Oggi si festeggia la Giornata mondiale della salute ambientale

Il tema di quest'anno è l'attenzione agli obiettivi dell'Agenda 2030. Una deriva degli effetti dell'inquinamento e della crisi climatica

  • Oggi 26 settembre ricorre la giornata mondiale dedicata alla salute ambientale
  • La World Environmental Health Day è stata istituita dalla Federazione Internazionale di Salute Ambientale nel 2011
  • L’Europa ha oltre 3 milioni di nuovi casi di tumore ogni anno, con la prospettiva di arrivare a 4 milioni entro il 2050.
  • L’Italia è prima per tumori pediatrici
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L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi.

La salute ambientale svolge un ruolo cruciale nella crisi climatica è difatti ad essa strettamente correlata. Lo abbiamo visto ad esempio rispetto agli studi che hanno posto l’accento sulla relazione tra l’inquinamento e il diffondersi della pandemia Covid-19, come la necessità di preservare la qualità dell’aria degli ambienti chiusi per limitare e ridurre il diffondersi di malattie.

Una relazione sempre più stretta e sinergica tra ambiente e salute, che ha portato la Federazione Internazionale di Salute Ambientale (International Federation of Environmental Health -IFEH) a istituire nel 2011 una giornata a essa dedicata.

Il tema del 2022 è relativo a “Rafforzare i sistemi sanitari ambientali per l’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile”. Tali obiettivi, adottati dalle Nazioni Unite (ONU) nel 2015, guardano a una sinergia tra qualità ambientale e diritti sociali, mettendo in relazione ambiente, energie pulite fine della povertà e tutela delle risorse del pianeta.

Come la salute ambientale può contribuire agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU

La salute dell’ambiente è il riflesso di queste diseguaglianze “La salute ambientale differisce significativamente da un paese ad un altro ed è influenzata dallo sviluppo e lo status economico delle nazioni“, sottolinea la Prof. Susana Paixão presidente della IFEH,La strada da seguire è quella di rimuovere gli inibitori amministrativi e strutturali, attenuando la crescita e lo sviluppo della salute ambientale. Le misure per raggiungere questo obiettivo dovrebbero includere una maggiore copertura della fornitura del servizio attraverso un aumento numero di EPA nel settore derivanti da quote di ammissione proporzionali negli istituti di formazione; aumentare i finanziamenti per far fronte agli elevati costi generali e di capitale necessari per la salute ambientale servizi; standardizzazione delle pratiche attraverso una struttura ben definita da locale a regionale e termina a livello nazionale, consentendo così un meccanismo di erogazione dei servizi adeguatamente coordinato; e maggiore attenzione ai finanziamenti e all’amministrazione”.

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L’impatto dell’inquinamento ambientale in Europa e in Italia

Gli inquinanti ambientali sono tra i principali responsabili dell’incremento drammatico dei casi di neoplasie nel mondo. Un elemento che in Europa porta a oltre 3 milioni di nuovi casi di tumore ogni anno, e con la prospettiva di arrivare a 4 milioni entro il 2050.
In Italia si tratta di circa 180.000 i morti per tumore ogni anno di cui 363.000 nuovi casi annui di neoplasie, tra cui 2.200 nuove diagnosi di tumori pediatrici (fonte AIOM/AIRTUM). Elemento per cui secondo i dati internazionali pubblicati da Lancet Oncology l’Italia è ai primi posti al mondo.
“Lo scorso Settembre, L’OMS ha aggiornato le Linee Guida per la Qualità dell’Aria, introducendo limiti più che dimezzati rispetto alle attuali soglie di legge per il particolato atmosferico e gli ossidi di azoto previsti dalla Direttiva Europea sulla Qualità dell’Aria e dalle legislazioni degli Stati europei, Italia inclusa”. Ricorda in un comunicato diramato oggi la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA).

Solo nel 2015 l’OMS ha affrontato per la prima volta il tema degli impatti sulla salute dell’inquinamento atmosferico nella sua assemblea generale, che ha adottato una risoluzione che definisce chiaramente l’inquinamento atmosferico come il più grande fattore di rischio per la salute ambientale al mondo” dichiara il Prof. Alessandro Miani, Presidente SIMA.
“Ogni anno, l’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) pubblica il suo rapporto “Qualità dell’aria in Europa” per valutare i dati sull’inquinamento atmosferico in tutta Europa e il relativo impatto sulla salute. Tuttavia, i dati ambientali forniti dalle agenzie ufficiali regionali o nazionali – utilizzati dai decisori per adottare misure preventive come limitazioni al traffico urbano o al riscaldamento domestico – fanno riferimento a soglie legali stabilite dalla legge. Queste soglie legali, tuttavia, non sono adeguate per proteggere completamente la popolazione da tutti gli impatti dell’inquinamento atmosferico, come raccomandato dall’OMS e dalle prove scientifiche” conclude Miani
“È per questo che chiediamo al nuovo Governo di appoggiare la revisione in senso restrittivo della Direttiva della Qualità dell’Aria in corso di predisposizione a Bruxelles secondo i criteri di sicurezza sanitaria identificati dall’OMS.  Nel frattempo, dato che i valori soglia legali non proteggono la nostra salute, è necessaria una lettura sanitaria dei dati di monitoraggio ambientale che dovrebbe essere effettuata sia a livello nazionale che regionale o locale dalle autorità sanitarie, per favorire la tutela della salute della popolazione dall’inquinamento atmosferico e garantire l’applicazione del principio di precauzione”.

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