Attenzione al territorio e al cittadino. Ce n’è voluta tanta a Tivoli per un sistema di gestione dei rifiuti funzionante. Le foto scattate nel 2014 delle strade soffocate dagli scarti abbandonati e dei cassonetti che vomitano borse colme di rifiuti servono a dimostrare i benefici del percorso intrapreso. Da allora il gestore pubblico Asa, con la guida dell’amministratore unico Francesco Girardi, ingegnere ambientale, ha puntato a rendere la città più pulita e il cittadino più consapevole.

“L’emergenza di pochi anni fa era frutto di una visione sbagliata della gestione dei rifiuti – spiega ai giornalisti l’ing. Girardi durante il viaggio stampa organizzato il 28 marzo da Road to green 2020Oggi non puntiamo alla produzione indiscriminata dei rifiuti. Cosa che si faceva prima pensando a inviarli in discarica o all’inceneritore“.

La svolta è cominciata con la partenza del servizio di raccolta differenziata porta a porta. I quartieri sono stati dotati di diversi kit di raccolta in base alle peculiarità territoriali. Una strategia rifiuti zero che ha coperto tutto il territorio: dalla famosa Villa Adriana, centro culturale d’eccellenza, a Tivoli centro.

La compostiera di comunità

A Villa Adriana, nel Parco Sogno di Malala, è stata installata una compostiera di comunità che serve circa 250 abitanti e funziona secondo un processo aerobico. “Le persone che, con una certa frequenza, portano i propri scarti organici ottengono il 30% di sconto sulla Tari. Sono registrate su un albo tenuto dai conduttori della compostiera, cittadini formati che gestiscono la compostiera come previsto dalla legge 266 del 2016. Anche per loro c’è lo sconto in bolletta del 30%, come per chi adotta una compostiera domestica”, ha spiegato Girardi.

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La compostiera di comunità

Al momento piccole quantità di compost vengono regalate ai cittadini per fertilizzare piante e terreni. L’Asa punta a venderlo alla Confederazione italiana degli agricoltori, la Cia, pensando anche a ridurre la presenza di concimi chimici nel terreno e negli alimenti.

Le Ecostazioni

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Oggi sono in servizio tre Ecostazioni, una delle quali nel quartiere Braschi dove, per l’assenza del marciapiede, la soluzione del porta a porta non era adottabile. Per ogni rifiuto è previsto un giorno di conferimento, tranne che per la plastica data la mole prodotta. Gli sportelli dell’ecoisola si aprono solo dopo la lettura del QR code riportata sul sacchetto e associato alla tessera sanitaria cui è intestata l’utenza. “Siamo in trattative con Tim per avere la connessione super veloce e registrare in tempo reale il conferimento del rifiuto”, commenta l’amministratore unico.

Questo sistema ha consentito di ridurre i costi: “L’Ecostazione costa circa 25.000 euro, il sistema di raccolta porta a porta molto di più”. Una tecnologia, di contro, sempre più automatizzata: in abbinamento ai punti di raccolta ci sono dei distributori automatici per i sacchi, circa dieci per quartiere. Prima, invece, era l’operatore ecologico che li consegnava al cittadino e che approfittava del momento per cogliere critiche e lodi sul sistema.

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Orari dell’ecoisola

Le biocelle

Con le biocelle, altro tassello della strategia di rinnovamento in Asa, si raccoglie l’umido dei ristoranti e lo si trasforma in biomassa. “Lo step successivo è raccogliere tutto l’umido della città. Prevede un investimento di 3 milioni per acquistarne circa 30”, commenta Girardi.

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Girardi e un operatore ecologico davanti alla biocella

I casi particolari

Ci sono poi i casi particolari. L’Assessorato ai servizi sociali invia del personale per il ritiro in caso di persone con difficoltà. Nei condomini sono stati installati i bidoni per le diverse tipologie di rifiuto che, ogni giorno, vengono svuotati.

I dati della raccolta dal 2014 al 2018

DSC 0112I dati relativi alla raccolta differenziata parlano da sé. La produzione totale nel 2014, anno della svolta, era di 31.015 tonnellate con una percentuale di differenziata del 13,5%. Nel 2018 le tonnellate prodotte sono state 24.232 e la differenziata ha toccato il 67,4%, rispetto alla media regionale di circa 40 punti percentuali. Gli investimenti fatti per adottare nuove tecnologie hanno portato i loro frutti. Gli utili sono stati investiti nuovamente in innovazione e redistribuiti tra i soci, i cittadini. Ciò ha ridotto il costo delle bollette. Nel 2014 il costo complessivo della Tari era di oltre 13 miliardi di euro. Nell’arco di tre anni è calato del 20% e oggi ammonta a circa 190 euro a persona. “Questo tipo di servizio non può essere gestito da privati – ha rimarcato Girardi – Il servizio pubblico non vuole solo fare profitto, ma punta a fare sistema e a riallacciare i rapporti con i cittadini”.

Progetti futuri: Raee e biofuel

Progetti futuri? Si punta sui rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche e sul recupero degli oli esausti. “Con il progetto ‘Tivoli miniera urbana’ incentiviamo la consegna dei Raee in cambio di buoni sconti da spendere nei negozi di elettronica della grande distribuzione organizzata”, spiega Girardi, e “abbiamo convinto il Cdc Raee a ritirare i cassoni solo quando veramente pieni”.

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I Raee stoccati in attesa di ritiro all’isola ecologica
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Il sistema mobile per il recupero degli oli esausti

Con un sistema mobile di conferimento e trattamento degli oli vegetali esausti si produce biocombustibile che può essere impiegato direttamente per alimentare i veicoli dell’Asa. Il prototipo è curato dal prof. Maurizio Carlini della facoltà di Agraria dell’Università di Viterbo. Garantisce zero emissioni e rendimento fino al 98%. Come unico sottoprodotto la glicerina, da impiegare in diversi settori tra cui la cosmetica.

“Il sistema si autoregola: capisce di quanto olio esausto c’è bisogno per produrre biofuel”, ha spiegato ai giornalisti Carlini, anche lui presente al viaggio stampa. Resta l’incognita burocratica: “Abbiamo avuto l’ok del ministero ma stiamo aspettando quello della Città di Roma”.

Questo, poi, è solo il primo dei tanti punti mobili che si vogliono collocare sul territorio. La strategia non smette di autoalimentarsi con la voglia di innovazione e rinnovamento. L’obiettivo per Girardi e per l’Asa resta quello di cancellare i 3 milioni di euro di debiti che l’azienda si porta dal 2014, quando però erano 20 milioni.

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Il prof Carlini davanti al prototipo
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