frutta

La bolla di calore sull’Italia sta provocando drammatiche perdite nei raccolti della frutta fino a -15%. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti delle attuali temperature record da bollino rosso e sugli ingenti danni che si stanno verificando sui campi, da nord a sud. Il dramma delle campagna investe anche il tema dell’acqua: Anbi chiede al Governo di accelerare sulla creazione di una cabina di regia per la gestione delle risorse idriche, sotto il coordinamento della Protezione Civile.

Per difendere i raccolti della frutta, e più in generale il patrimonio ortofrutticolo, è necessario “intervenire per contenere il caro energia e i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro”, sottolinea in una nota stampa il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini.

Intanto, i mezzi meccanici dei Consorzi di bonifica sono già in azione per favorire le irrigazioni e salvare i raccolti: “Si allarga il dramma per campagne arse dalla siccità in un momento fondamentale del processo colturale”, commenta da parte sua il presidente dell’Anbi, Francesco Vincenzi.

Frutta cotta dal sole: 3 miliardi di danni all’agricoltura

In alcune aree del Paese, gli agricoltori sono ricorsi alle irrigazioni di soccorso per salvare le coltivazioni più in sofferenza, con la frutta addirittura cotta dal sole sugli alberi e dalla bolla di aria torrida: “Una situazione che fa salire a tre miliardi il conto dei danni provocati nel 2022 all’agricoltura italiana dalla siccità e dall’eccezionale ondata di calore dopo che l’anno scorso a causa di eventi estremi l’Italia aveva già detto addio a 1 frutto su 4 della propria produzione nazionale”, informa nella nota stampa Coldiretti.

Dalle ciliegie in Puglia e in Emilia Romagna, alle angurie e ai meloni scottati dal caldo in Veneto; dalle pere e alle albicocche danneggiate nel ferrarese, alle barbatelle bruciate nei vigneti toscani soprattutto attorno a Firenze, fino alle pesche guastate dalla straordinaria calura e agli ulivi in forte stress idrico.

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Coldiretti: “Avviare piano nazionale degli invasi”

Contro la siccità e gli effetti del cambiamento climatico, per Coldiretti è necessario avviare al più presto “il grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo per recuperare e riutilizzare fino al 50% dell’acqua piovana contro l’11% attuale evitando così situazioni di crisi come quella che stiamo soffrendo anche quest’anno”, evidenzia il presidente Prandini.

Dall’Emilia-Romagna alla Toscana fino alla Calabria è corsa contro il tempo. A Boretto, nel reggiano, le ruspe dei Consorzi di Bonifica sono all’opera per evitare l’insabbiamento delle pompe idrovore, con il fiume Po ai minimi storici. In Valdichiana, con la presenza della diga di Montedoglio, l’impegno principale è aumentare le reti irrigue per ottimizzarne l’uso a servizio dell’economia rurale, evitando qualsiasi spreco e riducendo gli attingimenti da corsi d’acqua superficiali o dal sottosuolo.

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Anbi: “Abbiamo centinaia di progetti cantierabili”

In Calabria, nel territorio di San Giovanni in Fiore, il lavoro delle ruspe ha comportato l’inaugurazione della diga Re di Sole, il cui invaso fornirà acqua a circa 1.000 ettari  e potrebbe produrre energia idroelettrica.  La messa in esercizio arriva a distanza di ben 32 anni dalla conclusione dei lavori. Progettata alla fine degli anni ’50 per consentire l’approvvigionamento idrico di gran parte dei terreni agricoli della Sila, la diga venne completata alla fine degli anni ’80, ma non entrò mai in funzione.

“Dal sud al nord Italia siamo impegnati a dare risposte concrete al territorio. Abbiamo centinaia di progetti cantierabili, che migliorerebbero la resilienza delle comunità ai cambiamenti climatici. Noi possiamo solo metterli a disposizione del Paese e della sua classe politica”, conclude nella nota stampa il direttore di Anbi, Massimo Gargano.

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