OgmE’ stato sviluppato il primo metodo open source in grado di rilevare in laboratorio colture che sono state geneticamente modificate tramite le nuove tecniche di editing genetico. Ad annunciarlo è una nota di Greenpeace. Che insieme a un gruppo di associazioni impegnate sul tema degli ogm e a un’azienda della gdo ha realizzato la soluzione.

Colture ogm ottenute da editing genetico, ora è possibile individuarle

La nuova ricerca – spiega una nota di Greenpeace – confuta le affermazioni delle industrie biotech e di alcuni enti regolatori secondo cui i nuovi prodotti geneticamente modificati (ogm) ottenuti tramite editing genetico sarebbero indistinguibili da colture simili non-ogm. E per questo non possono essere regolamentate secondo la normativa in vigore sugli ogm”.

Cos’è l’editing genetico

Ma cos’è l’editing genetico? “Il termine ‘editing genetico‘ – spiega una nota di Greenpeace – viene spesso utilizzato per riferirsi a nuove tecniche di ingegneria genetica che consentono di ottenere nuove sequenze senza aggiungere materiale genetico estraneo. La tecnica più importante è Crispr-Cas. Oltre alle modifiche volute, l’editing genetico può causare anche alterazioni genetiche non intenzionali. Che possono influire sulla sicurezza dei prodotti per le persone e l’ambiente.

Impatto su salute e ambiente non ancora testato

L’impatto a lungo termine sulla salute e sull’ambiente delle colture ottenute con l’editing genetico non è stato ancora testato. Finora, solo due colture di questo tipo sono state commercializzate e sono coltivate in Nord America. Sono la colza SU cibus e la soia ad alto contenuto oleico Calyxt’s high oleic soybean”.

Cosa consente di fare il nuovo metodo per le colture ogm da editing genetico

Il nuovo metodo messo a punto dai ricercatori consente di rilevare una colza ogm resistente agli erbicidi, che è stata sviluppata utilizzando l’editing genetico. Inoltre permette ai paesi UE di effettuare controlli in modo che questa coltura ogm, non autorizzata in UE, non entri illegalmente nelle filiere alimentari e mangimistiche europee.

Dove si coltiva colza da editing genetico

Attualmente questa colza ogm è coltivata in alcune parti degli Stati Uniti e del Canada, tra quella importata.

Uno strumento a disposizione di gdo ed enti di certificazione

Il nuovo metodo consente inoltre alle aziende alimentari, alla gdo, agli enti di certificazione e agli ispettorati nazionali per la sicurezza alimentare di verificare che i prodotti non contengano questo tipo di colza ogm.

“Una pietra miliare per la protezione dei consumatori”

Il nuovo metodo di rilevamento è una pietra miliare nella protezione dei consumatori e delle aziende dell’Ue”, sottolinea in nota Heike Moldenhauer, consulente per le politiche dell’UE presso l’associazione tedesca Food without genetic engineering (Vlog). Le autorità – aggiunge – potranno d’ora in poi identificare anche le colture geneticamente modificate non autorizzate. Questo aiuterà gli agricoltori, gli apicoltori, gli allevatori, le aziende di trasformazione di mangimi e di alimenti e i rivenditori a tenere questi nuovi ogm fuori dalle loro catene di approvvigionamento. E soddisfare la domanda dei consumatori che chiedono alimenti privi di ogm“

Normativa UE può essere applicata anche a ogm da editing genetico

“Il nuovo test mostra che la normativa europea sugli ogm può essere applicata anche agli ogm ottenuti attraverso l’editing genetico. Mantenendo così gli elevati standard di sicurezza alimentare dell’Ue”, sottolinea in nota dichiara Federica Ferrario, responsabile Agricoltura Greenpeace Italia.”Non ci sono più scuse per non applicare i requisiti di sicurezza e di etichettatura degli ogm esistenti a questi cosiddetti nuovi ogm”.

“Spetta alla Commissione europea e ai governi valorizzare questo lavoro”

“Spetta ora alla Commissione europea e ai governi nazionali valorizzare questo lavoro. E sviluppare metodi di screening in grado di identificare sia prodotti geneticamente modificati noti che sconosciuti. Ci aspettiamo che la ministra Bellanova, che ha più volte guardato con attenzione alle tecniche di gene editing, mostri lo stesso interesse per questo test”, conclude.

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