Strategie di mitigazione dei rischi operazionali e finanziari legati agli investimenti nel fotovoltaico

fotovoltaico-Il fotovoltaico in Italia è una realtà diffusa e dal forte impatto sia sulla distribuzione di energia che come realtà imprenditoriale.

I dati recentemente presentati dall’Energy Strategy Group all’interno dell’annuale “Solar Energy Report” parlano di 17,9 GW di potenza installata su 550.000 impianti, di un potenziale di 1 GW all’anno di nuove installazioni per i prossimi sei anni e di un’industria che si prepara ad operare in un contesto di libero mercato e grid-parity, orientandosi verso l’ottimizzazione ed il mantenimento del “patrimonio fotovoltaico Italiano”.

E’ proprio di “patrimonio” che dobbiamo parlare quando ci riferiamo a questo settore in quanto tale, va tutelato e protetto dai numerosi rischi intrinseci che lo minacciano. Al fine di porre in essere idonee strategie di risk mitigation è indispensabile partire dall’acquisizione di consapevolezza di questi rischi.

Tra le principali tipologie di rischi afferenti ad un investimento nel comparto FV abbiamo riscontrato che il furto di cavi in rame e pannelli è sicuramente il principale driver di rischio per un impianto FV a terra. L’assenza di idonei sistemi di sicurezza, il mancato intervento di istituti di vigilanza nei tempi previsti, l’assenza di cablaggi in alluminio e di sistemi di difesa dei pozzetti di ispezione1 sono solo alcuni degli elementi a cui prestare attenzione al fine di minimizzare una minaccia la cui incidenza risulta in alcuni casi insostenibile per il business plan sulla base del quale è stato ponderato l’investimento.

Il sovra-voltaggio è la seconda fattispecie di rischio che per frequenza colpisce un impianto FV. Per quanto i danni diretti siano normalmente di bassa entità, quelli indiretti2 in alcuni casi posso essere rilevanti. Questo rischio può essere sostanzialmente annullato da semplici precauzioni quali l’installazione di Surge Protection Devices (SPD) sui lati AC e DC dell’impianto e l’installazione di parafulmini sul perimetro del campo, misure troppo spesso assenti sugli impianti italiani.

Se “furto” e “sovra-voltaggio” sono rischi ad alta frequenza e media entità, vi sono altri rischi a scarsa frequenza ed altissima intensità. Primi tra tutti il franamento e la subsidenza. Il fenomeno del dissesto idrogeologico sempre più spesso arriva a mettere a repentaglio l’esistenza di interi cluster di impianti a terra. Calamità come queste non possono che essere gestite attraverso strumenti assicurativi per cui si impone una particolare attenzione alle relazioni geologiche stilate da professionisti abilitati in via preliminare alla installazione degli impianti stessi, nonché una attenzione particolare all’ampiezza della copertura assicurativa All-Risks relativamente a questa tipologia di eventi.

La stessa progettazione dell’impianto e il rispetto delle procedure autorizzative può rappresentare un rischio. Lo strumento per mitigare questi pericoli è la selezione di partner affidabili, dotati di appropriate coperture assicurative a garanzia della loro attività professionale, in modo da usufruire delle opportune contro-garanzie in caso di errori ed omissioni.

Troviamo poi la vasta gamma dei rischi legati al vizio intrinseco dei prodotti installati3 e alle implicazioni che questi vizi possono avere sulla performance di un impianto. Quest’importante insieme di problematiche è destinato ad acquisire sempre maggior importanza in futuro nella valutazione di un asset FV a causa del progressivo fallimento e/o insolvenza di produttori di moduli ed inverter che non potranno più onorare le garanzie rilasciate.

Infine è importante evidenziare tutta quella fattispecie di rischi finanziari che mettono a repentaglio la sostenibilità dei flussi di cassa di una società per veicolo (SPV) proprietaria di una centrale FV.

In particolare ci riferiamo alle numerose fidejussioni che una SPV deve rilasciare verso privati ed enti pubblici a corollario delle sue attività o in risposta a specifiche prescrizioni di legge , ed alle garanzie che deve presentare all’Agenzia delle Entrate ed ai suoi concessionari per poter ottenere un rimborso anticipato del credito IVA/IRAP maturato, rimborso sempre più importante per implementare i revamping tecnici necessari alla mitigazione dei rischi di cui si è parlato in precedenza.

Ad oggi il miglior strumento per lo scongelamento dei capitali immobilizzati per il rilascio di questi collateraliè sicuramente la sostituzione (take over) delle fidejussioni bancarie con quelle a carattere assicurativo.

I rischi fin qui elencati rappresentano solo la parte statisticamente più rilevante. Vi sono infatti diversi rischi meno frequenti ma che è importante ricordare: fenomeni atmosferici , allagamenti, danni ai lastrici solari, errori degli operatori addetti alla manutenzione ed alla sicurezza, errori nella strutturazione dei programmi assicurativi e disfunzioni nella trasmissione dei dati dal campo alle centrali deputate a vigilanza e monitoraggio.

Considerate le possibili minacce a cui è sottoposto il patrimonio fotovoltaico, è evidente la necessità di condividere best practice tra gli operatori del settore e di valorizzare le figure professionali in grado di mitigare al meglio i rischi e trasferirli il più possibile sul piano finanziario attraverso la sottoscrizione di appropriate soluzioni assicurative.

L’industria globale fotovoltaica è solo agli albori e la curva di apprendimento dei suoi rischi non potrà che migliorare garantendo produzioni sempre più efficienti ed investimenti sempre più sicuri.

a cura di Gerardo Di Francesco, Marcello Pagani BrokerStudio Srl – broker di assicurazioni specialista del comparto Renewable Energy

 

1.Pozzetti non cementati o non riempiti di schiuma poliuretanica, cablaggi non interrati senza passacavi;

2.Mancato guadagno causato da un fermo totale o parziale dell’impianto.

3.PID, hot spot, vizio intrinseco delle parti vetrose dei moduli, bave di lumaca, de laminazione, blocco inverter, cali di performance etc…;

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