Persone, partner e preservazione del pianeta; questi i tre fattori al centro della strategia del colosso della vendita on line del fashion Zalando.

Nel complesso la sfida dell’azienda è raggiungere il 10% del mercato del fashion europeo, con l’apertura di altri otto mercati: Croazia, Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia e Slovenia nel 2021; Ungheria e Romania nel 2022. Il tutto arrivando ad abbassare il proprio impatto sul pianeta secondo gli standard previsti dall’accordo di Parigi.

Un brand dalla crescita costante, anzi accelerata a causa del Covid-19 con un +30,4% rispetto all’anno precedente per un totale di 10,7 miliardi di Euro di GMV. Un andamento che non ha rallentato neanche quando i negozi sono stati riaperti in estate, come sottolinea Robert Gentz, CO-Ceo Zalando SE nel corso della conferenza stampa sui risultati annuali trasmessa in diretta on line il 16 marzo.

Parte attiva di questo successo l’attività di affiliazione dei brand di abbigliamento. Una collaborazione che la piattaforma digitale Zalando intende valorizzare e stimolare sempre di più, con sistemi di ingaggio verso i partner e verso i clienti. Una  sistema che però dovrà crescere nel rispetto della sostenibilità del fashion verso l’ambiente, come rimarca David Schneider, CO-Ceo Zalando SE.

La sostenibilità del fashion secondo Zalando

“Il fashion è un elemento dell’inquinamento globale quindi lo siamo anche noi” spiega Rubin Ritter, CO-Ceo Zalando SE “per questo vogliamo essere una parte della soluzione”.

“Con la piattaforma possiamo generare un meccanismo per cui sia i consumatori che i partner possono agire in modo più sostenibile. Di fatto stiamo lavorando per ridurre le nostre emissioni e chiediamo ai nostri partner di fare altrettanto.

Ad esempio li incoraggiamo a produrre e distribuire sulla nostra piattaforma prodotti sostenibili. Un’azione a cui segue la nostra segnalazione e messa in evidenza della sostenibilità del prodotto”, continua Rubin Ritter “Quest’anno abbiamo messo come focus i prodotti realizzati con materiali riciclati per il 20-30%.

Altro aspetto su cui stiamo crescendo è il potenziale di riciclo dei vestiti, per cui mettiamo a disposizione la possibilità di rivendere tramite la nostra piattaforma vestiti che i nostri clienti non usano più ma sono ancora in buono stato. Infine diamo dei suggerimenti per far sì che il capo sia mantenuto al meglio e anche su come ripararlo”. Un approccio che aumenta anche il coinvolgimento dei clienti sulla piattaforma.

Un altro effetto della pandemia è stato una maggiore attenzione al tema della sostenibilità del fashion. Attenzione confermata da circa il 34% dei clienti di Zalando. Dato che ha portato a un aumento del fatturato di +16% in prodotti sostenibili. Una scelta che è stata effettuata dal 50% degli utenti. Come evidenzia Kate Heiny, director sustainability Zalando SE “Questo scenario fa sì che l’investimento in sostenibilità per noi rappresenta anche un’ importante opportunità di business per la nostra crescita”.

zalando report sostenibilità del fashion

“Abbiamo più di 80mila prodotti sostenibili rispetto ai 25 mila dello scorso anno. Una disponibilità che ci ha permesso di crescere più velocemente sui nostri obiettivi” continua Kate Heiny. Un dato che ha permesso di alzare gli obiettivi di fatturato da questi prodotti dal 20 a 25% del volume di merce lordo entro il 2023.  “Inoltre con il programma dedicato alla circolarità degli abiti, abbiamo allungato la vita a 340mila prodotti nell’anno. La prospettiva è arrivare al 2023 a estendere la vita di 50 milioni di prodotti”.

Altro ambizioso obiettivo arrivare a un imballaggio dei prodotti totalmente prodotto con materiale riciclato, attualmente più dell’80% del packaging è fatto così.

Oltre queste azioni più specifiche della mission aziendale non mancano attività di recupero di CO2 con oltre 26mila alberi piantati entro marzo di quest’anno e un obiettivo di più di 300mila entro il 2023. Infine l’azienda si serve al 100% da energia rinnovabile.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.