Tre mesi in più per avere l’Epr nel tessile

Ma l'ultra fast fashion si combatte con passaporto digitale e regole uguali per tutti. Il commento di Sara Faccioli, presidente del Board del Consorzio per l’EPR tessile ReDress

Slitta l’Epr tessile di tre mesi come è emerso nel corso del Venice Sustainable Fashion Forum appena concluso, dall’intervento dell’Ing. Laura D’Aprile del Ministero per l’ambiente e la Sicurezza Energetica (Mase). Sempre il Mase con il MIMIT hanno confermato il focus sul tema ultra-fast fashion, indicando l’EPR tra le priorità per ristabilire una concorrenza equa.

raccolta differenziata tessile
raccolta differenziata tessile

In una nota congiunta i Consorzi: Cobat Tessile, Consorzio Ecotessili e Consorzio ERP Italia Tessile e le imprese da essi rappresentate, “ribadiscono pertanto l’importanza della tempestiva pubblicazione del decreto per l’EPR dei prodotti tessili, essenziale per pianificare investimenti, innovare i processi, adottare le migliori best practice in termini di tracciabilità e trasparenza della gestione dei rifiuti, ma soprattutto allinearsi agli obiettivi di economia circolare delle strategie unionali”.

Importante guardare a un passaporto digitale dei capi

“I consorzi, pur non essendo ancora riconosciuti formalmente, stanno già lavorando per costruire l’infrastruttura necessaria all’avvio dell’EPR tessile nel 2026; ReDress propone l’attivazione di un tavolo operativo promosso dal Ministero per procedere in modo coordinato ed efficace” sottolinea Sara Faccioli, presidente del Board del Consorzio per l’EPR tessile ReDress e Managing Director di RLG Systems Italia: “E’ tempo di trasformare la trasparenza in un vantaggio competitivo, non solo in un requisito di conformità”.
Quindi sì ai dazi europei, regole per i marketplace extra-UE e una filiera certificata in grado di garantire legalità, sostenibilità e tutela del lavoro.

Oggi solo il 12% dell’immesso al consumo viene intercettato e avviato al recupero. Per migliorare su questo fronte serve lavorare su Epr e Passaporto Digitale sono gli strumenti chiave per una filiera tracciabile.

Questo offrirà per la prima volta una tracciabilità completa dei capi, dalla composizione alle modalità di riciclo. “Il passaporto digitale non è solo un’etichetta,” prosegue Faccioli, “ma una mappa che permette di sapere di cosa è fatto un prodotto e come potrà essere reimmesso nel ciclo produttivo. È il primo passo per un’economia davvero circolare.”

leggi anche: Un tavolo permanente per gestire End of waste e EPR nel tessile

 


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