“Serve un’industria che dialoga come filiera” con questo suggerimento il senatore M5s Gianni Girotto presidente della X commissione industria, apre la seconda sessione di lavori del convegno sulla mobilità elettrica organizzato dalla associazione del comparto Motus-E. Il senatore conclude il saluto alla filiera dell’automotive elettrico ricordando come Governo stia “lavorando per abbassare il costo della bolletta” a spinta ulteriore  per motivare lo sviluppo del comparto e-car.

Il costo dell’energia per la ricarica dei veicoli, soprattutto sulle prese domestiche sarà uno dei punti su cui l’associazione Motus-E intende avviare un’azione di attenzione da parte del Governo, come sottolinea il segretario generale Dino Marcozzi, C’è un enorme scompenso tra ricarica pubblica e privata”. Il settore a livello industriale sembra scalpitare vista la crescita in neanche un anno di 41 associati anche se, come ricorda il segretario generale, l’obiettivo della mobilità elettrica è molto vicino: “l’ultima auto a motore termico dovrà essere venduta nel 2025 se vogliamo un 2050 solo a trasporto elettrico”. Soprattutto nella sua visione, tra  quindici anni non si compreranno più le auto: “l’auto sarà un servizio probabilmente cambierà modello di business e sarà inclusa nella tariffa elettrica flat”.

I dieci motivi per cui questo può essere il momento di uno sviluppo della mobilità elettrica

 

Le chiavi di sviluppo del settore tra tecnologia e regole certe

Il tavolo di confronto con cui si chiude l’evento, vede gli stakeholder confrontarsi sulle opportunità e le strategie da attuare nel settore. Tra le chiavi di volta della crescita delle e-car anche la maggiore diffusione delle rinnovabili, come espone l’ad di ABB Italia Mario Corsi.

Altro ostacolo alla crescita è sviluppare una infrastruttura di ricarica, come sottolinea l’ad di Nissan Bruno Gattucci mentre rispetto i costi delle auto rassicura anche l’ad di Volkswagen Massimo Nordio “realizzando una piattaforma di produzione specifica i costi si abbattono drasticamente”. Elemento che impatta anche a livello progettuale come spiega l’ad “significa migliorare la progettazione delle auto e arrivare ad una autonomia per macchine, ad esempio della classe di una Golf, fino a 400km”.

Sicuramente oltre alle tecnologie servono “buone regole” per “realizzare una road map della diffusione della auto elettrica”, sottolinea nel corso della tavola rotonda finale, l’ad di Cesi Matteo Codazzi:la richiesta di potenza delle reti potrebbe aumentare del 20-25% (per la ricarica elettrica) ma i veicoli collegati possono offrire sistema di storage virtuale che può contribuire alla stabilità della stessa rete”.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.