In Europa sono molti i casi di ri-pubblicizzazione del servizio idrico. Un esempio per tutti è Parigi dove dal 2010 l’acqua è tornata a essere un bene pubblico: “Eau de Paris ha abbassato le tariffe, invertendo il trend in crescita del settore privato, e ha aumentato gli investimenti, li ha raddoppiati per il rinnovo delle reti”. Lo spiega il ricercatore Emanuele Lobina della Public service international unit dell’Università di Greenwich nel corso dell’evento “Acqua pubblica: sfida globale”, promosso il 22 marzo in occasione della Giornata mondiale dell’acqua dal M5S.

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La presentazione di Lobina

Parigi e Londra a confronto

La ri-pubblicizzazione parigina ha facilitato l’accesso al servizio idrico e ha ridotto le perdite di rete fino all’8%. “In Italia il problema degli investimenti è di lunga data, risale alla legge Galli del 94 per la privatizazzazione dell’acqua”, commenta Lobina a margine dell’evento a Canale Energia. Bisogna ancora “capire come si sostengono gli investimenti senza privatizzare”. Se “si privatizza si crea una situazione di monopolio per cui il profitto viene anteposto a qualsiasi altro interesse”, incluso quello di sostenibilità ambientale. Il confronto è con Londra dove il “gestore privato Times Water dal 1989 ha un tasso di rinnovamento delle reti che è un quarto di quello di Parigi e un quinto della Danimarca, dove la gestione è prevalentemente pubblica”. Questo, secondo Lobina, perché “negli ultimi 10 anni il 96% degli utili è stato diviso tra gli azionisti e non reinvestito nello sviluppo del servizio”.

Al tema è corredato quello della povertà energetica e, nello specifico, della povertà idrica (come spiega nel video che segue).

L’iniziativa europea Right water

L’accesso all’acqua è “un diritto dell’uomo”, afferma con decisione ai microfoni di Canale Energia Pablo Sanchez Centellas dell’European public service union. Con il progetto “Right water”, come evidenzia nella video intervista seguente, il movimento europeo dell’acqua vuole garantire una migliore qualità del servizio e il pubblico accesso. “La direttiva quadro europea sulle acque è in discussione interna da 20 anni. Per questo trovo che l’impegno del Consiglio sia vago e diluito: non si possono usare i verbi al condizionale”.

La situazione in Italia

In Calabria la gestione dell’acqua da parte della società pubblico-privata Sorical è nel mirino della campagna di sensibilizzazione e informazione #AcquaRaggia (la “raggia” nel dialetto locale è la rabbia) del Movimento 5 stelle. In Puglia, secondo quanto affermato da esponenti pentastellati, circa 170 depuratori sono in via di infrazione Ue: scaricano in aree marine protette e non consentono il riutilizzo dei reflui per l’agricoltura, nemmeno nei periodi più siccitosi. A Torino la partecipata Smat è sotto i riflettori per i volumi di prelievo e di perdite che ammontano, secondo quanto dichiarato dall’azienda, a 92 mln di m3 l’anno. Per questo i pentastellati vogliono presentare un documento di fattibilità per la ripubblicizzazione dell’acqua con l’auspicio, da parte degli Ato, di una maggiore presa di coscienza sui piani d’ambito.

Lo stato dell’arte della proposta M5s

L’evento è stato moderato dalla prima firmataria del progetto di legge sulla gestione pubblica dell’acqua, la deputata cinque stelle Federica Daga. Alla legge sta lavorando da più di tre mesi la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati. Il testo poggia sulla proposta di iniziativa popolare presentata nel 2007 dal Forum italiano dei Movimenti per l’acqua. Sarebbe dovuto arrivare il 25 marzo in Aula alla Camera, ma ha subito un rinvio per la mancanza delle relazioni tecniche di Mattm e Mef.

Positivo il parere di Vito Felice Uricchio, direttore dell’Istituto di ricerca sulle acque Irsa, sotto il più ampio cappello del Cnr: “La Legge Daga all’articolo 7 comma 1 mette l’accento sul bisogno di trasparenza nella gestione delle acque”. Sul merito, tanti i fronti aperti: il rispetto dei limiti di manganese nelle acque minerali; le morti gli antibiotici usati in zootecnia; i 9.411 interferenti endocrini censiti a livello internazionale e presenti in alimenti, detersivi e cosmetici; i fitofarmaci; i DTT e i PFAS nelle acque e nelle microplastiche.

All’evento ha partecipato anche il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Vedi l’intervento completo sulla pagina facebook di Canale Energia.

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