Oro in nanocristalli per produrre energia dal sole

Un sistema che permette di recuperare la parte di spettro solare non utilizzata dai dispositivi fotovoltaici

oro nei nanocristalliI ricercatori dell’Università degli studi di Milano Bicocca hanno trovato il modo di impiegare i fotoni rimasti inutilizzati dai pannelli fotovoltaici.  La risposta è nell’oro e nei nanocristalli fluorescenti.

I fotoni disponibili sulla Terra e l’energia dell’oro nei nanocristalli 

Il Sole irradia la Terra con luce di tutti i colori e a ogni colore corrisponde un fotone (un quanto di radiazione) con diversa energia. Tutti potrebbero essere raccolti per produrre energia elettrica e attivare reazioni chimiche. Le tecnologie fotovoltaiche e fotocatalitiche attualmente in uso sono in grado di sfruttare solo una parte minima di questa energia a disposizione. Nel migliore dei casi, arrivano a raccogliere solo due terzi dei fotoni disponibili.

Lo studio

La ricerca “High photon upconversion efficiency with hybrid triplet sensitizers by ultrafast hole-routing in electronic-doped nanocrystals”, pubblicata su Advanced materials, è stata realizzata dal gruppo di Spettroscopia avanzata di nanomateriali funzionali del dipartimento di Scienza dei materiali dell’Università degli studi Milano Bicocca, diretto dai docenti Sergio Brovelli, Francesco Meinardi e Angelo Monguzzi. Lo studio ha sviluppato una nuova classe di nanocristalli fluorescenti caratterizzati dall’inserimento di pochi atomi di oro e decorati con cromofori organici. Questo permette di assorbire e manipolare lo spettro solare, rendendo fruibile dai dispositivi la frazione dei fotoni sprecati.

I ricercatori hanno progettato un sistema multicomponente ad alta efficienza in grado di catturare i fotoni a bassa energia, che andrebbero sprecati e di convertirli ad alta energia per poterli sfruttare nel dispositivo. Il prof. Monguzzi spiega che la trasformazione “prende il nome di photon upconversion e funziona grazie all’interazione tra due oggetti: un’antenna, costituita da un nanocristallo a semiconduttore, che cattura l’energia solare, ed un convertitore/emettitore, che riceve l’energia dall’antenna e genera i fotoni ad alta energia”. Il collega Brovelli si sofferma sull’importanza del trasferimento di energia tra antenna e convertitore: “Per massimizzarne l’efficienza, i nanocristalli a semiconduttore assorbitori di luce sono stati modificati introducendo delle impurezze di oro, sotto forma di “quantum clusters”, in grado di funzionare da ponte energetico tra il nanocristallo stesso e i convertitori sfruttando meccanismi ultraveloci che avvengono su scale temporali velocissime, inferiori al milionesimo di milionesimo di secondo (picosecondi), e quindi estremamente efficienti”.

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Pubblicista dal 2007, scrive per il Gruppo Italia Energia.