People’s Power Station: una mappa interattiva mostra il ruolo di ognuno di noi nella transizione energetica

La People’s Power Station, ideata dal Low Carbon Hub, monitora i progressi dell’Oxfordshire nella produzione di energia rinnovabile.

  • Nell’Inghilterra meridionale, il Low Carbon Hub lotta per la giustizia climatica.
  • Per dimostrare che sia le persone sia il Pianeta possono trarre beneficio da un sistema energetico alternativo, ha ideato la People’s Power Station, una mappa che segnala tutte le iniziative legate alla produzione di energia pulita e alla riduzione della domanda di energia.

L’espressione “giustizia climatica” è stata inserita nell’enciclopedia Treccani, che ne dà questa definizione: “Principio etico per cui si costituisce una condizione di parità ed uguaglianza dei diritti, dei doveri e delle risorse di fronte ai cambiamenti climatici di dimensione locale e planetaria, in particolare quelli negativi, nei quali ha un forte impatto l’azione umana”. È paradossale, infatti, che le conseguenze del riscaldamento globale minaccino principalmente i Paesi che ne sono meno responsabili. Ed è perfino più sconcertante l’idea che i benefici della transizione ecologica possano riguardare soltanto determinate fasce della popolazione. Nell’Inghilterra meridionale c’è una realtà che lotta per una transizione inclusiva e per la giustizia climatica, a partire dalla sua contea: parliamo del Low Carbon Hub.

“È un’impresa sociale, nata nel 2012 nell’Oxfordshire, che ha l’obiettivo di dimostrare che un sistema energetico alternativo, con benefici sia per le persone sia per il Pianeta, è possibile. Realizziamo progetti legati alle fonti rinnovabili e alla riduzione della domanda di energia, così come all’efficienza energetica”, spiega Kat Luddecke, stakeholder engagement advisor. Non definirebbe l’Oxfordshire una comunità energetica rinnovabile, date le sue dimensioni: conta diversi distretti e più di 600mila abitanti. “I nostri investitori, però, ci aiutano a finanziare i progetti e le installazioni, accanto ai partner coinvolti nei piani per l’innovazione. E con noi lavorano anche dei volontari che ci permettono di raggiungere i vari distretti, per promuovere la transizione su scala locale”.

People's Power Station

La transizione energetica nell’Oxfordshire

La People’s Power Station è uno strumento digitale ideato dall’Hub che monitora i progressi dell’Oxfordshire nella riduzione della domanda di energia e nella produzione di energia rinnovabile, segnalando le nuove installazioni e le nuove misure e permettendo a cittadini e organizzazioni di aggiungere il proprio contributo. “L’idea è nata perché la contea si basava principalmente sulla centrale di Didcot e, quindi, su gas e carbone. Costruita negli anni Sessanta, è stata demolita solo qualche anno fa. Chiunque fosse interessato alla transizione ecologica, sapeva che un modello simile non era sostenibile. Quella centrale, però, non poteva essere sostituita da un singolo impianto che rifornisse l’intera contea di energia pulita. C’era bisogno di decentralizzare la produzione, distribuendola a livello comunitario. In questo senso, anche il più piccolo contributo può fare la differenza: è giusto riconoscerlo e premiarlo, ed è questo l’obiettivo della People’s Power Station. Chiunque può segnalare la propria iniziativa e ricevere sostegno, che si tratti di un pannello solare o di una pompa di calore. Abbiamo anche iniziato a monitorare gli interventi legati all’efficienza energetica”, prosegue Luddecke.

La giustizia climatica dipende da tutti noi

Attualmente, sono 302 le installazioni presenti sulla piattaforma. Che sono in grado di generare 866 GWh di energia l’anno. Le misure di efficientamento energetico ammontano a 189. Kat Luddecke ci svela che l’Hub sta lavorando a una People’s Power Station 2: non sostituirà la versione originale, ma la affiancherà. Si baserà sulla necessità di equilibrare la domanda e la produzione di energia al livello delle reti elettriche in bassa tensione, puntando su infrastrutture smart e monitorando l’utilizzo delle risorse, anche quelle più piccole, per far sì che possano esserci degli scambi e che l’intero sistema possa funzionare in modo armonico.

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Affinché la transizione ecologica sia inclusiva, “tutti devono avere un ruolo attivo”, conclude Luddecke. “Abbiamo bisogno di un sistema che garantisca equità e giustizia sociale. Se si vuole trovare il lato positivo di questa crisi energetica, credo che abbia contribuito a rendere tutti più consapevoli delle sfide che riguardano il settore dell’energia, invogliandoci a fare la nostra parte”. A volte ci troviamo a pensare di essere troppo piccoli per fare la differenza. Eppure, basta guardare la mappa dell’Oxfordshire per capire che ognuno di noi ha un grande potere.

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Nata in provincia di Sondrio, ha studiato a Milano e Londra. Giornalista pubblicista, si occupa di questioni legate alla crisi climatica, all’economia circolare e alla tutela di biodiversità e diritti umani.