Oggi il costo dell’energia incide per il 50% sul valore del prodotto creato dall’azienda. Efficientare i consumi e consumare rinnovabile diventa sempre più strategico per le imprese: sia in termini di immagine verso il consumatore finale, sia come leva di contrasto all’inquinamento, avendo ben presenti gli obblighi internazionali in tema di energia e ambiente.

Per aumentare la percentuale di energia rinnovabile consumata e prodotta in Italia si dovrà incrementare la percentuale di fotovoltaico installato: dai 20 GW attuali, che producono circa 100 TWh, ai 35-40 GW, per toccare i 185 TWh e raggiungere il target del 32% di consumi da Fer fissato dall’UE al 2030. Le ripercussioni sul mercato dell’energia e sul prezzo in bolletta per i consumatori saranno inevitabili. Come spiegato da Giuseppe Pastorino, Presidente Associazione italiana consumatori, durante il Forum 2018 di Italia Solare (Roma, 11 dicembre 2019), “la produzione concentrata in poche ore avrà un effetto ribassista; il forte aumento dei consumi rialzista”. I Power Purchase Agreement (PPA), contratti siglabili tra produttori e grossisti, a prezzo fisso o variabile, sono strumenti potenzialmente efficaci per dare certezza finanziaria agli sviluppatori di impianti rinnovabili e per spingere lo sviluppo dei sistemi di auto produzione e auto consumo di energia multi utenti.

I PPA possono contribuire a individuare l’effettiva collocazione sul mercato delle nuove rinnovabili e “dare nuovi ruolo agli impianti Fer“, ha proseguito Pastorino. Pensabile, dunque, siglarli in diverse forme per “incrementare il valore dell’energia”. Concorde Andrea Panizzo, Head of Business Development of Europe & Middle East Area di Enel Green Power: “Le aste in Italia non sono sufficienti: determinano prezzo fisso dell’energia per 20 anni. L’obiettivo è stipulare PPA con l’utente finale”.

Il Governo sembra sposare questa visione. Nella mattinata di lavori l’on. Gianni Girotto, Presidente della Commissione Industria del Senato, ha affermato che nel Decreto rinnovabili FER 1, “che dovrebbe uscire tra poco, c’è regolamentazione per questo mercato”. “È urgente sbloccare l’autoconsumo, i PPA e ammodernare impianti già esistenti”, ha rimarcato l’On. Luca Squeri di Forza Italia.

Seppure in alcuni casi siano lo strumento più idoneo per la mitigazione dei rischi d’investimento, i PPA stentano a decollare per le attuali condizioni di mercato: “Nella costruzione ed esercizio del FV lo Stato fa concorrenza al PPA e lo fa in modo devastante”, ha affermato Massimo Ricci, Director Gas & Power Wholesale Market dell’Aeegsi. “Non si può parlare allo stesso modo di PPA per fotovoltaico e per eolico – prosegue Ricci – perché non c’è la stessa correlazione di prezzo: il FV produce tutto nello stesso momento, l’eolico no”. E dello storage, che con la sua insita modularità può favorire lo sviluppo di questi sistemi di aggregazione produttivi e di consumo, si continua “a parlare in maniera destrutturata”.

Bisogna ancora creare quelle condizioni favorevoli alla piena partenza dei PPA. Stefano Cavriani, Membro del Board di Italia Solare, suggerisce “garanzie pubbliche che aiutino nella fase iniziale”, “compensazione degli oneri indiretti da CO2” e introduzione di un “aggancio dei PPA, sistema per cui, di fronte a contratti di 5-7 anni, c’è la possibilità per il generatore di agganciarsi al sistema di chi ha partecipato alle aste”.

Nodo centrale potranno essere i trader, capaci di assumersi quei rischi che spaventano sia i produttori che i consumatori. “Finché non si può disintermediare tutto, i trader servono”, ha commentato Michele Governatori, Presidente di AIGET. Infatti, sono in grado di assumersi “il rischio imprenditoriale e di fare la gestione del portafoglio”. “Possiamo fissare anche un prezzo ragionevole per la fornitura del FV – ha proseguito Governatori – ma se ho sbilanciamenti e pricing della capacità il prezzo sarà iper volatile”.

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