Agrivoltaico, i quattro progetti nel Lazio non cancellano le ombre sul futuro

Stabilire un'obbligatorietà del 3% di aree dedicate alle rinnovabili in ogni comune di Italia per evitare i problemi autorizzativi all'origine. Il commento del presidente di GIS, Raffaello Giacchetti

Il cambio di rotta rispetto le rinnovabili tutte dall’agrivoltaico all’eolico, proposto nella Regione Lazio dal sottosegretario Vittorio Sgarbi preoccupa gli operatori. Porre nuovi limiti agli impianti rinnovabili sul territorio sembra un richiamo fuori dai dettami di una Europa che guarda alla transizione ecologica.

Un richiamo che vede al contempo sbloccare l’avvio di quattro impianti agrivoltaici proprio nella Regione Lazio. Si tratta di progetti che hanno vissuto un lungo iter autorizzativo fatto di ricorsi, tutti vinti, proprio per vincoli paesaggistici.

Eppure i vantaggi per i cittadini ci sono sia in termini di approvvigionamento energetico che di valorizzazione di aree dismesse, come sottolinea a Canale Energia il presidente dell’associazione GIS, Gruppo Impianti Solari, Raffaello Giacchetti, i cui associati sono stati protagonisti della vicenda.

presidente dell’associazione GIS, Gruppo Impianti Solari, Raffaello Giacchetti
Il presidente dell’associazione GIS, Gruppo Impianti Solari, Raffaello Giacchetti

La Regione Lazio ha sempre agito molto su agrivoltaico e fotovoltaico, ma le dichiarazioni della nuova Giunta ci hanno lasciato basiti. Ci sono dei target da raggiungere nel Pnrr e delle scadenze che ci chiede anche l’Europa. Così diventa tutto più difficile” sottolinea Giacchetti.

“Nonostante ciò la realizzazione degli impianti è sempre stata molto osteggiata anche in precedenza, spesso senza motivazioni reali. Chi aveva potere di bloccare i lavori lo ha fatto, spesso senza aver davvero studiato i progetti a cui si negavano i permessi”. Non è un caso che tali ricorsi siano stati tutti vinti, come sottolinea il Presidente di GIS.

Di fatto però i ricorsi hanno comportato rallentamenti nella messa in produzione degli impianti di energie verdi.

Solo nella provincia di Viterbo, quando ha iniziato il mandato il Governo Draghi c’erano 2,2 GW di impianti bloccati. Per dare una idea dell’entità della mancata produzione di energia sostenibile, basti considerare che la centrale nucleare di Montalto, che non è mai entrata in esercizio, aveva una potenziale di 1,6 GW. La centrale a olio combustibile, sempre di Montalto, ora in via di smantellamento produceva 3,8 GW. Tale centrale si attivava solo in caso di necessità per coprire i picchi energetici. Questi picchi oggi sono totalmente coperti dagli impianti fotovoltaici presenti nell’area. Qui le rinnovabili hanno dimostrato la potenza del loro impatto sul territorio e sulla rete, perché anno soppiantato quella che era una delle centrali più grandi di Europa in prodizione energetica”.

Superare il blocco alle rinnovabili con una legge regionale

Perché l’accettazione degli impianti fotovoltaici, e delle rinnovabili tutte in generale, non superi con facilità la barriera delle sovraintendenze e spesso anche dell’accettazione sociale, non è semplice da comprendere.

agrivoltaico e pastorizia
Agrivoltaico e pastorizia foto di impianto nel viterbese

In molti casi gli impianti danno nuova vita ad aree dismesse o ne valorizzano alcuni usi. Ad esempio i terreni dedicati a pastorizia continuano ad essere tali anche dopo l’installazione dei pannelli.

“Non saprei da cosa deriva questa opposizione. L’aver vinto tutti i ricorsi tra l’altro dimostra come siano stati dei blocchi privi di fondamento”.

Stabilire l’obbligatorietà per tutti i comuni di dedicare il 3% del loro territorio all’istallazione delle energie rinnovabili

“Di certo se si decidesse a livello regionale, e questo vale per tutte le regioni, di stabilire un obbligatorietà per tutti i comuni di dedicare il 3% del loro territorio all’istallazione delle energie rinnovabili, si risolverebbero molti problemi autorizzativi all’origine. A Tuscania in provincia di Viterbo questo è stato fatto. Quindi è possibile. Con un simile target in tutti i comuni di Italia, supereremmo di gran lunga i GW previsti dai target europei”.

Una visione di sistema che includa lo storage

“Lo storage rappresenta lo strumento per essere efficaci anche nelle ore notturne e stabilizzare la rete nazionale. Il beneficio è totale anche in termini di investimento. Si tratta di una tecnologia in cui sia io sia gli allora dirigenti della Regione Lazio abbiamo creduto da subito. Sono proprio loro che lo hanno reso possibile, mi riferisco alla dirigente dell’ambiente ing. Flaminia Tosini e l’arch. Paola Pelone. Già nei miei primi impianti, nel 2016, l’ho inserito con successo. Si tratta di una tecnologia fondamentale per migliorare la stabilità della rete e ridurre gli sprechi di energia rinnovabile”.

Il dettaglio dei quattro impianti

I quattro progetti approvati complessivamente avranno una potenza di 255 MW. Entrati a regime produrranno un totale di circa 450 GWh all’anno. Si tratta della quantità di energia sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico di 120 mila famiglie.

Nello specifico i nuovi quattro impianti di agrivoltaico in costruzione saranno così localizzati:

  • un impianto da 150MW a Tuscania (VT)
  • uno a Viterbo dalla potenza di 12MW
  • 85MW saranno realizzati a Montalto di Castro (VT)
  • uno da 8MW ad Aprilia (LT).
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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.