OMC Ravenna tra un approccio multi-tecnologico e gli equilibri del Mediterraneo

Si chiude l'edizione 2023: gli spunti sullo scenario internazionale e sul futuro del distretto energetico con idrogeno, Ccs e rinnovabili

Mentre si cerca di monitorare l’impatto sui mercati delle tensioni in Medio Oriente, derivanti dal conflitto tra Hamas e Israele, si fa sempre più largo la necessità di aprirsi a un approccio “multi-tecnologico” e “multi-territoriale”. È questo uno dei principali messaggi che emerge dall’edizione 2023 di Omc Med Conference and Exhibition, la manifestazione tenutasi al Pala De André di Ravenna dal 24 al 26 ottobre.

L’evento dedicato all’energia nel Mediterraneo era inizialmente previsto a maggio di quest’anno, ma è stato poi posticipato a causa dell’alluvione che ha colpito la Romagna. Per Monica Spada, chair di Omc, “Ravenna è diventata un simbolo di resilienza”, dimostrando in questo frangente la stessa capacità di “rinnovamento” che è propria del settore dell’energia.

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Le cifre fornite dall’organizzazione parlano di circa 14.000 visitatori, 400 stand da 27 Paesi, e delegazioni da Cipro, Libano, Algeria, Egitto, Mozambico, Iran, Malta e Libia.

Prima della cerimonia inaugurale del 24 ottobre, autorità e operatori si sono riuniti il 23 ottobre al Teatro Alighieri per discutere del futuro di Ravenna e della sua “vocazione” come “capitale italiana dell’energia”.

Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, ha elogiato lo spirito della città che non ha posto ostacoli alla Fsru di Snam che dovrebbe essere operativa nella seconda metà del 2024: “Il rigassificatore l’abbiamo chiesto prima che ce lo dessero. Tutti insieme in Consiglio comunale abbiamo voluto che si facesse il prima possibile”.

Per Michele De Pascale, sindaco della città e presidente delle Province, “non appena l’Italia si è trovata in emergenza energetica è stato scontato ripartire da questo luogo”. Infatti – ha ricordato alla platea di Omc – “proprio da Ravenna è partita la proposta di quattro azioni strategiche per un nuovo piano energetico nazionale, 4 sì per l’energia, l’economia e l’ambiente: rilancio della produzione nazionale di gas in Adriatico; installazione al largo delle coste di Ravenna di un Fsru offshore; realizzazione di un parco eolico offshore da 600 MW con impianto fotovoltaico galleggiante annesso da 100 MW e produzione di idrogeno verde con il progetto Agnes; realizzazione di un sistema di Ccus”.

CCS e idrogeno le chiavi del futuro visti dall’OMC Ravenna

Le possibilità per il territorio sono state sottolineate anche da Stefano Venier, ad di Snam, che ha parlato di Ravenna come “hub del futuro” sottolineando l’importanza dell’idrogeno e del South H2 corridor, la pipeline da oltre 3.000 km che interessa da vicino il territorio italiano. Un’altra tecnologia oggetto di un focus è stata la Ccs. Allo stand Snam è stato dedicato un evento verticale sull’impianto di Casalborsetti per il quale esiste una joint venture paritetica tra il Tso ed Eni.

La “fase 1” per la Ccs di Ravenna prevede la cattura di 25.000 tonnellate di CO2 dalla centrale Eni di trattamento gas di Casalborsetti (Ravenna). Una volta catturata, la CO2 sarà convogliata verso la piattaforma di Porto Corsini Mare Ovest e infine iniettata nel giacimento a gas esaurito, nell’offshore ravennate. Durante l’evento – a cui hanno preso parte Piero Ercoli e Paolo Testini per Snam e Salvatore Giammetti per Eni – è stato fissato il 2026 come data per l’avvio della fase industriale del progetto.

Di decarbonizzazione del sistema produttivo si è discusso anche durante una tavola rotonda dedicata alla mobilità sostenibile. Secondo gli studi di Autostrade per l’Italia – presente con Gianluigi Iacobone, direttore studi e strategie – circa 2/3 degli italiani vive in comuni di piccolissime o medie dimensioni, dove l’auto difficilmente ha una vera alternativa e circa il 70% degli spostamenti giornalieri dei privati avviene entro i 50 km. Guardando invece al tessuto produttivo, l’80% degli addetti alla manifattura lavora entro 20 km da un casello autostradale e con riferimento più in generale alle merci, circa l’80% degli spostamenti avviene su distanze fino ai 250 km (90% entro i 300 km).

Tutte le voci governative – rappresentate dai ministri Pichetto (Ambiente e sicurezza energetica), Salvini (Trasporti), e Tajani (Esteri) – hanno esaltato le possibilità di collaborazione con la sponda nordafricana del Mediterraneo. Picchetto ha confermato che al cosiddetto “Piano Mattei” per l’Africa saranno destinati 3 miliardi di europer volontà della presidente del Consiglio Meloni”. I colleghi di Governo Salvini e Tajani, oltre a rilanciare le possibilità per l’Italia come “hub energetico del Mediterraneo”, hanno confermato le rispettive posizioni favorevoli sul nucleare.

Molto spazio è stato dedicato anche al delicato tema dell’instabilità della regione e delle possibili conseguenze su forniture e prezzi. Per Claudio Descalzi, ad di Eni, sui volumi “non c’è problema” e la situazione attuale non comporta alterazioni nel rapporto con l’Algeria e la compagnia Sonatrach. È più complesso il discorso sui “prezzi”, poiché “le previsioni si mettono sempre sulla parte più conservativa” e “i mercati pensano che questo possa portare ulteriori tensioni”. Tale situazione, unita all’imminente inverno, “più il freddo che sta arrivando” sta “portando tensioni soprattuto per chi non ha gas proprio come l’Europa”. C’è quindi “un po’ di preoccupazione, non molta ma c’è”, ha concluso l’ad della major.

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