Contabilità energetica e pre-diagnosi (“pDE”) nell’Amministrazione Pubblica: analisi dei dati, output e conclusioni

DiaggnosiElaborazione preliminare dei dati e caricamento su database

Una volta conclusa l’attività di raccolta dati, si consiglia di riportarli in fogli di calcolo organizzati per uso energetico, tipologia di utenza, POD, ecc.

Prima di inserire i dati raccolti nel database però, è indispensabile procedere ad un’analisi critica per essere sicuri che i dati raccolti siano quelli più affidabili e parzializzati possibili, e che non vi siano più dati mancanti. Allo scopo vanno effettuati vari controlli incrociati tra documenti/dati di provenienza diversa, tra cui:

  • verifica a campione dei valori ricavati da bollette, ma ricevuti su file di riepilogo;
  • verifica se vi siano ancora dei dati mancanti;
  • verifica dei dati di consistenza dei volumi e delle superfici degli immobili, attraverso il semplice calcolo del rapporto Volume/3 (per edifici con altezza media 3 metri) controllando se il valore risultante non sia troppo distante da quello della superficie connessa;
  • per gli impianti IP:
  • se sono presenti linee di illuminazione pubblica che comprendono fornitura di energia elettrica, gestione e manutenzione in un’unica soluzione, in genere non è possibile un diretto controllo dei consumi in quanto essi sono valutati in maniera forfettaria dal fornitore, per cui occorre ottenere dal manutentore dati di lettura mensile equivalenti a quelli delle bollette;
  • verificare la veridicità dei dati forniti, ricorrendo al calcolo delle ore di funzionamento (non possono superare le 4700 ore/anno e contemporaneamente non devono essere minori di 3900 ore/anno). Tale valore si ottiene dal rapporto tra consumi [kWh] e potenza installata [kW] riportato sul censimento degli impianti IP. Questa verifica serve anche per confermare la congruenza del dato di potenza installata. In caso di valori fuori dal range suddetto occorre effettuare rilievi a campione sul campo;
  • se sono presenti linee di proprietà di terzi (ad esempio EnelSole), oggetto di servizio manutentivo da parte della proprietà, ma con consumi forfettari (in genere calcolati su 4200/anno) fatturati però dal fornitore dell’energia, considerato che tali linee sono in via di dismissione da parte dei Comuni, occorre verificare che le potenze contrattuali con il fornitore energetico corrispondano a quelle realmente installate e non siano sovrastimate a causa di un mancato aggiornamento.

Per i Comuni della provincia di Torino, la creazione del database è facilitata dall’esistenza di uno specifico strumento, con relativo software di gestione messo a disposizione dalla Provincia stessa, denominato ENERCLOUD.

  • I fattori di conversione

Si premette che l’eventuale uso di software specialistici non richiede in genere questa attività, peraltro è bene verificare i valori utilizzati. Diversamente  oltre a ricavare il quantitativo di energia consumata in kWh, l’energia termica/elettrica va trasformata in energia primaria, espressa in tep, per consentire di valutare in modo omogeneo fonti energetiche differenti. NB Il consumo di energia primaria espresso in tep è fondamentale per verificare se la PA ricade o meno nell’obbligo di nomina del Responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia (“Energy Manager”) ai sensi della legge 10/91.

In genere si provvede anche alla trasformazione del consumo di energia termica/elettrica in kg di CO2 equivalente emessi in atmosfera per valutare l’impatto ambientale del Comune.

Analisi dei dati iniziale e valori di riferimento

La “pDE” si deve basare sulla valutazione di indici prestazionali (punto 5.5 norma UNI CEI EN 16247-2:2014). Di seguito si riportano alcuni indicatori utilizzati:

  • IMPIANTI IP
    • tariffa media unitaria [€/kWh];
    •  numero di ore di accensione dell’IP per anno [n°ore/anno (valori accettabili in prima battuta tra 3800 e 5000 ore/anno);
    •  potenza media di ogni punto luce [] (valori accettabili tra 100 e 200 ).
    • EDIFICI – ENERGIA ELETTRICA
      • tariffa media unitaria [€/kWh];
      • indice di consumo elettrico medio in [kWh/m2*anno];
      • rapporto tra il consumo elettrico nelle fasce F2 e F3 rispetto alla fascia F1 [ ] (valori accettabili inferiori a 0,8 per gli uffici e 0,5 per le scuole);
      • fattore di potenza [cosf] (valore ottimale >0,9 ma si ritengono accettabili anche i valori compresi tra 0,85 e 0,9), parametro utile ad individuare eventuali necessità di rifasamento degli impianti.
    • EDIFICI – RISCALDAMENTO
      • tariffa media unitaria [per il gas €/m3];
      • indice di consumo per il riscaldamento in [] , energia annuale riferita all’unità di superficie che dipende dalla tipologia dell’involucro edilizio, dal suo grado di isolamento termico, dalla tipologia dell’impianto di riscaldamento e dal relativo stato manutentivo/gestionale;
      • indice di consumo per il riscaldamento riferito ai Gradi Giorno, espresso in [], indipendente dalla rigidità o meno della stagione invernale e quindi restituisce un’informazione realistica dell’efficienza energetica del sistema edificio/impianto.
    • FER-FV
      • resa unitaria dell’impianto = rapporto tra kWh prodotti e kW installati.
    • IMMOBILIARI
      • disponibilità di superficie per alunno, espressa in [ ], utile a stabilire l’efficienza di utilizzo spaziale degli edifici.

