Plastica BioplasticaUn fatturato che è passato da poco meno di 370 milioni di euro nel 2012 a 685 milioni di euro nel 2018, con una crescita media annua di circa l’11%. Questi sono solo alcuni dei tanti dati emersi nel corso dell’incontro di presentazione del 5° rapporto annuale di Assobioplastiche, svoltosi ieri a Roma. Un convegno durante il quale è stato illustrato uno studio sul settore effettuato da Plastic Consult, società indipendente che svolge studi e analisi di mercato nel settore delle materie plastiche, l’industria delle plastiche biodegradabili e compostabili.

Valore in crescita dell’85% rispetto a primi anni

In particolare la ricerca ha mostrato come il comparto nell’ultimo anno abbia registrato “una forte crescita”, trend legato principalmente al contributo della parte alta della filiera, quella relativa ai produttori di chimica e intermedi di base. “Nel complesso – spiega una nota –  il settore  ha aumentato il proprio valore di oltre l’85% rispetto ai primi anni di attività, nonostante la progressiva decrescita dei prezzi di vendita”.

Volumi dei manufatti, + 21% rispetto al 2018

I volumi complessivi dei manufatti prodotti, come sottolinea lo studio di Plastic Consult, hanno registrato nel corso degli ultimi anni un trend di costante crescita attestandosi nel 2018 a quota 88.500 tonnellate, con un +21% rispetto al 2017. Nel complesso il tasso di crescita media annua nel periodo 2011-2018 si è avvicinato al 10%.

Shopper biodegradabili, volano per il settore

Una data importante per lo sviluppo del settore è il 2011, anno in cui è entrato in vigore l’obbligo di utilizzare sacchetti biodegradabili in sostituzione di quelli in polietilene, misura che ha rappresentato un vero e proprio “volano” per il comparto. Se il triennio successivo ha avuto un andamento stabile, nel 2015 c’è stata infatti una “forte crescita dei volumi”,  con 12.000 tonnellate in più.  L’industria nazionale ha beneficiato di questa opportunità legata alle nuove norme avviando già a fine 2016 le prime produzioni di queste tipologie di sacchetti destinati all’esportazione. “Nel corso del 2018, il maggiore impulso ai volumi è provenuto proprio dal nuovo segmento dei sacchetti ultraleggeri per confezionamento merci sfuse, che ha superato ampiamente le 15.000 tonnellate diventando la seconda principale applicazione dopo gli shopper”, spiega la nota dell’associazione.

Shopper asporto merci, la questione dell’illegalità

Un trend di continuità caratterizza invece il fenomeno dell’illegalità per quanto riguarda gli shopper per asporto merci. Nel corso del 2018, infatti, il problema rimane rilevante con quasi 35.000 tonnellate di sacchetti non a norma, circa 4 su 10 di quelli in circolazione. In certi casi il materiale usato è il polietilene, tuttavia una categoria che sta prendendo piede è quella dei sacchetti solo apparentemente compostabili, dotati invece di marchi falsi. Si tratta di shopper che provengono per lo più dall’estero, di cui nel nostro Paese, solo nel 2018, sono state sequestrate da Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale oltre 200 tonnellate (dati Osservatorio di Assobioplastiche).

Materiali plastici biodegradabili, “comparto ad alto potenziale”

Il rapporto –  afferma in nota Marco Versari, presidente di Assobioplastiche – riconferma le straordinarie potenzialità dell’industria dei materiali plastici biodegradabili e compostabili, nata per rispondere ai grandi problemi ambientali coniugando innovazione a produzione responsabile, riciclo a rigenerazione, con il rifiuto che torna ad essere materia prima”. 

Oggi – prosegue Versari – l’incognita maggiore per il futuro di un’industria che genera valore e sviluppa occupazione è determinata dalla direttiva SUP (Single Use Plastics) emanata dalla UE. Gli Stati membri hanno tutti gli strumenti per recepire le norme della direttiva SUP tenendo conto dei singoli contesti nazionali e dei relativi sistemi di gestione dei rifiuti, differenziando le misure di riduzione in base al diverso impatto ambientale dei singoli prodotti, come espressamente previsto dalla direttiva. Ci auguriamo che l’Italia prosegua sulla strada già intrapresa in modo lungimirante diversi anni fa volta incentivando l’uso sia di prodotti riutilizzabili che di monouso compostabili”.

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