Agiudizio del Wwf Italia, è raccomandabile l’attuazione degli impegni volontari per la riduzione delle emissioni fuggitive di metano. Un impegno già assunto dagli operatori nazionali della filiera del gas naturale. Per farlo l’associazione suggerisce di valorizzare la diffusione di buone pratiche che sono già patrimonio delle aziende italiane. Oltre a questo, bisogna puntare sull’integrazione delle misure per il settore agricolo con interventi mirati alla diffusione dell’agricoltura biologica e di altri sistemi a basso input che enfatizzano l’uso circolare dei nutrienti.

È inoltre essenziale la promozione, nella gestione dei rifiuti, della separazione della frazione organica con l’avvio a trattamento anaerobici mentre, nel caso delle acque reflue, è essenziale la captazione del biogas dagli impianti di trattamento dei reflui con successivo utilizzo dei fanghi, attraverso il recupero energetico diretto o indiretto di biometano.

Sono queste le proposte dell’associazione ambientalista sulle quali puntare per abbattere le emissioni di metano in Italia al 2050, contenute nel nuovo rapporto presentato il 19 luglio nel corso di un webinar dedicato.

Metano: quadro programmatico per l’Italia

Secondo il Wwf Italia è essenziale procedere alla definizione di un quadro programmatico per la riduzione delle emissioni di metano, in particolare prevedendo:

  • un sistema di monitoraggio affidabile ed efficiente che garantisca la tracciabilità di tutte le emissioni, in particolare di quelle fuggitive, e la verifica degli impegni di riduzione attraverso l’obbligatorietà della comunicazione dei dati di emissione e la loro verifica, come previsto dalla proposta di regolamento europeo sul reporting delle emissioni di origine energetica;
  • elaborazione di scenari energetici nazionali coerenti con gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030 e di neutralità climatica al 2050;
  • definizione delle politiche relative alla produzione e al consumo di energia nei diversi settori, con la definizione chiara delle scadenze della transizione;
  • blocco della realizzazione di nuove infrastrutture per il gas naturale che rischiano di costituire stranded asset, ovvero investimenti che non possono essere rimborsati e generano crisi economiche in chi li sostiene, siano essi nazioni o aziende (pubbliche o private).

Le emissioni in Italia quali sono i settori che ne registrano di più

Nel 2019 le emissioni di metano in Italia sono state pari a 1.718,69 kt, corrispondenti a 48.123,32 ktCO2 equivalenti, il 12,9% in meno del valore registrato nel 1990.

I settori che forniscono il contributo più rilevante alle emissioni sono l’agricoltura (44,2%), la gestione dei rifiuti (37,9%), l’energia (17,9%, di cui 11% dalle emissioni fuggitive e il 6,9% dai processi di combustione). In questo contesto, le emissioni fuggitive di CH4 dalla filiera del gas naturale nel 2019 sono state pari a 154,63 kt, con una riduzione del 53,2% rispetto al 1990. La maggior parte del CH4 fuggitivo è stato emesso nella distribuzione di gas naturale a livello domestico (79,5%), seguita dalla trasmissione a lunga distanza (16,2%).

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A che punto è l’Italia?

Le stime delle emissioni di metano “sono soggette a notevole incertezza sull’entità delle fonti di emissione e sulla loro variabilità, il che costituisce un ostacolo rilevante alla predisposizione e alla messa in atto di interventi per la riduzione delle emissioni”, ha spiegato nel corso del webinar l’esperto Ispra e membro del Comitato tecnico scientifico del Wwf Italia, Domenico Gaudioso. L’assunto vale soprattutto per le principali attività dei settori dell’agricoltura e dei rifiuti, dove l’incertezza delle stime di CH4 si aggira intorno al 20% (e può raggiungere in alcuni casi il 100% come per il trattamento delle acque reflue) a fronte del 4-5% per la CO2 dai processi combustione.

