Membrane bituminose, al via la consultazione pubblica per il riciclo

Una consultazione che arriva "in ritardo di tre anni", commenta Stefano Ravaioli, direttore SITEB utile a "ridurre i conferimenti in discarica e rafforzare l’economia circolare" dichiara il viceministro all’Ambiente e Sicurezza Energetica Vannia Gava.

Ha preso il via la consultazione pubblica sullo schema di Regolamento predisposto dal MASE recante la nuova disciplina di cessazione della qualifica di rifiuti da membrane bituminose. “Le nuove norme mirano a semplificare e ad aggiungere un ulteriore atteso tassello nell’ambito della più generale revisione della disciplina sul fine vita dei rifiuti a cui stiamo lavorando, sì da ridurre i conferimenti in discarica e rafforzare l’economia circolare” dichiara in una nota il viceministro all’Ambiente e Sicurezza Energetica Vannia Gava.

Si tratta di riciclare il materiale impiegato per rendere impermeabili tetti e superfici una volta che deve essere sostituito, “Un tipo di prodotto per cui l’Italia ha fatto scuola nel mondo”, sottolinea a Canale Energia Stefano Ravaioli, direttore SITEB, l’Associazione Strade Italiane e Bitumi.

Membrane bituminose: strati sottili di materiali speciali progettati per prevenire l’infiltrazione dell’acqua attraverso il tetto.

Il riciclo delle membrane bituminose rappresenta un importante elemento di economia circolare in edilizia stradale. Difatti al suo interno hanno una quantità di bitume e di polimeri 10 volte superiore a quanto se ne recupera nel fresato di asfalto.

Fresato d’asfalto è il  conglomerato bituminoso recuperato mediante fresatura degli strati del rivestimento stradale, che può essere utilizzato come materiale costituente per miscele bituminose prodotte in impianto a caldo” (cit. norma tecnica UNI EN 13108-8).

La percentuale di bitume è molto importante nella composizione dell’asfalto stradale. Queste membrane trasformate in granuli sono un additivo eccezionale per le pavimentazioni stradali. Tant’è che nei capitolati di alcuni società autostradali e di grandi committenti del settore sono richiesti e siamo costretti a comprarlo da altri paesi, perché in Italia non abbiamo una norma end of waste che li contempera. In quest’ottica ben venga il lavoro dell’attuale Ministero, ma vorrei sottolineare che è un’azione che stiamo chiedendo da più di tre anni e di cui non avevamo più avuto riscontro dagli uffici competenti.”

Un ritardo nella filiera dell’end of waste

membrane bituminose
Foto di 👀 Mabel Amber, who will one day da Pixabay

Un ritardo che sorprende, chiarisce ulteriormente Ravaioli in quanto “le membrane di asfalto hanno la stessa composizione del fresato di asfalto. Mentre quest’ultimo si può già riciclare parliamo di 17milioni di tonnellate prodotte ogni anno di cui ne riusciamo a reimpiegare 11 milioni. Sulle membrane tutto è stato lungamente fermo. Per quanto le nostre istanze in merito siano state in contemporanea su questo recupero come sul polverino di gomma“.

I numeri dello smaltimento delle membrane bituminose

La disponibilità di questo materiale è di circa 200mila tonnellate l’anno. Un dato forse non molto grande se paragonato ad altro materiale ma che vuol dire comunque in risparmio di materiale che altrimenti andrebbe smaltito in discarica.

Inoltre con alcune accortezze sarebbe abbastanza immediato anche avviare la filiera del recupero.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.