Green economy, le opportunità per l’Italia e le sfide da superare

Molti gli spunti emersi alla cerimonia di apertura degli Stati generali della green economy 2023, summit organizzato in collaborazione con il MASE e la Fondazione per lo sviluppo sostenibile.

Paolo Gentiloni
Paolo Gentiloni, Commissario europeo per l’Economia

“Un anno fa eravamo in piena crisi energetica. Grazie agli sforzi collettivi, oggi siamo in una situazione meno critica. L’Europa non deve abbandonare l’ambizione di guidare la transizione ecologica: i benefici sono superiori ai costi, ma quei costi non vanno scaricati sulle fasce più deboli della popolazione. Le risorse ci sono, dal REPowerEU al NextGenerationEU, così come le misure di sostegno per favorire una transizione socialmente equa”. Lo ha dichiarato Paolo Gentiloni, Commissario europeo per l’Economia, in apertura degli Stati generali della green economy alla fiera Ecomondo di Rimini, oggi 7 novembre.

Unione europea, Cina e Stati Uniti guidano la transizione ecologica

Presentando l’annuale relazione sullo stato della green economy, Edo Ronchi – presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – ha confermato come l’Unione europea sia dotata di uno dei più rilevanti programmi di finanziamento della decarbonizzazione e abbia in programma di investire, tra il 2021 e il 2027, 578 miliardi di euro per il clima; il 32,6 per cento del bilancio. Anche la Cina punta a crescere come potenza globale dell’energia decarbonizzata, mentre gli Stati Uniti hanno stanziato ingenti risorse per la sicurezza energetica e la lotta contro i cambiamenti climatici con l’Inflation Reduction Act.

Stati generali della green economy
Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile

La diffusione delle tecnologie verdi

“La grande ondata di tecnologie pulite, come veicoli elettrici e solare FV, insieme alla stabilizzazione dell’economia cinese verso un modello di sviluppo più sostenibile, stanno modificando le tendenze del sistema energetico globale”, ha confermato Laura Cozzi, direttrice sostenibilità, tecnologie e scenari dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA).

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Il mercato globale delle tecnologie verdi è destinato a triplicare entro il 2030, raggiungendo i 600 miliardi di dollari l’anno. Gli investimenti nelle fonti energetiche rinnovabili sono aumentati del 40 per cento dal 2020, tant’è che, nel 2023, gli impianti raggiungeranno quota 500 GW. Delle auto vendute quest’anno, una su cinque era elettrica. Nel 2020, lo era solo una su venticinque.

L’economia di domani

“Con un incremento delle temperature medie globali di 1,2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, e 101,4 miliardi di tonnellate di materiali consumati solo nel 2021, ridurre le emissioni di gas serra e rinunciare all’economia lineare che guarda solo allo sfruttamento di risorse rappresenta un imperativo. L’economia di domani, non quella di un lontano futuro, dovrà essere verde, decarbonizzata, rigenerativa e circolare”, ha detto Ronchi.

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E lo ha confermato anche Irene Priolo, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna: “L’ambiente deve diventare il primo vettore delle politiche industriali del nostro Paese. L’alluvione che ha colpito la nostra regione a maggio ha sconvolto il nostro territorio. Riconoscere i cambiamenti climatici, però, non significa solo comprenderne gli effetti, ma anche capire come contrastarli”, ha detto Priolo.

Stati generali della green economy 2023
Irene Priolo, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna

La green economy nel nostro Paese

L’Italia, su questo, deve ancora lavorare. Pur essendo un hotspot della crisi climatica, il nostro Paese è in ritardo sulla decarbonizzazione rispetto ai target europei. Abbiamo ridotto le emissioni climalteranti solo del 4 per cento dal 2015 al 2022, mentre dal 2019 al 2022 sono addirittura aumentate del 2 per cento. Nel 2022, l’energia rinnovabile per calore, carburanti ed elettricità è diminuita dal 21 al 19 per cento del fabbisogno italiano. Restiamo lontani dai 10-12 GW annui che servirebbero per centrare gli obiettivi europei.

green economy, energia rinnovabile
© Fondazione per lo sviluppo sostenibile

L’anno scorso, i consumi energetici e le emissioni del settore dei trasporti sono cresciuti del 5 per cento rispetto al 2021. Le auto a benzina e diesel rappresentano ancora l’86 per cento del totale. Nonostante i risultati positivi dal punto di vista della produttività delle risorse e del riciclo dei rifiuti, il livello di tutela del territorio e del mare è al di sotto della media europea, stando alla relazione redatta dal Consiglio nazionale della green economy.

