Arsenico, una sfida italiana

RIGENERAZIONE Imm Doppia

Il trattamento delle acque per eliminare l’Arsenico è un tema centrale per preservare la disponibilità di risorse idriche di qualità. In Italia, dove vi sono vaste zone di origine vulcanica, in cui è tipica la presenza di questo inquinante nelle acque di falda, è frequentemente necessario intervenire con un depuratore specifico. I due più grandi depuratori d’Europa di questo tipo sono in funzione uno a Franciana, di fronte all’Isola d’Elba in Toscana, ed uno nell’area di Aprilia nel Lazio. Entrambi gli impianti da record sono stati realizzati da una società italiana di antica tradizione: la Gruppo Zilio, attualmente controllata dalla Greentech Energy Systems, società danese quotata al Nasdaq OMX di Copenhagen, tra le prime 10 produttrici indipendenti di energia rinnovabile in Europa.  

La società opera in diversi ambiti green, dal fotovoltaico al mini idroelettrico, ma da diversi anni si è specializzata in impianti di depurazione acque, tanto da realizzare, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma CIP Eco-Innovation, un progetto innovativo proprio legato alla filtrazione delle acque dall’Arsenico. Il progetto Regenera (così si chiama) ha ottenuto già un grande riconoscimento proprio dalla Commissione Europea che l’ha scelto, insieme a solo altre 4 società, tra tutti i progetti finanziati giunti a compimento quest’anno, per essere presentato come success story all’Eco Innovation day tenutosi quest’anno a Barcellona.

Ne parliamo con il dott. Daniele Ragazzon, R&D Manager della Gruppo Zilio.

La vostra società ha già importanti record nel suo portafoglio, mi riferisco ai due impianti più grandi d’Europa di depurazione dell’Arsenico e la presenza  al 18° Eco Innovation day, come citato in precedenza. Come è nato il progetto “Regenera” e quali sono le peculiarità che lo rendono così eccezionale nel panorama industriale?

Dal punto di vista tecnico esistono varie tecnologie per togliere l’Arsenico dall’acqua: le resine a scambio ionico, l’osmosi inversa e i trattamenti chimico fisici. Tutte tecnologie complicate da gestire o che non riescono a trattare la totalità dell’acqua inserita nell’impianto, ad esempio l’osmosi inversa scarica nel processo circa il 30% dell’acqua totale da trattare.

Oltre alle tecnologie che ho elencato esiste quella dell’adsorbimento. E’ la più efficiente ed è quella su cui ci siamo focalizzati. In pratica il processo prevede il passaggio dell’acqua attraverso un recipiente cilindrico al cui interno si trova il materiale filtrante, tipicamente in granuli. Il materiale da noi realizzato è in grado di trattenere (“adsorbire”) l’arsenico disciolto nell’acqua che lo attraversa. Il materiale filtrante rappresenta la risorsa più sensibile e costosa dell’intero impianto, è un componente che si esaurisce dopo aver filtrato l’acqua per un tempo più o meno lungo e deve alla fine essere smaltito in una discarica. Considerato il costo ed il carico inquinante complessivo, abbiamo deciso di investire in ricerca per realizzare un materiale più performante di quelli presenti sul mercato e rigenerabile per poter essere riutilizzato:in questo consiste il progetto “Regenera”.

Il finanziamento legato al progetto, che a breve compirà tre anni, ci ha permesso di realizzare Andel Polary TH08, il marchio commerciale del nostro Ossidrossido di ferro granulare. Dai test di laboratorio, il risultato è un materiale più competitivo, in prestazioni, rispetto a quelli oggi disponibili sul mercato. Non solo, abbiamo lavorato per rendere il più sostenibile possibile il processo, studiando un modo per rigenerare la materia impiegata, così che in discarica mandiamo una quantità, pari a circa il 3% del materiale complessivo, riutilizzando nuovamente il resto nel processo di adsorbimento, anche se per un ciclo di vita inferiore (recuperiamo tra il  60 e l’80% delle proprietà del materiale, a seconda del grado di esaurimento raggiunto prima della rigenerazione).  

Avete applicato la tecnologia sul campo?Rigenerazione Imm Multiple

Dal progetto europeo sono nati due impianti: uno per produrre il materiale nuovo, ed uno per rigenerare  l’Ossidrossido di ferro ormai esaurito che ritiriamo dai vari impianti di filtrazione. Questo secondo impianto  è in funzioneda ottobre 2013, e ci ha permesso di rigenerare ormai più di 200 tonnellate di materiale . La metà di queste, dunque circa 100 tonnellate, sono state reinstallate in 6 diversi impianti e stanno con successo filtrando l’acqua ormai da molti mesi.

Vedete possibilità di sviluppo industriale verso l’estero?

Il tema dell’Arsenico è di rilevanza mondiale. L’Italia ne è affetta in più aree, come la provincia di Varese, alcune zone del Trentino e del grossetano e vaste zone del Lazio.In Europa vi sono aree a rischio note in Inghilterra, Germania, Austria. Adesso il problema sta emergendo anche in Ungheria, Romania e Serbia, in pratica nel bacino del Danubio.

Uscendo fuori dall’Europa una presenza rilevante di Arsenico è segnalata in Bangladesh e in India, ma anche in alcune aree della Cina, degli Stati Uniti di America, dell’Argentina e in Cile in particolare. Riteniamo che “Regenera”sia un progetto altamente competitivo in termini di innovazione tecnologica, contenimento dei costi e basso impatto ambientale, il che ne rende competitiva l’esportazione.

Senza contare che questo nostro prodotto è efficace sull’Arsenico, ma non solo. Possiamo rimuovere altri inquinanti come il Vanadio, il Selenio, l’Antimonio e i fosfati. Tutti elementi che si ritrovano anche nei reflui industriali. Quindi le possibilità di impiego sono diverse, non limitate al trattamento dell’acqua potabile ma anche a quello delle acque industriali.

 

 

 

 

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.