KoSEP, il braccio armato dell’efficienza

kosovoPromuovere l’efficienza nel comparto residenziale e nelle piccole e medie imprese del Kosovo. Questo l’obiettivo del Kosovo sustainable energy projects, la linea di credito del valore di 12 milioni di euro finanziata dalla Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (EBRD) e parte dell’impegno di MWH per la sostenibilità.
Alessandro Tarantini, Energy project manager di MWH e Lead Engineer di KoSEP, presenta così il progetto: “MWH fornisce alle banche del posto l’assistenza tecnica per valutare le proposte dei clienti interessati ad attuare interventi di efficientamento. Quando i progetti rispettano i requisiti tecnici minimi ottengono l’accesso al prestito dedicato. Ultimati i lavori, un’equipe tecnica ha il compito di verificare il corretto svolgimento delle attività, sbloccando l’incentivo del 20% previsto sul prestito finanziario”.
Quanto detto tocca la singola abitazione, mentre nel comparto industriale “l’incentivo corrisponde al 10% del prestito e viene erogato a seguito del controllo di una società terza. In questo caso, mentre MWH verifica l’eleggibilità del progetto, è il gruppo verificatore che sblocca l’incentivo fornito dall’Unione Europea. Nel caso di misure complementari, ad esempio interventi paralleli sull’isolamento dell’abitazione e sull’impianto, l’incentivo cresce fino al 15%”.
“Quello di MWH” prosegue il Lead Engineer “è soprattutto un lavoro di capacity building: dopo aver raccolto informazioni specifiche sull’azienda e aver visionato il piano di efficienza proposto dalla stessa, l’ingegnere del team di KoSEP si occupa di raccogliere ulteriori informazioni e suggerire interventi aggiuntivi. L’obiettivo è, quindi, riuscire a spiegare alle Pmi e alle banche quali sono le tecnologie da sfruttare per ottenere livelli massimi di efficienza”.
Tre i requisiti minimi da rispettare, le proposte dei clienti devono assicurare “una riduzione del 20% dei consumi annuali, un calo del 20% delle emissioni di anidride carbonica e un Tasso interno di rendimento almeno del 10%. Questo per ottenere un prestito fino a 300 mila euro nel caso del comparto residenziale e fino a 2,5 milioni di euro per le Pmi, che generalmente hanno piani di investimento più importanti”.
A discapito della diffidenza che abbraccia il Paese, dopo quattro mesi è già tempo di bilanci: “KoSEP è stato lanciato lo scorso ottobre e, a febbraio 2014, i progetti ritenuti eleggibili sono 278 per un valore di 1.9 milioni di euro. Le 267 proposte avanzate del residenziale assorbono 400 mila euro, le restanti del settore aziendale hanno una taglia di investimento notevolmente superiore e coprono 1.5 milioni di euro”.
Con la Materials and Equipment List presente sul sito di KoSEP “è il cliente stesso che, scorrendo un elenco appositamente creato, prende atto dei prodotti eleggibili e dei fornitori presso cui acquistare il materiale”.
“Al momento la migliore applicazione di questo modello di business è all’interno del comparto residenziale” spiega Tarantini. “Il Paese non dispone di gas naturale e le abitazioni possiedono una fornitura elettrica di 20 kW perché riscaldate solo con boiler elettrici. Nonostante il fotovoltaico sia eleggibile, sono i pannelli solari termici – talvolta integrati con una caldaia a biomassa – ad essere scelti dai clienti, in quanto garantiscono risparmi maggiori incrementando anche il comfort dell’abitazione”.
“Il nostro lavoro non si ferma qui. Questo modello, già presente in altri stati dell’est Europa (Russia, Polonia, Turchia …), è esportabile in diversi Paesi in cui speriamo di proseguire nella collaborazione con la EBRD.” afferma il Lead Engineer “In particolare, in Kosovo mi auguro di assistere all’adesione a KoSEP anche di nuove Energy Service Company”.
Inoltre, prosegue Tarantini, “il progetto è nella sua fase iniziale e punta a efficientare le abitazioni private e le sedi delle piccole e medie imprese. Creando una linea di dialogo diretto con le utility e stringendo una solida collaborazione con gli enti locali si potrebbe, in futuro, promuovere nuovi progetti più strutturati per costruire città più smart”.

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