Caminetti e stufe, attenzione ai pericoli per la salute: l’allarme della SIMA

In Italia i camini aperti tradizionali rilasciano nell’atmosfera 3.679 tonnellate di PM10 ogni anno, con gravi rischi per la nostra salute.

  • Il 12 novembre la Società italiana di medicina ambientale ha pubblicato una serie di dati sulle polveri sottili emesse da camini e stufe a legna.
  • Il dottor Alessandro Miani spiega perché ridurre le emissioni è fondamentale.
camini e stufe
Camini e stufe a legna immettono ogni anno oltre 8.700 tonnellate di PM10 nell’atmosfera © Zen Bear Yoga/Unsplash

È indubbio: d’inverno il caminetto acceso riscalda i cuori, oltre agli ambienti, ed è bello da vedere soprattutto nelle baite di montagna. Quest’anno, poi, molte persone hanno deciso di accenderlo anche a causa dell’aumento dei prezzi del gas. Qual è, però, il prezzo da pagare in termini di inquinamento atmosferico e salute umana? A rispondere a questa domanda è la Società italiana di medicina ambientale (SIMA) che, il 12 novembre, ha pubblicato una serie di dati sui pericoli derivanti dal ricorso a fonti alternative di riscaldamento domestico.

I camini aperti emettono quasi 4mila tonnellate di PM10 ogni anno

In base ai calcoli della SIMA, in Italia i camini aperti tradizionali rilasciano nell’atmosfera 3.679 tonnellate di PM10 ogni anno, cifra che scende a 2.401 tonnellate per quelli chiusi. Le stufe a legna, infine, sono responsabili di 2.651 tonnellate di PM10. Questo perché, per ogni gigajoule bruciato, viene immessa nell’atmosfera una quantità di PM10 pari a:

  • 860 grammi nel caso di un caminetto aperto;
  • 380 grammi nel caso di un caminetto chiuso;
  • 480 grammi se si ricorre a una stufa a legna;
  • 76 grammi optando per una stufa a pellet.

Quali sono i pericoli per la salute umana

“Sono molte le sostanze che vengono emesse da caminetti e stufe. Fra le principali, troviamo le polveri sottili e gli idrocarburi policiclici aromatici, alcuni dei quali sono classificati come cancerogeni dall’Istituto internazionale di ricerca sul cancro”, spiega il presidente Alessandro Miani. “L’inquinamento indoor è pericoloso perché il particolato, se inalato, può fungere da carrier per il gas radon. Questo può liberare radiazioni che possono andare a modificare i processi biologici delle cellule. Il radon oggi è la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta”. Le polveri fini portano con sé anche altri problemi che riguardano principalmente l’apparato cardiovascolare e il sistema respiratorio, come asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva.

Leggi anche: L’Europa sta sacrificando le sue foreste per la produzione di energia

E per l’ambiente

Il particolato contribuisce anche ad aumentare l’inquinamento outdoor, un problema che riguarda specialmente la Pianura Padana. Non a caso, in Lombardia è vietato utilizzare generatori a biomassa che abbiano zero, una o due stelle, classificazione stabilita in base al DM n. 186 del 7/11/17. Se si vogliono installare nuovi generatori, devono avere necessariamente almeno quattro stelle. Anche se il pellet è meno inquinante, bisogna prestare particolare attenzione alla sua provenienza: un’inchiesta pubblicata dal New York Times a settembre ha rivelato che l’Europa sta sacrificando foreste vergini e alberi centenari per la produzione di biomassa. “C’è una legge che lo favorisce, ma andrebbe rivista perché molta della legna che viene immediatamente trasformata in cippato potrebbe invece essere indirizzata alla filiera del legno”, conclude Miani. Un ultimo consiglio? Se non si può rinunciare al camino, è meglio sceglierne uno chiuso e utilizzare legna di buona qualità, possibilmente secca.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.