discariche abusive

La Commissione europea ha revocato la procedura di infrazione all’Italia per le sei discariche abusive, bonificate dalla struttura del Commissario unico, il generale dei Carabinieri Giuseppe Vadalà, di Lesina (Foggia), Cammarata (Agrigento), Magisano (Catanzaro), Belmonte Calabro (Cosenza), Verbicaro (Cosenza), Trevi nel Lazio (Frosinone).

Il generale Vadalà ha provveduto a presentare la documentazione che attesta l’avvenuta bonifica delle discariche, già lo scorso dicembre a Bruxelles. Dunque, il 10 giugno scorso, la Direzione generale ambiente della Commissione UE ha comunicato di aver stralciato la procedura di infrazione di tutti i sei siti proposti dal Commissario.

Quest’ultimo, entrato in carica a marzo del 2017, ha preso in carico la bonifica di 81 siti, di cui 58 discariche abusive sono uscite dalla procedura di infrazione. A queste, se ne aggiungono altre sette per cui lo scorso 1° giugno è stata inoltrata una formale richiesta di cancellazione. Pertanto, attualmente i siti in regola sono 65.

Sono stati risparmiati 23 milioni 600mila euro per ogni anno del periodo commissariale (cinque anni), in seguito alla riduzione della sanzione europea annuale da 42 milioni e 800mila euro agli attuali 5 milioni. Il risparmio complessivo è stato quindi di oltre 120 milioni di euro.

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Dati openpolis

Secondo il report di Legambiente “Rifiuti zero, impianti mille”, nel nostro Paese sono duecento le discariche abusive, mentre scendono gli impianti operativi legali che passano da 364 nel 2015, a 350 nel 2016 e a 324 nel 2017 (Ispra 2019, dati 2017), all’interno dei quali vengono smaltiti quasi 20 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e speciali. Proprio in seguito ai mancati interventi sulle discariche abusive, l’Italia dal 2014 a metà del 2018 è stata condannata a versare alla Commissione UE una penalità di ben 235 milioni di euro.

A partire dal 2012, l’infrazione che cumulativamente è costata di più è quella delle discariche abusive. Dal 2015, anno della prima condanna, il totale è salito a 224 milioni di euro, di cui 141 solo del biennio 2015-2016.

Seconda procedura più dispendiosa, quella delle ecoballe in Campania: il 16 luglio 2015, il caso è arrivato ad una sentenza della Corte europea di Giustizia. Complessivamente, sono stati versati oltre 173 milioni di euro.

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Dati Openpolis

In termini di infrazioni, secondo Openpolis, ambiente e trasporti sono i settori in cui l’Italia viola maggiormente le norme europee, ma è la principale causa di infrazione nella maggior parte dei paesi europei. Eccezioni sono solo: Portogallo, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Grecia, Lituania ed Estonia.

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