Oralegale

Questo week-end torna l’ora legale. Nella notte tra sabato 24 e domenica 25 dovremo come ogni anno spostare gli orologi un’ora in avanti, un’operazione che, secondo le stime di Terna, azienda che gestisce la rete elettrica nazionale, porterà a un risparmio di energia elettrica di 562 milioni di kilowattora, pari  al fabbisogno medio annuo di circa 200 mila famiglie. L’ora solare tornerà invece nella notte tra il 27 e il 28 ottobre 2018. 

Il risparmio stimato

Questo minor consumo si tradurrà, secondo le stime, in un risparmio economico di circa 116 milioni di euro nel 2018. Un valore ottenuto considerando che un kilowattora costa in media al cliente domestico tipo circa 20,62 centesimi di euro al lordo delle imposte

Risparmio nel triennio 2004-2017

Se prendiamo in considerazione i dati Terna relativi al periodo compreso tra il 2004 e il  2017 emerge come il dato inerente il minor consumo legato ai vantaggi dell’ora legale sia stato complessivamente di circa 8 miliardi e 540 milioni di kilowattora (quantitativo equivalente alla richiesta di energia elettrica annua di una regione come la Sardegna).

Una quantità di energia che, tradotta in euro risparmiati dai cittadini, significa risparmiare circa 1 miliardo e 435 milioni di euro.

Mese a maggior risparmio

In base ai numeri di Terna nel periodo primavera-estate, il mese che segna il maggior risparmio energetico stimato è ottobre, che si attesta a circa 158 milioni di kilowattora (pari a circa il 30% del totale).

Nei mesi estivi, da giugno ad agosto – spiega invece Terna in una nota – l’effetto “ritardo” nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate, e fa registrare risultati meno evidenti in termini di risparmio di elettricità”. 

L’uso dei condizionatori

Un elemento chiave da prendere in considerazione per comprendere questi dati è il fatto che la maggiore richiesta di energia elettrica nei mesi estivi più caldi è legata all’uso dei condizionatori d’aria, ed è quindi indipendente dall’ora legale. In questo caso dunque entrano in gioco esclusivamente fattori climatici e di temperatura e non il numero di ore in cui è presente la luce naturale. 

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