acquacoltura

La Norvegia è impegnata da tempo in un percorso di attività sostenibili rivolte alla propria industria ittica per garantire prodotti sani, sostenibili e di alta qualità: “La Norvegia investe ogni anno molti fondi per la ricerca e l’innovazione ai fini di una acquacoltura sempre più sostenibile, lo riferisce in una nota stampa Valentina Tepedino, medico veterinario referente del gruppo di lavoro sui prodotti ittici della Società italiana di medicina veterinaria preventiva.

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Norvegia e acquacoltura sostenibile

Secondo the Blue food assessment (Bfa), l’iniziativa congiunta internazionale che riunisce oltre 100 scienziati provenienti da più di 25 istituzioni in tutto il mondo, gli oceani e i prodotti ittici hanno un ruolo fondamentale per garantire un futuro sostenibile per le sfide ambientali, nutrizionali e sociali.

Quanto al Paese nordico,è all’avanguardia rispetto al resto del mondo su diversi aspetti come l’abbattimento del 99% dell’utilizzo di antibiotici, il basso indice di conversione dei salmoni, l’utilizzo di mangimi da fonti sempre più sostenibili, una normativa nazionale che impone un preciso numero di pesci nella gabbia per metro cubo di acqua, dove quest’ultima non deve rappresentare meno del 97,5%, sottolinea nella nota Tepedino.

Allevamenti controllati e test ambientali

Le specie comunemente allevate come il salmone norvegese hanno un’impronta ambientale molto bassa e la Norvegia ha avviato un percorso di miglioramento continuo per ridurla ulteriormente: L’acquacoltura norvegese è all’avanguardia rispetto ad altri Paesi, un vero esempio da seguire in tema di sostenibilità. Ogni allevamento è rigorosamente tenuto sotto controllo tramite un programma di ispezioni regolari e di analisi di laboratorio eseguiti negli allevamenti, nelle strutture di produzione e sui mangimi che hanno lo scopo di verificare gli aspetti ambientali, lo stato di salute e la qualità dei pesci, si legge nella nota stampa. Gli esemplari vengono costantemente monitorati, non solo in età adulta, ma in tutto il loro ciclo di vita.

Il settore ittico norvegese vanta poi una rigida regolamentazione. È il primo paese al mondo a introdurre un sistema di quote per la pesca e altri Paesi stanno seguendo questo esempio, in particolare per quanto riguarda il merluzzo. Per raggiungere questi obiettivi, la Norvegia ha fatto della trasparenza un aspetto fondamentale, introducendo un sistema di tracciabilità che consente di reperire informazioni sul pesce lungo l’intera filiera alimentare: dall’area dove è stato pescato ai dettagli sulla sua salute.

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