Coste marine e fondali come evitare di danneggiarle in vacanza

coste marine e fondali
sub e Posidonia

L’estate può rappresentare uno stress importante per le coste marine e fondali. Tutti possiamo agire per contribuire a ridurre l’impatto delle meritate vacanze sulla flora e la fauna.

La Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO (IOC/UNESCO) ha preparato un veloce vademecum. L’iniziativa è parte del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (2021-2030), con il suo team di Ocean Literacy coordina “Save The Wave”, progetto con l’obiettivo di tutelare e ripristinare gli ecosistemi marini del Mediterraneo realizzato in collaborazione con E.ON Italia nell’ambito dell’iniziativa Energy4Blue.

È fondamentale diffondere la consapevolezza legata ai danni ambientali causati dalle azioni dell’uomo e far sì che le persone conoscano più da vicino l’oceano e il ruolo che ha nella nostra vita quotidiana. Per questo come IOC/UNESCO e in collaborazione con aziende private, ricercatori, istituzioni ed enti no profit, stiamo promuovendo programmi che affianchino la conservazione dell’oceano all’Ocean Literacy, ovvero l’Educazione all’Oceano, riconosciuta come uno dei pilastri per il raggiungimento degli obiettivi del Decennio del Mare e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030”, spiega Francesca Santoro, Senior Programme Officer per IOC/UNESCO e responsabile a livello mondiale dell’Ocean Literacy per il Decennio del Mare.

I consigli per tutelare coste marine e fondali

Tutelare l’ecosistema marino non vuol dire non goderne dei benefici. Ma fare attenzione ad alcune ad alcune regole

  •  Rispettare Posidonia oceanica

La Posidonia oceanica, l’alga dalle lunghe foglie verde scuro e chiaro distribuita a ciuffi folti nei fondali marini rappresenta un importante aiuto per mitigare la forza delle onde e attenuare l’erosione costiera. Inoltre fornisce un ecosistema che ospita circa il 25% della biodiversità del Mediterraneo. Produce ossigeno e catturare biossido di carbonio dall’atmosfera nelle radici e nel substrato sottostante. Rappresenta un ecosistemi Blue Carbon, utile a contrastare gli effetti del cambiamento climatico.

  • In barca fare attenzione a dove si getta l’ancora

Bisogna evitare di ancorarsi sulle praterie di Posidonia oceanica perchè altrimenti si finisce per strappare le piante marine.

  • Non sporcare spiagge e mare con rifiuti di nessun tipo

Evitare di buttare o lasciare rifiuti in acqua e nelle spiagge. Si tratta di una regola che riguarda anche i prodotti biodegrabili di origine biologica e biodegradabile, le cosidette bioplastiche. Questi prodotti inquinano come la plastica tradizionale, in quanto sono biodegrabili sono in ambienti specifici.

Si tratta di un problema molto attuale. basta vedere i dati del rapporto “The Mediterranean: Mare plasticum”, pubblicato dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), che identifica come nel Mar Mediterraneo vengono scaricate circa 229 mila tonnellate di rifiuti di plastica, provenienti dalle città (50%), dai fiumi (30%) e dal dal traffico marittimo (20%) ogni anno.

  • Evitare i “souvenir fai da te”

Sassi, ciottoli, sabbia, conchiglie, coralli devono restare nel loro habitat. Può comportare gravi danni all’habitat. Ad esempio le conchiglie vuote possono diventare la casa di altri molluschi e sono preziose al’ecosistema marino in quanto ricche di carbonato di calcio.

  • Non tutte le creme solari fanno bene all’ambiente

Le sostanze presenti nelle creme solari possono avere forte impatto sulla salute dell’oceano e delle persone. Le sostanze sia organiche (ad esempio benzofenoni, p-aminobenzoati e canfora) sia inorganiche, come ossidi di nanoparticelle: biossido di titanio (TiO2) e ossido di zinco (ZnO) presenti nelle creme possono di alterare la crescita ed il processo fotosintetico delle alghe verdi, accumularsi nel tessuto dei coralli causandone lo sbiancamento o la morte, accumularsi nei tessuti dei delfini e trasferire questo accumulo di composti chimici nella prole. Utile anche evitare le ore più calde e proteggersi dal sole con gli ombrelloni, o con indumenti appositi che svolgono un ruolo importante anche durante il tempo trascorso in acqua.

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