La guerra Russia Ucraina ha riportato al centro delle cronache il ruolo centrale dei rifiuti organici per la produzione di compost così da assicurare la difesa dei suoli agricoli superando il problema del costo sempre maggiore dei fertilizzanti di importazione. Grazie al compost nell’agricoltura moderna è possibile restituire sostanza organica matura ai suoli e non solo, “il compost attribuisce al suolo anche altre caratteristiche. La sostanza organica matura ha la capacità di trattenere e rilasciare componenti organici nutrivi”.

Il terreno è più efficiente e alimenta in maniera efficace gli apparati integrali delle piante

Spiega a Canale Energia Alberto Confalonieri coordinatore del Comitato Tecnico del CIC- Consorzio Italiano Compostatori, raggiunto a margine del convegno “L’importanza dell’utilizzo del compost nell’agricoltura moderna” che si è svolto lo scorso 9 settembre  al Sanatech presso Bologna Fiere. “Questo perché il compost così derivato contiene esso stesso azoto, fosforo e potassio. Si ottiene quindi un suolo più morbido, più semplice da lavorare e meno disperso nel sottosuolo. Infine aumenta i microorganismi presenti, garantendo la biodiversità e rendendo il suolo meno attaccabile da agenti patogeni esterni. Il terreno è più efficiente e alimenta in maniera efficace gli apparati integrali delle piante”. 

Una soluzione quindi alla desertificazione del terreno e alla riduzione della biodiversità, facile da perseguire e alla portata di tutti noi. Attenzione però, funziona solo se la raccolta differenziata è fatta bene.

Vista crisi degli ultimi mesi e il conseguente aumento costo dei fertilizzanti il compost può quindi rappresentare una risorsa strategica per l’agricoltura sia come efficacia sia come reperibilità e costi.  “Se il compost fosse acquistato al posto dei fertilizzanti, perché ricco come detto di fosforo, azoto e potassio, ai prezzi odierni si potrebbe arrivare a venderlo a 100 euro a tonnellata, invece degli attuali 10 euro. Se pensiamo che oltre a queste sostanze in più porta il carbonio organico si arriverebbe a un valore finale anche maggiore. Ovviamente non si fa il compost per generare profitti di questo tipo, ma volendo ci sarebbe molto da lavorare per impreziosire anche il prodotto finale”.

Le regole necessarie per produrre un buon compost

“Tra il far bene e il far male la differenziata c’è un sostanziale impatto di costi economici e ambientali” rimarca Confalonieri che con il CIC effettua le rilevazioni negli impianti di compostaggio per seguire l’efficacia e la qualità del compost prodotto. “La raccolta differenziata mal fatta, porta con sé componenti che non dovrebbero essere trasferiti all’organico. Le nostre rilevazioni del rifiuto umido spesso registrano la presenza di plastica, ma anche di vetri, metalli e pannolini. Questi contaminanti vengono eliminati, ma con un duplice costo. Prima di tutto le macchine impiegate per fare questi trattamenti hanno dei maggiori costi energetici e di impianto e inoltre si impatta l’efficienza complessiva del prodotto finale. Purtroppo in questa fase di pulizia necessaria per garantire l’efficacia del compost si sacrifica una parte della sostanza organica che sarebbe invece recuperabile. Per capirci per un 1kg di impurità si creano circa 3 kg di scarti che poi si vanno a disperdere in modo non efficiente”.

L’importanza di una corretta e costante comunicazione

“Nel complesso dobbiamo evidenziare come la qualità dell’umido non sta migliorando. Negli ultimi anni abbiamo visto attestarsi un valore di impurità dell’umido che dal 5% sta andando verso valori più ampi. La comunicazione deve essere più capillare. Stiamo cercando di sensibilizzare a questo le istituzioni e accogliamo con favore che nel recente piano di rifiuti un accenno a questa tematica sia stato fatto”.

Anche il contenitore con cui viene conferito l’umido è importante. “La raccolta va fatta o in un contenitore a svuotamento o attraverso sacchetti compostabili di carta o bioplastica. Inoltre ci siamo resi conto nel tempo che più il cittadino è direttamente responsabilizzato più è attento a fare la differenziata. Quindi sia nel porta a porta sia nei piccoli contenitori condominiali il cittadino sente maggiormente l’attenzione sull’efficacia del risultato. In questo caso le analisi fatte da noi come CIC presso gli impianti dei nostri associati hanno dimostrato un netto miglioramento della qualità della raccolta”.

Quello che emerge nel nostro confronto con Confalonieri è come nel compost come per tutta la raccolta differenziata l’informazione sia sempre insufficiente per quanto ci siano dei territori più efficienti e ci siano molte possibilità di miglioramento.

“La raccolta migliora anche con la sensibilizzazione al cittadino e perché sia efficace servono azioni frequenti di sensibilizzazione sul come farla. L’uso di App può dare un contributo in un questo senso se collegate con gli uffici tecnici dei comuni. La sanzione credo debba essere l’ultima delle cose”.

Non tutto è davvero compostabile, ecco a cosa bisogna fare attenzione

Per verificare che un prodotto sia realmente compostabile deve esserci segnalato che risponde alla norma 13432. “Abbiamo avuto modo di verificare nella nostra attività di rilevazione che c’è una correlazione tra il cittadino che fa raccolta differenziata nel sacchetto compostabile con la qualità dell’umido conferito. Effettivamente chiusa correttamente un sacchetto compostabile per conferire poi effettua una raccolta dell’umido migliore”. 

Il tema dei manufatti compostabili è più delicato e complesso “soprattutto tra piatti, stoviglie e bicchieri”. Spiega “Noi gestiamo un marchio per la certificazione della compostabilità su cui facciamo una selezione a monte dei prodotti che si possono biocompostare perché ci sono una serie di opportunità che il mercato ha colto nella lotta contro la plastica. Temiamo però che si crei confusione tra i consumatori su cosa sia compostabile o meno“.

L’attenzione del comparto agricolo all’opportunità data dal compost

L’attenzione del settore agricolo “In media vengono collocate sul territorio circa 2milioni e 100mila tonnellate di compost annue. L’efficacia della collocazione dipende molto dalla capacità dei singoli impianti di promuoversi sul territorio. Il cosiddetto compost grigio degli anni 80 non ha fatto grande propaganda al nome del compost, perché molto ricco di impurità, metalli e vetri”, spiega Alberto Confalonieri. Normalmente il compost viene venduto a prezzi simbolici ma ci sono realtà in grado di arrivare a prezzi anche superiori a 100 euro a tonnellata. Considerate che il prezzo del compost è intorno ai 10 euro a tonnellata..

“Ora che normative hanno qualificato il settore è molto importante l’azione delle aziende delle singole agricolture sul territorio. Specifico del territorio perché si tratta di un prodotto operativo nell’arco della provincia in cui opera l’impianto”.
Un’economia circolare quindi a impatto zero che può sostentare l’efficacia dell’agricoltura e la ricchezza del proprio ambiente riportando acqua e nutrienti dove vengono prodotti.

Leggi anche: Il compostaggio diffuso come opportunità per la smart city

 

 

 

 

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.