I benefici della decarbonizzazione

La decarbonizzazione, nello scenario Confindustria-RSE, garantirebbe 66 miliardi di euro di risparmio totale in termini di costi energetici e di costi delle emissioni nel decennio. Assicurerebbe, inoltre nuove opportunità occupazionali e 529,5 miliardi di euro di maggiori entrate per lo Stato cumulate al 2030. Il passaggio a un’economia circolare ridurrebbe la dipendenza dell’Italia dalle importazioni, con un risparmio di 82,5 miliardi di euro al 2030. Non bisogna poi sottovalutare i benefici economici del ripristino degli ecosistemi, ha detto Ronchi: solo in Italia basterebbe investire poco più di 260 milioni di euro per avere benefici pari a oltre 2.400 milioni.

Lo sviluppo sostenibile come pilastro della competitività economica

“Le economie mondiali stanno attraversando una fase di incertezza e cambiamenti strutturali, ma la transizione a modelli che sappiano coniugare sostenibilità ambientale e inclusione sociale può aumentare anche la resilienza dei sistemi economici”, ha commentato Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia, in un videomessaggio.

“La green economy può essere davvero elemento trainante dello sviluppo economico europeo. Qui ad Ecomondo ci sono già le tecnologie e le imprese pronte a risolvere i problemi che affliggono il nostro Pianeta”, ha aggiunto Maurizio Renzo Ermeti, presidente di Italian Exhibition Group (IEG).

Le proposte per una “green economy” circolare

Ecco perché il Consiglio nazionale della green economy, composto da sessantotto organizzazioni di imprese, ha elaborato undici proposte per favorire il passaggio a un’economia rigenerativa e circolare:

  1. accorciare i tempi per le autorizzazioni e renderli certi;
  2. approvare anche in Italia una legge per il clima;
  3. approvare una legge per la tutela del suolo;
  4. attuare una riforma della fiscalità in direzione ecologica;
  5. accelerare la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’elettrificazione nei trasporti, negli usi civili e nell’industria;
  6. introdurre un sistema efficace di incentivazione per l’efficienza energetica degli edifici;
  7. rafforzare la circolarità di produzioni e consumi;
  8. rafforzare le imprese nazionali con un piano di sviluppo delle filiere produttive per la transizione ecologica;
  9. aumentare quantità e qualità del lavoro e aggiornare le competenze;
  10. migliorare l’accesso ai finanziamenti e l’attrazione degli investimenti verdi;
  11. potenziare la ricerca e l’innovazione.

Facendo riferimento alla proposta numero cinque, Ronchi ha specificato come il ritorno alle centrali nucleari non sia conveniente per l’Italia, stando alle analisi effettuate sulla base dei dati dell’IEA. Il nostro Paese dovrebbe invece puntare sul “100 per cento di elettricità rinnovabile: pulita, sicura e più economica”.

L’intervento del Ministro Pichetto Fratin

Su questo tema è intervenuto il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, spiegando come l’istituzione della Piattaforma nazionale per il nucleare sostenibile sia dipesa dalla volontà di far sì che la nostra nazione possa contribuire alla ricerca sul tema.


Il Ministro ha detto, inoltre, che non ha intenzione di posticipare la fine del mercato tutelato per i clienti domestici non vulnerabili di gas naturale, prevista per il 10 gennaio 2024. Ha però assicurato che sarà prevista un’apposita campagna informativa. Infine, ha rivelato che l’approvazione definitiva del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici potrebbe avvenire entro la fine dell’anno.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.