza ad attuare alcuni comportamenti che si richiedono ai cittadini. Forte criticità verso il trasporto pubblico che riceve solo un 48,1% di assenso condizionato. Probabilmente dovuto alla necessità di un miglioramento complessivo del servizio. C’è un certo condizionamento anche rispetto ai veicoli ibridi elettrici, che riscuoto in 44,2% di interesse. Tale attenzione è data dalla necessità di infrastrutture e un prezzo ancora troppo elevato dei veicoli.

Rispetto le iniziative che si possono attuare la limitazione del traffico (52,6%) e la riqualificazione energetica degli edifici (51,2%) sono quelle più apprezzate.

Un incoraggiante 24% degli intervistati non manca di segnalare come rilevante l’incentivazione della mobilità elettrica.

I profili degli intervistati

L’indagine ha quindi suddiviso gli intervistati secondo quattro profili di cittadino a seconda della proattività/disponibilità ad attuare comportamenti virtuosi per migliorare la qualità dell’aria: “Impegnati e proattivi”, “Disponibili ma…..”,Titubanti”, “Non disponibili”.

Come stimolare il cambiamento di stili di vita

Da questa indagine dovrò partire quindi una stratega di comunicazione in grado di realizzare un reale cambiamento negli stili di vita dei cittadini. Il messaggio e le azioni dovranno tenere conto delle indicazioni ricevute dalle interviste sul territorio stabilendo un “patto” chiaro con la cittadinanza secondo cui ciascun attore farà la propria parte secondo le proprie possibilità e competenze, in grado di toccare anche la sfera emotiva.

La campagna di comunicazione dovrà partire nell’autunno del 2019 e sarà soggetta a valutazione dei risultati con il riscontro su effettivi cambiamenti comportamentali a seguito di una nuova rilevazione prevista per il 2022.

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