“Siamo preoccupati che si parli poco di capitale naturale. C’è un patrimonio che, purtroppo, si sta perdendo”. Donatella Bianchi, presidente del Wwf, questa mattina ha spiegato perché l’associazione ambientalista ha redatto un Piano per riqualificare l’Italia. Il momento è propizio: l’Italia sta definendo i progetti per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) con cui otterrà dalla Commissione europea fondi fino a 191,4 miliardi di euro. “Il Wwf propone un piano di ripristino ambientale”, ha proseguito la Bianchi, e invoca l’adozione di “un grande piano Marshall” con cui “rimettere in equilibrio i sistemi naturali che sono stati compromessi” e “immaginare risorse certe che possono essere investite in questa direzione”.

Cosa prevede il Piano per riqualificare l’Italia

Il Piano per riqualificare l’Italia, presentato stamane dal Wwf, parte dal presupposto che bisogna investire sul patrimonio naturale, soprattutto considerato che il nostro Paese ha una delle biodiversità più ricche d’Europa. La proposta, ha aggiunto Andrea Agapito Ludovici del Wwf Italia durante l’evento dedicato, si rifà non solo ai fondi messi in campo con il Next generation EU, ma anche alla Strategia europea per la biodiversità. Vuole “attirare 5 milioni di fondi pubblici” e attivare “una serie di partnership private”. Tiene conto di alcune criticità quasi “strutturali” del paese, tra cui “la perdita di biodiversità, il consumo di suolo e la poca fiducia nelle istituzioni”. “Anche consultando il Documento di economia e finanze (Def) di aprile e la Nota di aggiornamento al Def (Nadef) di biodiverstià e patrimonio naturale non si tiene praticamente conto”, ha proseguito Agapito.

Le sei aree su cui concentrare gli investimenti del Pnrr sono, secondo il Wwf, le Alpi, corridoio Alpi-Appennino, valle del Po, Appennino Umbro-Marchigiano, Appennino Campano Centrale, valle del Crati – Presila Cosentina. Il sottosegretario al ministero dell’Ambiente Roberto Morassut, intervenuto anche lui durante il convegno, ha appoggiato il Piano redatto dal Wwf e ha evidenziato il fattore tempo: “Il tempo non è molto e occorre un piano credibile di opere di medio livello realizzabili nei tempi certi del 2026, opere che debbono avere il crisma della condivisione e spingere il Paese verso la decarbonizzazione ed il conseguimento degli obiettivi del Pniec e della neutralità climatica entro il 2050”. 

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Il sottosegretario al ministero dell’Ambiente, Roberto Morassut, intervenuto durante l’evento del Wwf.

Il sottosegretario ha poi evidenziato il ruolo delle Autorità di bacino, “che già lavorano bene”, nella scrittura di “piani dinamici” per le rispettive aree di competenza e nell’attività di prescrizione dei piani regolatori. “Innovazione fortissima che è prevista anche nel Collegato ambientale”.

Si parte dalla valle del Po

Il Piano si concentrerà, in primo luogo, sulle azioni da promuovere nella valle del Po insieme ad Anepla, l’Associazione nazionale estrattori produttori lapidei affini, all’Autorità di distretto del Po e ad Aipo, l’Agenzia interregionale per il Po. Tenendo conto del Piano gestione sedimenti e del Piano strategico speciale valle del fiume Po, per il quale sono stati richiesti da Autorità di distretto 144,5 milioni di euro, proverà a “creare nuovi posti di lavoro e ad abbattere l’abusivismo e la criminalità organizzata”, ha evidenziato Claudio Bassanetti di Anepla.

Del resto, ha aggiunto Meuccio Berselli, dell’Autorità di distretto del fiume Po, “è vero che la pressione antropica è importane, ma dà l’opportunità per creare l’infrastruttura agricola”. La “caratterizzazione” dei progetti, ha proseguito, è fondamentale per promuovere nuove attività intorno al fiume e “individuare le aree dove ridurre la pressione sugli habitat”.

Dissesto idrogeologico e servizio idrico integrato

Il Piano per la riqualificazione d’Italia terrà conto anche di due temi molto importanti, oltre che intrecciati: il dissesto idrogeologico e il servizio idrico integrato, ha spiegato Irene Priolo, presidente Aipo e assessore all’Ambiente della regione Emilia Romagna. Nel primo caso, la Regione ha presentato un piano per 185 milioni di euro; nel secondo, per 150 milioni. Strumenti che, ha proseguito la Priolo, si andrebbero a integrare con le attività promosse anche a livello comunale per limitare gli effetti dei cambiamenti climatici.

“Nelle città abbiamo perso molto in modo irreversibile anche a livello costiero”, ha evidenziato Bernardino Romano dell’università de L’Aquila. Perché il Paese si possa dire veramente resiliente e resistente, ha aggiunto Riccardo Santolini dell’università di Urbino, bisognerà “lavorare molto sul tema dell’integrità ecologica di sistema”.

servizi ecosistemici
Valorizzare i servizi ecosistemici. Slide proiettata da Riccardo Santolini durante l’evento.

“Le risposte integrate determineranno cambiamenti nella tariffa del servizio idrico integrato, dovuti anche alla promozione di progetti di ingegneria naturalistica”, ha proseguito Santolini. “Si possono valorizzare le green e blue infrastructures con azioni che colmano le criticità ecologiche con interventi di sistema”.

In questo lavoro, però, “dovremo mettere in conto che l’evoluzione del sistema è esponenziale e non lineare e può essere diversa da quanto atteso”, ha concluso Pierluigi Viaroli, professore dell’università di Parma. Solo rendendo un “ecosistema autosufficiente” e fissando “modelli e parametri di riferimento” si garantirà lunga vita al patrimonio naturale.

Le richieste del ministero dei Trasporti

L’intervento della ministra dei Trasporti Paola de Micheli ha confermato l’appoggio del governo al Piano per la riqualificazione d’Italia proposto dal Wwf. Pur non essendo un ambito di competenza del suo dicastero, ha evidenziato la ministra, “abbiamo chiesto di modificare nei prossimi cinque anni alcune attività che impattano sull’inquinamento dell’area padana”. 

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La ministra dei Trasporti, Paola de Micheli, intervenuta durante l’evento del Wwf.

“Abbiamo chiesto opere idrauliche che avranno indirettamente effetto sul fiume Po – ha proseguito la De Micheli – In Pianura Padana il Piano invasi è legato all’efficientamento della condizione idraulica e idrica e avrà un effetto migliorativo per la condizione del Po”. Per ciò che riguarda la quota parte del piano idrico in capo al Mit, ha concluso la ministra, l’attenzione sarà di “evitare la perdita delle acque, che in alcune aree del paese è a livelli drammatici”.

Clicca qui per consultare il documento del Piano per riqualificare l’Italia

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