All’Università di Pisa vengono messi a disposizione assorbenti compostabili

L'iniziativa in tre poli didattici

Università PIsa
Foto di Hans Kramer da Pixabay

Quanto impattano nell’ambiente prodotti come pannolini e assorbenti igenici? Si tratta di materiali non sempre riciclati e composti da materiali non sempre naturali. Ma cosa accadrebbe se cominciassimo a usare materiali compostabili? Spesso si tratta di una questione di abitudine e di sperimentazione.

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In quest’ottica in via sperimentale l’Università di Pisa mette a disposizione della propria comunità alcuni distributori gratuiti di Assorbenti compostabili. Si tratta di un’iniziativa promossa dalla Commissione per lo Sviluppo Sostenibile di Ateneo (CoSA) in collaborazione con il Comitato Unico di Garanzia e sarà presentata domani in ateneo.

“Gli assorbenti che saranno a disposizione in Ateneo sono 100% di cotone organico, senza profumi, compostabili, non contengono plastica o microplastiche, sono senza cloro e ipoallergenici – spiega la professoressa Elisa Giuliani prorettrice per la Sostenibilità e l’Agenda 2030I distributori saranno messi negli antibagni e sono gratuiti. Speriamo che la nostra comunità universitaria ne faccia un uso responsabile e consapevole”.

L’intento è anche ridurre l’impatto della plastica di questi prodotti nell’ambiente che per un assorbente convenzionale “equivale a immettere nell’ambiente circa 2 grammi di plastica non biodegradabile, circa quanto 4 sacchetti della spesa” sottolineano Danila Scalzo e Margherita Capitani, rappresentanti della Comunità studentesca della Commissione di sostenibilità.

Dove sarà possibile reperire gli assorbenti compostabili

L’istallazione è prevista in tre Poli, Piagge, San Rossore 1938 e Fibonacci. A questa si accompagna una iniziativa che mira a  superare lo stigma e il tabù delle mestruazioni in un’ottica di sostenibilità.

“L’accesso ai prodotti mestruali negli spazi universitari è una questione di riconoscimento di un aspetto fisiologico – sottolinea la professoressa Renata Pepicelli delegata del rettore per le attività in Gender Studies and Equal Opportunities – che può riguardare tutti gli aspetti della vita, quelli economici, culturali, della salute. E’ necessario normalizzare questa dimensione della vita delle donne, cominciando a chiamare le cose con il loro nome, quindi mestruazioni non “le mie cose” o “il marchese” o quel “periodo del mese” e facendo sentire le donne a loro agio nei luoghi di studio e di lavoro“.

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