Assovetro richiama l’attenzione al riuso e costo del rottame

I trend del settore in ottica di economia circolare e transizione ecologica in occasione dell' aggiornamento dei dati di produzione del packaging in vetro e il check up fornito

Cresce il mercato del vetro cavo con un + 1,5% per le bottiglie e un +2,5% per i vasi. Dati che confermano la riconoscibilità del vetro come materiale amato dai consumatori sia per la sua possibilità di essere riciclato all’infinito sia per la sua caratteristica di non essere permeabile agli agenti chimici. Nonostante ciò, qualcosa nel mercato sta dando segnali di attenzione: la volatilità dei prezzi energetici, a cui un’industria energivora come il vetro è particolarmente sensibile e l’aumento del prezzo del rottame da cui si rigenera vetro nuovo.

Roberto Cardini, Presidente della sezione contenitori di Assovetro
Roberto Cardini, presidente della sezione contenitori di Assovetro presenta i trend della produzione e del consumo di vetro cavo. Foto di Agnese Cecchini

Quest’ultimo ha raggiunto un costo più che quadruplicato passando da circa 25 Euro/ton a 200 Euro/ton. Un aumento che pesa sia sul costo del prodotto finito sia sulla circolarità della materia fondamento della transizione ecologica in corso. Difficile da mantenere se il costo del rottame supera quello della materia prima.

I dati sono emersi nel corso dell’aggiornamento dei dati di produzione del packaging in vetro e il check up fornito da Assovetro, l’Associazione nazionale dei produttori di vetro aderente a Confindustria.

Riciclo vs riuso i timori del comparto del vetro

Altro spettro che si affaccia all’orizzonte è l’indirizzo europeo al momento ancora in bozza è il Regolamento Ue sugli imballaggi. In questo testo, segnala Assovetro, si predilige il riuso al riciclo anche per questo materiale. Una scelta che in parte asseconda i dettami della transizione energetica e che vorrebbe limitare l’uso energetico della produzione della materia prima, ma che si scontra con importanti costi logistici e altrettanti costi ambientali.

La regola dei 100km di raggio in Italia ha dei limiti morfologici dovuta all’appennino che la attraversa ricorda il professor Angelo di Gregorio direttore Criet.

Un tema questo che il comparto intende attenzionare agli stakeholders politici sia nazionali che europei.

Consumi energetici

Intanto glia spetti energetici del comparto non vengono dimenticati. Una prima risposta è stata il cambiamento di stile produzione scegliendo di realizzare bottiglie sempre meno pesanti. “Le bottiglie di vino hanno ridotto il loro peso del 12% e quelle di spumante del 18%, così da richiedere minor consumo di materie prime, di energia e, di conseguenza, producendo minori emissioni di CO2.” fanno sapere dall’Associazione.

L’uso di energia scende del 2,5% per ogni 10% di rottame immesso in produzione

Il comparto consuma ogni anno circa 1,1 miliardi di metri cubi di gas, si tratta di circa l’1,5% del consumo nazionale. In questo l’utilizzo sempre maggiore del rottame di vetro facilita l’abbattimento dei costi energetici permettendo di far scendere del 2,5% l’uso di energia ogni 10% di rottame immesso in produzione. Ad oggi alcune  bottiglie utilizzano fino al 90% di questo materiale per la loro produzione. Per questo ai fini di una transizione energetica ed ecologica è sempre più necessario porre attenzione al costo del rottame.

 

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.