Regolamento imballaggi, la voce di Unionplast

imballaggi unionplastUnionplast, l’associazione nazionale di categoria dei trasformatori di materie plastiche, ha espresso la propria posizione sulla ”Proposta di regolamento su imballaggi e rifiuti di imballaggio”, nel corso dell’audizione alla Camera dei Deputati, di fronte alle Commissioni riunite VIII Ambiente e X Attività produttive.

Unionplast chiede maggiore visibilità e attenzione al mercato delle materie prime seconde

In questa sede l’associazione ha ribadito come serva un mercato funzionante di materie prime seconde e un opera di ricerca verso soluzioni innovative che combinano un’elevata efficienza dei materiali con un’alta riciclabilità e l’uso di materiali riciclati. L’Italia vanta già di essere il Paese con il più alto tasso di attività di riciclo e recupero dell’UE. Si tratta di un 52,% che pone il Paese molto in linea con i target europei al  2030 del 55%.

Inoltre secondo l’Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo il nostro paese è virtuoso nell’utilizzo di oltre 1,200milioni di tonnellate di materie prime seconde per realizzare nuovi prodotti. Azione che oggi riduce già di circa il 20% il totale di tutte le plastiche trasformate nel nostro Paese contro una media europea del 6%.

Evitare discriminazioni verso gli imballaggi di plastica

Alla luce di questi dati esistenti e del potenziale di miglioramento possibile Unionplast richiede che non siano “discriminati” gli imballaggi in plastica rispetto a quelli realizzati con altri materiali senza giustificazione. Questo perché evidenzia Unionplastiche “le quote di riutilizzo (art. 26, comma 7) e divieti (art. 22 e allegato V) sono presi in considerazione solo per alcuni tipi di imballaggi in plastica, configurando una forma di “depistaggio ambientale”, evidente se si esaminano i risultati del settore nel nostro Paese”.

Un dato che andrebbe anche a tutela del comparto industriale del Paese che è il secondo produttore europeo di imballaggi dopo la Germania. Grande anche esportatore sia di imballaggi sia di merci imballate. Si tratta di un settore che include 50mila addetti, in quasi 3mila aziende, con un fatturato di 12.279 mln di euro, di cui circa il 45% derivante dall’export.

Il richiamo della politica sul supporto alle imprese degli imballaggi

“La posizione di Fridays for Future, Mare vivo, Plastica free e Zero Waste riguardo la proposta del regolamento sugli imballaggi è assolutamente corretta e condivisibile. Hanno riportato l’attenzione sul danno degli imballi in plastica sul nostro ecosistema, danni che, ricordiamolo, hanno un costo per il cittadino al pari di quello che sta creando il cambiamento climatico alla salute della nostra popolazione. Trovo anche doveroso però considerare le problematiche e le difficoltà delle imprese nell’affrontare il cambiamento richiesto dal regolamento europeo”. Lo dichiara la Vicepresidente del MoVimento 5 Stelle in Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati, Patty L’Abbate, a margine delle Audizioni informali, nell’ambito dell’esame della proposta di regolamento su imballaggi e rifiuti di imballaggio.

“Dobbiamo essere noi legislatori – spiega L’Abbate –a supportare con azioni di politica economica, con incentivi e norme il sistema economico italiano per portarlo verso la giusta direzione. Le imprese italiane dovrebbero essere ascoltate dall’Europa prima che si arrivi all’emanazione di un regolamento, come successo con la consultazione sul tema ecodesign. Si eviterebbero scontri e divergenze ex post, perché la tutela dell’ambiente e quella dell’economia sono collegate e dovrebbero viaggiare nella stessa direzione. Alla politica – conclude L’Abbate – spetta il compito di fare in modo che la transizione ecologica diventi concretamente un’occasione di crescita per le aziende e di tutela del nostro ecosistema”.

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