Olio extravergine di oliva italiano, tra sostenibilià e biodiversità

olio evo sostenibile

Biodiversità e sostenibilità sono queste le parole chiave di una filiera dell’olio extravergine d’oliva che nel nostro Paese e sugli scenari internazionali costituisce “un patrimonio unico per qualità e varietà, nel pieno rispetto dell’ambiente e di un’etica responsabile”. Un settore che grazie all’introduzione della prima Certificazione di Sostenibilità per la filiera dell’Olio Extravergine di Oliva –  strumento frutto della collaborazione tra CSQA e Oleificio Zucchi – consente una valutazione chiara e verificabile dell’impatto del ciclo produttivo su salute, territorio e biodiversità.  E’ lo scenario delineato nel corso di un incontro tenutosi il 18 luglio a Roma e dedicato proprio al tema sostenibilità/olio extravergine di oliva che ha visto la partecipazione di istituzioni, enti di controllo e certificazione e operatori del settore.

La certificazione

Maria Chiara Ferrarese di CSQA ha spiegato come questo protocollo “sia unico, tra l’altro, perché comprende per la prima volta la valutazione del rispetto della biodiversità”. Roberto Cariani di Ambiente Italia, ha illustrato, invece, l’applicazione degli “innovativi parametri PEF (Product Environmental Footprint), relativi al ciclo di vita dei prodotti e alla quantificazione delle emissioni di gas serra e dei consumi idrici”.

Biodiversità: un valore aggiunto tutto italiano 

La biodiversità – ha sottolineato, come si legge in una nota, il  Vice Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Andrea Olivero – è un valore aggiunto tutto italiano, non presente nel carnet degli altri Paesi produttori di extravergine. Nella valorizzazione del prodotto in quanto tale e della sua varietà le Istituzioni hanno certamente un ruolo importante, ma sono fondamentali la consapevolezza delle imprese e la volontà di lavorare insieme, ripensando anche i processi produttivi in un’ottica di qualità e sostenibilità”. 

La senatrice Leana Pignedoli, Vicepresidente Comm. Agricoltura e produzione agroalimentare del Senato, ha descritto l’Italia come “un Paese non di grandi quantità, ma di qualità ed eccellenze: abbiamo un primato in questo, che dobbiamo imparare a comunicare”. Sulla stessa linea il Presidente della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici, Camera dei Deputati, Ermete Realacci, che ha evidenziato l’importanza di “innalzare la qualità e il valore del Made in Italy, seguendo l’esempio di quanto ha saputo realizzare il settore vinicolo italiano, oggi riconosciuto in tutto il mondo.”

Importanza sociale dell’olivicoltura

Presidente di Legambiente, Rossella Muroni, ha rimarcato “l’importanza sociale dell’olivicoltura, ad esempio per la salvaguardia dei territori e delle comunità rurali, e nel contempo la necessità di favorire la consapevolezza del consumatore nell’attribuire il giusto valore al prodotto”. 

Le associazioni e i produttori olivicoli

Le associazioni dei produttori olivicoli, rappresentate da David Granieri, Presidente Unaprol, Gennaro Sicolo, Presidente CNO, Tommaso Loiodice, Presidente Unapol e Paolo Mariani, Confoliva, hanno spiegato come sia centrale una sinergia nel comparto per lavorare in mnaiera efficace  sulla “valorizzazione degli aspetti di qualità e sostenibilità”. In questo senso “è necessario il contributo di tutti i produttori, ai quali però va un riconoscimento economico per il valore aggiunto di una produzione che garantisca l’eccellenza”. 

 

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