Il lavoro di bonifica delle discariche abusive in Italia si fregia di una serie di strumenti tecnico-normativi cui ieri si è aggiunta la prima “Carta sulle bonifiche sostenibili”. Il documento è stato sottoscritto dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa e dal sottosegretario Roberto Morassut e, come annunciato nel corso dell’evento digitale di Hub tecnologica Campania (4 giugno 2020), conterrà un elenco di principi sottoscrivibili da enti locali, agenzie statali, regionali e comunali, università ed enti di ricerca a livello internazionale.

“La Carta delle bonifiche sostenibili deve diventare presto una vera e propria norma nella quale ci sia al centro la bonifica sostenibile”, ha sottolineato il ministro Costa. “Chi firma la Carta accetta la nostra sfida”, ha proseguito, soprattutto nell’affrontare insieme “danno ambientale e bonifiche”. A questa priorità si aggiunge il lavoro sul DL Semplificazioni, che Costa auspica di terminare entro agosto, e sul Collegato ambientale, sul quale è ripreso il dibattito parlamentare.

Come testimonia anche la sottoscrizione della Carta, il recupero e il risanamento del territorio necessita del contributo di tutti. Hanno partecipato il presidente di Ispra-Spna Stefano Laporta, il generale Giuseppe Vadalà commissario straordinario per la bonifica delle discariche abusive, il commissario straordinario per la bonifica dell’Area vasta di Taranto e segretario generale dell’Autorità di bacino idrografico dell’Italia meridionale Vera Corbelli, Filomena Maggino della Presidenza del consiglio dei ministri-Benessere Italia, l’assessore all’Ambiente del comune di Napoli Raffaele del Giudice, il commissario straordinario dell’Arpa Campania Stefano Sorvino e il direttore generale dell’Arpa Puglia Vito Bruno.

bonifica discariche
Un momento dell’evento digitale Hub tecnologica Campania

Delirio da predazione vs condivisione ambientalismo scientifico

Sul tema della bonifica “Napoli è un laboratorio per trasformare i problemi in opportunità”, ha commentato Fulvio Bonavitacola, vicepresidente regione Campania con delega all’Ambiente. “Il confronto delle migliori tecnologie e l’analisi di qualche buona pratica possono essere usate per mettere in piedi un modello”, ha rimarcato Del Giudice. A titolo di esempio nel sito di Bagnoli, di proprietà pubblica, “tavoli tecnici e tematici hanno portato all’individuazione di vari filoni strategici su cui intervenire. Tra questi la rimozione dell’eternit”.

La promozione del benessere del Paese “deve essere armonicamente sviluppata attraverso politiche attive”, ha fatto loro eco la Maggino. La cabina di regia Benessere Italia lavora in quest’ottica: istituita un anno fa riunisce i rappresentanti fiduciari di tutti i ministeri. Le linee programmatiche che ha individuato, presentate dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 20 gennaio, sono state riprese all’inizio dell’emergenza di Covid-19 “per avviare azioni importanti e far ripartire l’Italia”. L’emergenza ha dimostrato “che occorre recuperare il contatto con natura: siamo noi stessi elementi di biodiversità”, ha rimarcato La Porta. “Sul tema della semplificazione si corre il rischio che si abbassino i livelli di tutela ambientale”, ha aggiunto.

Semplificazione procedure e tempi più rapidi

Altro aspetto condiviso dai relatori dell’evento: il bisogno di semplificare le procedure amministrative e burocratiche e di accorciare i tempi. “Grazie all’emendamento 5 Stelle al DL Liquidità approvato oggi (ieri ndr) al Senato sarà obbligatoria l’iscrizione alle White list per partecipare alle gare pubbliche”, ha commentato Vilma Moronese, presidente della commissione Ambiente del Senato. Uno strumento che rappresenta “un controllo ulteriore sulle volture” per fare in modo che “un’azienda colpita, ad esempio, da interdittiva antimafia non possa farla franca cedendo le autorizzazioni a un’altra società ad essa collegata”. La Moronese ha sollevato anche il problema della riscossione della fideiussione nel caso di danno ambientale: “Ciò non avviene mai perché risultano fasulle o emesse da compagnie di assicurazione inesistenti”.

Sia l’on. Salvatore Micillo che il generale Vadalà hanno giudicato positivamente la creazione delle cosiddette White list. Per Vadalà lo strumento “al momento della gara riuscirà a fare da barriera” anche se al termine della gara bisognerà controllare i “sub-contraenti e i sub-fornitori con importi minori”. Chicco Testa, presidente Fise-Assoambiente, più dubbioso: ha più volte domandato se si sovrapporrà al “certificato antimafia”, documento “per il quale occorre aspettare mesi”.

Stoccaggio rifiuti ed economia circolare

Tante le preoccupazioni avanzate dal presidente della commissione Ecomafie Stefano Vignaroli. Prima tra tutte la produzione di rifiuti monouso, avallata dall’audizione con Silvio Brusaferro presidente dell’Istituto superiore di sanità, favorita da “provvedimenti fin troppo estremi” di alcune Regioni e non accompagnata da misure per l’ampliamento degli stoccaggi temporanei. Vignaroli ha poi evidenziato la necessità di accorciare i tempi di bonifica e, come esempio, ha portato il Sito di interesse nazionale Terni-Papigno, che “da 20 anni aspetta la caratterizzazione”, e il Sin di porto Marghera, “che ha fatto il marginamento per il 95%. È come fare un recinto con la porta aperta”. Altre priorità d’azione il rinnovamento delle linee guida per i dragaggi dei porti italiani, che risalgono al 1993, e l’inquinamento delle acque da Pfas, soprattutto in Veneto e Piemonte. Non ultimo, il recepimento dei quattro pacchetti della direttiva UE sull’economia circolare, in particolare il “decreto discariche ha un punto perplesso: con la scusa dell’economia circolare è stato messo un paragrafo dove si equipara la falda naturale a quella artificiale”.

Effetto Nimby vs valore bonifiche

“La difficoltà di arrivare a un’effettiva bonifica dei siti è un elemento non ancora risolto”, ha rimarcato l’On. Chiara Braga, commissione Ambiente, territorio, lavori pubblici della Camera. In parte per la non completa attuazione della legge n.132 del 2016, che ha istituito l’Snpa, in parte va per la mancanza di un’azione decisa sul “contenimento del consumo di suolo”. C’è poi l’effetto Nimby, citato dall’On. Rossella Muroni, della commissione parlamentare di Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, che blocca “le bonifiche come strumento con cui lo Stato risponde ai bisogni dei cittadini”. In virtù di ciò la richiesta alla politica di Maria Cristina Piovesana, vicepresidente di Confindustria, di “non essere troppo condizionata dal dividendo elettorale ma di credere nell’imprenditoria italiana. Spesso i cittadini non sanno quello che serve”. Anche perché, ha concluso il Sen. Tullio Patassini, della commissione parlamentare di Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, “per ogni euro investito nel recupero dell’area abbiamo un ritorno di 10 euro”.

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