Le perdite più rilevanti dai sistemi di gas naturale avvengono prima che raggiunga l’Italia: “A fronte di emissioni nazionali intorno a 0,1 miliardi di metri cubi l’anno, quelle al di fuori dei nostri confini potrebbero arrivare a 3,2-3,9 miliardi di metri cubi, una quantità dello stesso ordine di grandezza di quella della nostra produzione nazionale, che crea pari a 3,3 miliardi di metri cubi nel 2021”, rileva lo studio.

metano

Tra il 2000 e il 2019, l’Italia è risultata quarta a livello EU per la riduzione delle emissioni di CO2 ma solo 18esima per la riduzione di quelle di CH4, significa che “la trasformazione energetica in corso non è sufficiente a ridurre in modo significativo le emissioni di CH4”, viene chiarito da Gaudioso a commento del rapporto: “Sono necessarie misure mirate nei settori dei rifiuti e dell’agricoltura, e nel settore energetico per le emissioni fuggitive”, afferma lo studio.

Come ha sottolineato lo stesso Gaudioso, il Pniec non dedica molto spazio alla valutazione dell’evoluzione delle emissioni di CH4 con l’eccezione della riduzione delle emissioni Ghg al 2040 del 25% rispetto al 2005, “tuttavia insufficiente rispetto alla Strategia europea”. A tal proposito, “è urgente in Italia la preparazione di una Strategia per il metano, allineata a quella europea e integrata con il Pniec, che consideri anche le emissioni fuggitive dal ciclo di vita del metano e affronti seriamente la riduzione delle emissioni dagli allevamenti e dalla gestione dei rifiuti”, rammenta lo studio.

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Proiezioni al 2050

Guardando alla proiezione al 2050, le emissioni di metano in Italia, confrontate con i livelli al 2019, si riducono del 17% al 2030 e tra il 39,2% e il 42,5% al 2050. Rispetto ai livelli del 1990, il calo è del 26,3% al 2030 e tra il 46% e il 49% al 2050: “La traiettoria non solo è chiaramente insufficiente rispetto agli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050, ma rimane molto distante rispetto agli obiettivi intermedi al 2030 individuati dalla Strategia europea sul metano e dal Global Methane Pledge”, ha evidenziato Gaudioso, illustrando di seguito che la riduzione percentuale delle emissioni complessive al 2030 si ferma al 26% rispetto al 2005 (a fronte del 35-37% indicato dalla Strategia europea sul metano), e al 13,7% rispetto al 2020 (a fronte del 30% identificato dal Global Methane Pledge).

L’andamento prevedibile delle emissioni di metano in Italia fino all’orizzonte 2050 è stato studiato sulla base delle seguenti assunzioni:

  • emissioni da combustione in calo con i consumi energetici sulla base dello Scenario Pniec fino al 2030 e quindi dello scenario di decarbonizzazione della Strategia di lungo termine;
  • emissioni fuggitive in calo per il bando del flaring di routine entro il 2025 come previsto dalla proposta di regolamento UE, nonché l’attuazione degli impegni volontari delle aziende del settore oil & gas;
  • emissioni dal settore agricolo in calo per l’attuazione delle misure di gestione delle deiezioni previste dai piani per il miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano, nonché per l’adozione del codice di buone pratiche agricole per il controllo delle emissioni di ammoniaca;
  • emissioni dai rifiuti in calo grazie alla limitazione al 10% (rispetto al 20% attuale) della quota di rifiuti urbani smaltiti in discarica (direttiva 1999/31/CE) e all’adozione di sistemi di recupero energetico a partire dal biogas proveniente dalle discariche e dagli impianti di depurazione dei reflui civili, fino a interessare l’80% del biogas captato.

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Freelance nel campo della comunicazione, dell’editoria e videomaker, si occupa di temi legati all’innovazione sostenibile, alla tutela ambientale e alla green economy. Ha collaborato e collabora, a vario titolo, con organizzazioni, emittenti televisive, web–magazine, case editrici e riviste. È autore di saggi e pubblicazioni.