Per ognuno di tali indici occorre individuare i relativi valori di benchmark e i target di qualità di riferimento.

Confronti tra parametri calcolati e benchmark/target e quantificazione dei saving corrispondenti

Individuati i benchmark/target, si deve procedere al confronto tra questi e i valori reali corrispondenti rilevati per il Comune (punto 5.5 norma UNI CEI EN 16247-2:2014). Gli scostamenti dei parametri calcolati rispetto ai valori di benchmark/target, moltiplicati per la dimensione (superficie, numero di alunni, …) a cui il parametro fa riferimento consentono di stimare i saving.

In genere il saving riferito ai benchmark si ottiene prevalentemente con azioni di ottimizzazione gestionale, mentre il saving ottenibile passando dal benchmark al target richiede interventi di miglioramento di efficienza energetica di diverso valore di investimento.

Report intermedi e report Finale

Si consiglia sempre di redigere report intermedi (settimanali o bisettimanali) contenenti:

  • Riepilogo delle attività svolte;
  • Riepilogo delle criticità emerse;
  • Riepilogo delle attività/documenti necessari da parte del Comune per la continuazione delle attività;
  • Tempi di consegna di tali documenti da parte del Comune.

I report intermedi servono per l’informazione costante della PA sull’avanzamento dei lavori, per il coinvolgimento della PA sull’avanzamento dei lavori e per la  responsabilizzazione della PA nei confronti del progetto.

Il report finale deve riportare il metodo seguito e le fasi che lo costituiscono (punto 5.6. della norma UNI CEI EN 16247-2:2014), quindi descrivere, in sintesi, i risultati delle analisi fatte, le indicazioni operative per il miglioramento (ottimizzazioni gestionali, interventi di efficienza energetica con modifiche tecniche) e i saving correlati. Per gli interventi di miglioramento di efficienza energetica onerosi, il calcolo dei saving deve essere supportato da valutazioni costi-benefici.

Le modalità di rappresentazione comparata dei dati e degli indici presi a riferimento sono molteplici e dipendono molto dal tipo di utenza e dalle caratteristiche che si vogliono evidenziare. In genere si consiglia di rappresentare i dati dei consumi elettrici per ogni utenza, suddivisi per fascia, tramite istogrammi per evidenziare come questi si distribuiscano sulle tre fasce orarie. Ugualmente per i consumi specifici riferiti all’unità di superficie o per alunno, avendo cura di ordinare gli edifici sull’asse delle ascisse in base alla superficie crescente/decrescente, si consiglia una rappresentazione per istogrammi.

Un metodo interessante per la rappresentazione dei dati comparati a livello di criticità è quello dei quadranti, che consente di incrociare e rappresentare in un grafico unico (e quindi in maniera più diretta) le criticità evidenziate nei diagrammi precedenti: nell’area evidenziata in rosso sono presenti edifici gestiti in modo poco efficiente e responsabili di un’elevata quota di consumo, quindi più critici e con più ampi margini di miglioramento.

Figgur2

Figura 1 – Individuazione delle criticità con il metodo dei quadranti

Altre rappresentazioni utili per l’analisi dell’efficienza energetica, con particolare riferimento al riscaldamento degli ambienti, sono la Potenza Termica dell’Edificio (similare all’energy signature richiamata dalla norma UNI EN 15603) e il Consumo per Unità Climatica (che permette l’analisi dell’efficienza gestionale indipendentemente dalle variazioni climatiche).

Spunti per conclusioni

Si evidenziano alcune conclusioni ricorrenti per le ”pDE” per PA:

  • se i consumi di energia primaria superano i 1000 tep/anno, evidenza del conseguente obbligo di nomina di un Energy Manager (legge 10/91);
  • indicazioni relative alla verifica di conformità dei contratti delle utenze (quali le scuole) per le quali può essere applicata la tariffazione dell’energia elettrica con  IVA agevolata al 10%;
  • necessità di allineamento tra la potenza contrattuale per forniture elettriche di impianti IP gestiti da EnelSole e i valori di potenza installata da censimento annuale fornito da  EnelSole;
  • necessità di informazione, formazione e coinvolgimento di tutto il personale;
  • poca cultura della gestione degli orari di funzionamento impianti;
  • richiami sull’esigenza di coerenza tra spese di bilancio ripartite in vari centri di costo e tipologie e le spese reali fatturate;
  • piano di ottimizzazione generale, con priorità per siti non utilizzati al meglio in termini spaziali.

AUTORI:  ing. Roberto Gerbo, arch. Federica Ariaudo Ph.D., ing. Laura Coletto

Ha collaborato p.i.  Sergio Collesei

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