La “fotografia energetica” dell’EGE

FotogStefano Nardon, Ingegnere libero professionista, dall’aprile 2014 è EGE certificato SECEM per il Settore industriale 1-2014-SI/075. Dopo diverse collaborazioni, ad esempio con la Scuola Tridentum Srl di Trento e Tecnomeccanica Srl di Novara, attualmente opera quasi esclusivamente con le ESCo occupandosi della parte di audit. Le aziende con cui collabora, una volta vagliate le proposte dell’EGE, affidano ai propri tecnici la progettazione definitiva ed esecutiva.

Nella sua esperienza di consulente esterno, maturata all’interno di una o più aziende, quali sono i vantaggi derivanti dall’attuazione di interventi di efficientamento energetico? 

Prima di un intervento di efficientamento energetico l’azienda dovrebbe sottoporsi ad una diagnosi energetica. Per la società che decide di farlo il più grande vantaggNardonio è quello di prendere coscienza dei flussi energetici al proprio interno. Capita infatti che alcune aziende si limitino ad archiviare le bollette dopo aver calcolato il prezzo medio specifico. Altre volte la società rileva i dati energetici con apposita strumentazione, ma poi non ha le risorse o i mezzi informatici per elaborarli traendone importanti indicazioni. In sostanza le aziende spesso sottovalutano l’importanza di dedicare all’analisi del consumo energetico il giusto spazio con mezzi adeguati. Altro vantaggio è quello di instaurare un circolo virtuoso. Ricordiamoci che il risparmio è il primo guadagno. Ma gli interventi di efficientamento energetico non fanno solo diminuire gli esborsi per l’energia, ma si ripercuotono positivamente anche sull’ambiente. Lord W.T. Kelvin diceva che “se non si può misurare qualcosa, non si può migliorarla”. Questa frase indica chiaramente quale sia la direzione da percorrere: per migliorare l’efficienza energetica in un’azienda, prima si devono conoscere in maniera approfondita i consumi. In caso contrario si rischia di proporre investimenti che non portano ai risparmi attesi.

Quale impatto economico hanno avuto sul bilancio queste attività?

Ho avuto la possibilità di collaborare con aziende diverse tra loro: alcune presentavano consumi quasi esclusivamente elettrici, altre invece per la maggior parte di gas naturale. Le proposte di efficientamento erano quindi differenti, così come gli investimenti e i tempi di rientro. In generale scarto interventi che si ripagano in tempi maggiori di cinque anni.

Crede che le aziende con le quali ha collaborato svilupperanno nuove opportunità di investimento in termini di efficienza energetica?

Spero di sì. Un’azienda che ricorre (spontaneamente) ad una consulenza nel campo dell’efficienza energetica mostra già una certa sensibilità in tal senso. Poi, l’appetito vien mangiando…

Con quali fondi sono stati realizzati questi progetti? Anche con quelli messi in campo dall’Unione Europea?

Ci sono diverse possibilità per l’incentivazione di progetti di efficientamento energetico. Lo strumento principale restano, a mio avviso, i titoli di efficienza energetica (TEE), i cosiddetti certificati bianchi.

Spesso l’EGE ha difficoltà ad agire sui decisori aziendali: come sensibilizzarli a politiche razionali nell’uso dell’energia?

L’essere un consulente esterno mi permette di avere una visione di insieme che offre una prospettiva nuova e innovativa rispetto agli interni. Inoltre mi permette di soffermarmi solo sulle questioni energetiche. Il miglior modo per sensibilizzare è quello di proporre una panoramica del potenziale di efficientamento e proseguire inizialmente con lo sviluppo di interventi meno onerosi. La creazione di indici energetici che mostrino il progressivo miglioramento, così come fornire strumenti di facile implementazione che permettano delle facili verifiche, può essere d’aiuto.

Il quadro normativo in tema di efficienza energetica risulta chiaro e complesso? Esistono delle criticità sulle quali occorrerebbe intervenire?

Il quadro normativo è in costante aggiornamento e proprio per la sua complessità risente di alcune criticità che emergono solo quando lo si deve  applicare a realtà diverse tra loro. L’impegno profuso al continuo e necessario aggiornamento dovrebbe essere riconosciuto al professionista anche con l’attribuzione di un valore in termini di crediti formativi obbligatori.

Studiare da EGE: corsi, master e scuole per la nascita di figure specializzate. Quanto conta la formazione?

Una  formazione di base specifica è molto importante, ma da sola non basta. È importante un costante aggiornamento promosso anche da ditte produttrici che investono nella ricerca per migliorare l’efficienza energetica dei propri servizi. L’esperienza in campo è il terzo pilastro per un EGE poiché richiesta nei criteri per la certificazione.

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Stefano
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